Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
La minoranza attacca: «Un libro superficiale con errori grossolani»
Il Pd: il Veneto di Zaia non corrisponde al vero
VENEZIA Ora, magari non saranno i Vietcong evocati dal governatore Luca Zaia ma la minoranza del consiglio regionale, appena 10 consiglieri contro i 41 della maggioranza, si è presentata comunque agguerrita ieri a Palazzo Ferro Fini, in quello che è stato il suo vero esordio nell’undicesima legislatura. Fin troppo tosta secondo i leghisti, che hanno raccontato come alcuni alfieri dell’opposizione si siano addirittura irrigiditi al momento di stringere la mano al presidente, incrociato casualmente nell’atrio del Palazzo (Zaia si è invece intrattenuto a parlare amichevolmente sia con lo sfidante Arturo Lorenzoni fuori dall’aula che con Andrea Zanoni del Pde Cristina Guarda di Europa Verde al bar).
Niente sconti al programma di governo e ad aprire le danze è stato il veterano Zanoni, uno dei più indigesti ai dirimpettai della Lega e della Lista Zaia: «Il Veneto è una regione tax free, certo, ma per i ricchi visto che i più poveri comunque non pagherebbero l’addizionale Irpef che il presidente si ostina a non introdurre - ha detto Zanoni -. Poi però è lui stesso a riconoscere che aumentano le persone a rischio povertà e sarei curioso di sapere che ne pensano le famiglie giovani e le persone non autosufficienti della mancanza dei servizi che potrebbero essere finanziati con quei soldi». E ancora, il dem ha denunciato l’inadeguatezza delle norme sul consumo del suolo, di quelle per il contrasto alla mafia, di quelle contro l’evasione fiscale. «E quanto alla Pedemontana - ha concluso - perché non si sono applicate le penali per i ritardi e i disagi patiti dai veneti nella costruzione?».
Duro anche Lorenzoni, specondivisibili» aker dell’opposizione, che partito dal covid («Ma come si fa a definire a pagine 49 del suo programma il Veneto “regione covid free”? Perché non è stata subito attivata l’app Immuni? Come si può parlare del 3% di sintomatici tra i positivi se il 6% poi è morto? Basta con questa narrazione celebrativa e autoassolutoria»), hai definito «imbarazzanti, vuoti e superficiali» i capitoli dedicati dalla maggioranza alle imprese e all’ambiente, «con errori grossolani sul piano tecnico, come quando si parla dell’anidride carbonica come di un inquinante» e «appena mezza pagina riservata ad un problema epocale come il cambiamento climatico». E ancora: «Non c’è nulla su Veneto Sviluppo, sulle multyutilities, si parla di superamento della plastica ragionando sulle stoviglie delle sagre, quando in Veneto abbiamo alcuni tra i più grandi player globali del settore».
Erika Baldin del Movimento Cinque Stelle ha concesso che «nel programma ci sono alcune buone intenzioni, idee e ha chiesto di «investire sul trasporto pubblico locale senza distinguere tra cittadini di serie A e B». Cristina Guarda di Europa Verde ha auspicato «maggiore collaborazione tra maggioranza e opposizione» perché «quando c’è stata abbiamo confezionato leggi molto utili e significative per i cittadini» ma la dem Vanessa Camani avvisa: «Per avviare una proficua collaborazione occorrono parole di verità e la narrazione fatta oggi non corrisponde alla realtà. Serve un vero modello di sviluppo per il Veneto di domani e azioni più incisive per ridurre le diseguaglianze, esasperate dal Covid».
Sportivi Zaia si è intrattenuto fuori dall’aula sia con Lorenzoni che con Zanoni e Guarda