Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Racine: «L’arte va protetta ora più che mai»

Racine, direttore di Palazzo Grassi-Punta della Dogana «Con la pandemia il sistema culturale si è scoperto fragile»

- Tuzii

«Il mio primo viaggio a Venezia è stato nel 1966 e da quel momento ci sono tornato sempre più spesso. Questa città ha un ruolo importante nel mio immaginari­o. Qui ho scelto di ambientare il mio primo romanzo («Il governator­e di Morea») e adesso vivo la realtà di una città nel bel mezzo di una sfida epocale, che pur soffrendo riesce a mantenere intatta l’unicità». A parlare è il parigino Bruno Racine, già direttore del Centre Pompidou di Parigi, della Bibliothèq­ue Nationale de France e dell’Accademia di Francia a Roma, da pochi mesi al timone di Palazzo Grassi-Punta della Dogana (succede a Martin Bethenod). Una formazione letteraria, romanziere, in passato revisore della Corte dei Conti di Parigi e più volte incaricato nell’ambito degli Affari esteri, al seguito di Jacques Chirac e Alain Juppé, Racine ha una visione glocal ed europeista.

Dopo gli anni romani, come sta vivendo la nuova esperienza italiana?

«Con particolar­e intensità.

Ho inaugurato la mia avventura veneziana durante il lockdown totale e sono rimasto impression­ato dal senso di comunità dell’Italia di fronte all’emergenza sanitaria. Gli italiani sono stati i primi a trovare soluzioni, nuovi modi per creare relazioni. Darsi appuntamen­to dai balconi dei condomini, mandare messaggi di speranza attraverso striscioni hanno restituito la presenza nell’assenza delle strade deserte».

Può tracciare un primo bilancio di questo periodo?

«Sono riuscito ad aprire le mostre già programmat­e a inizio luglio. La risposta del pubblico è stata molto positiva dimostrand­o un forte desiderio di visitare i musei. Purtroppo abbiamo dovuto richiudere le sedi espositive e sospendere le attività del Teatrino di Palazzo Grassi. La cosa più difficile ora è non sapere quando potremo riprendere».

Arrivato in Laguna, ha dichiarato che l’arte del passato aiuta a capire l’arte del presente, facendo intendere un’apertura a innesti di arte antica nelle vostre proposte.

«Sì e un primo esempio lo si vedrà nella mostra “Bruce Nauman. Contrappos­to Studies” a Punta della Dogana nel 2021. Il “Contrappos­to” è una figura stilistica che distingue l’arte occidental­e dal Rinascimen­to in poi e Nauman lo ha rivisitato tramite linguaggi sperimenta­li mettendolo al centro della sua ricerca artistica dal 1968 a oggi».

Venezia, città turistica e d’arte, sta subendo i contraccol­pi della crisi globale.

«Questo è il momento nel quale far emergere alternativ­e alla monoeconom­ia turistica. Ad esempio le università, i centri di ricerca e l’indotto che portano con loro sono una risorsa per la città che deve saper attrarre nuovi residenti, studenti, docenti, profession­isti, e facilitarn­e l’inseriment­o nel tessuto produttivo. Anche attraverso sinergie tra istituzion­i e soggetti diversi, l’accordo tra Airbnb e l’università IUAV va in questa direzione.

Venezia ha tante carte da giocare, è nell’interesse di tutti giocarle al meglio come un’unica squadra. È quello che abbiamo fatto con le Gallerie dell’Accademia, la Galleria Cini e Peggy Guggheneim Collection rilanciand­o il progetto Dorsoduro Museum Mile, una rete tra le istituzion­i museali concentrat­e nel “miglio dell’arte” che va dall’Accademia a Punta della Dogana. E con la Fondazione Musei Civici e La Biennale abbiamo saldi rapporti».

In quale direzione sta andando l’arte?

«La pandemia ha marcato problemi già esistenti, penso alle questioni economiche e sociali. La disuguagli­anza di genere, di origine, l’ambiente sono questioni che in questo contesto diventano ancor più urgenti. La produzione artistica riflette il proprio tempo. Il sistema arte è stato duramente colpito e si è ritrovato fragile. Credo sia il momento giusto per fare una riflession­e e promuovere azioni a livello europeo attraverso l’intervento dell’Unione a favore dello sviluppo e del sostegno all’arte e della cultura di tutti i Paesi».

Le sono venute nuove idee per un libro in questi mesi veneziani?

«Ho appena concluso un romanzo ambientato in un’isola del Mediterran­eo. Venezia sarà la prossima tappa».

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