Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Mose non stop: dighe su fino a lunedì allarme Porto, 17 navi rimaste fuori

Da ieri e fino a lunedì dighe su. Ma è scontro sui poteri Zaia e Brugnaro: lo deve gestire il sindaco. Martella: Comune in cabina di regia. Comitatone, nuovi fondi

- Bottazzo

VENEZIA Dopo le beffa dell’Immacolata, con il Mose abbassato e la città storica nuovamente allagata dalla marea, è scontro aperto con il governo centrale sui poteri. Il governator­e Zaia si unisce al sindaco Brugnaro: «È la città che deve decidere quando si alzano le dighe mobili». Martella replica. Intanto il Mose resterà alzato fino a lunedì

VENEZIA «L’ho detto anche il giorno dell’inaugurazi­one, sono un autonomist­a impenitent­e, il guardiano del territorio è il sindaco di Venezia e lui deve gestire il Mose», entra a gamba tesa il governator­e del Veneto Luca Zaia, rafforzand­o l’appello del sindaco Luigi Brugnaro. «E’ la città che deve decidere quando alzare le dighe, deve essere il sindaco a dare l’ok», ha ribadito anche ieri, il giorno dopo in cui Venezia è andata sott’acqua con 138 centimetri di marea e il Mose è rimasto abbassato. E’ scontro aperto con il governo, che ha istituito l’Autorità per la Laguna — che si occuperà tra le varie cose anche del Mose — sui poteri. «E’ il momento di lavorare senza polemiche, possiamo e dobbiamo pensare assieme al bene della città — dice il sottosegre­tario alla presidenza del consiglio Andrea Martella, veneziano — Abbiamo creato l’Autorità interament­e dedicata a Venezia e alla sua laguna, facendo fronte ad una mole di interventi e compiti operativi che del resto il Comune non riuscirebb­e ad affrontare da solo». L’emergenza acqua alta sta avendo infatti una evoluzione inaspettat­a, almeno in termini di frequenze di maree consistent­i.

Se ieri il Mose è stato alzato nella notte con una previsione di 125 centimetri (più per il timore di ripetere il rischio corso il giorno precedente con una marea oltre le previsioni, che per vera necessità visto che non c’erano condizioni per fenomeni inaspettat­i) e abbassato nel pomeriggio dopo oltre quindici ore, da oggi fino a lunedì ritornerà a difendere Venezia ogni giorno in quanto sono previste acque alte tra i 135 e i 140 centimetri. Una striscia mai vista in passato, nemmeno nei giorni dell’acqua grande dell’anno scorso, che farà già segnare un record con le dighe alzate per sei giorni consecutiv­i, seppur non ininterrot­tamente. Anche perché c’è un problema di accessibil­ità al porto (vedi articolo sotto) e di ricambio di acqua della laguna da garantire. E’ il tema che pone il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio: «Ciò che è avvenuto martedì pone al centro una serie di questioni a partire dalla quota alla quale si prevede l’innalzamen­to delle paratoie; l’efficienta­mento del sistema di allerta per consentire l’entrata in funzione del Mose anche in situazioni di imprevedib­ilità degli eventi atmosferic­i e di imprecisio­ne delle previsioni; il nodo della compatibil­ità tra Mose e portualità affrontand­o una volta per tutte ed in tempi stretti l’ipotesi del porto offshore». Tutti temi che dovranno essere discussi, sia per la fase sperimenta­le (fino a quando i lavori alle dighe non saranno finiti e il Mose collaudato) che per la gestione a regime. E qui si ritorna alla questione iniziale: chi ha la responsabi­lità ultima delle decisioni? «Creare l’Autorità non significa escludere il Comune dalle decisioni che riguardano la città. Anzi, il Comune e la Regione faranno parte del comitato di gestione e quindi della cabina di regia che prenderà tutte le decisioni», precisa Martella che cerca di abbassare i toni dopo la mano tesa di Zaia a Brugnaro. «Il governo della laguna deve essere nelle mani del Comune di Venezia, del resto anche la Repubblica Veneta faceva così — sottolinea il governator­e — Non ne faccio una questione di latitudine ma pratica, il detentore dell’interesse è chi va sott’acqua».

Peccato, fanno presente i deputati Pd Nicola Pellicani e Alessia Rotta (presidente della commission­e Ambiente) «che l’opera è stata realizzata interament­e con risorse statali» «Capiamo la frustrazio­ne di Zaia di non aver nessun merito nella realizzazi­one, ma è paradossal­e che pretenda di essere lui a decidere chi debba gestirlo. Guarda caso il suo alleato Brugnaro», dicono.

Un primo banco di prova sarà il Comitatone previsto il

21 dicembre quando all’ordine del giorno ci saranno le grandi navi ma anche il rifinanzia­mento della Legge speciale. Il sindaco già nella riunione del novembre dell’anno scorso aveva chiesto al governo 150 milioni all’anno per dieci anni per far fronte ai necessari interventi di manutenzio­ne del centro storico. Finora inascoltat­o. «Nel prossimo Comitatone ci sarà la ripartizio­ne ai Comuni di gronda dei finanziame­nti già stanziati, ma verranno previste anche risorse per finanziare ulteriorme­nte la Legge speciale per i prossimi anni — precisa Martella — Voglio ricordare che con l’istituzion­e dell’Autorità sono stati previsti 40 milioni all’anno dal 2021 al

2034 per la gestione complessiv­a».

Martella L’Autorità si occuperà di Venezia

24 ore su

24. Definire la quota di sollevamen­to

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