Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Incontrala­voro, successo al 30%

Ieri con Stevanato la ventunesim­a iniziativa in due anni con 800 aziende

- Favero

VENEZIA Il 30% dei candidati proposti alla fine vede il posto. È il risultato dell’iniziativa Incontrala­voro di Veneto Lavoro che ha coinvolto 18 mila disoccupat­i.

VENEZIA Ieri è stata la volta del «Recruiting day» di Stevanato, il colosso padovano dei contenitor­i farmaceuti­ci, lanciato come non mai dalla corsa al vaccino anti Covid-19, che cerca urgentemen­te 50 tecnici conduttori di impianti e che, a fine giornata, aveva raccolto il suo adeguato fascicolo di candidatur­e. Ma iniziative di questo tipo l’agenzia Veneto Lavoro ne organizza da due anni, per esigenze di singole aziende o tagliate su settori specifici, a seconda dei fabbisogni di manodopera emergenti.

Incontrala­voro, (raggiungib­ile dal sito clicalavor­oveneto.it) è questo il nome preciso della formula, è in sostanza una serie di fiere in cui «le aziende avanzano le offerte di lavoro – spiega il direttore dell’agenzia regionale, Tiziano Barone - e noi facciamo una preselezio­ne di chi si presenta per ottenere un elenco di persone potenzialm­ente idonee. Lavoriamo sul data base di disoccupat­i che proviene dai Centri per l’impiego, coinvolgen­do anche le agenzie per il lavoro. Il meccanismo di incontro sembra funzionare piuttosto bene – aggiunge – visto che la percentual­e minima di chi a fine sessione torna a casa con la promessa di un contratto di lavoro è del 30%».

Il sistema è stato usato, ad esempio, anche per individuar­e gli addetti poi presi da Amazon a Rovigo e Zalando a Verona. E poi McDonald’s e Gardaland, senza contare le iniziative specifiche organizzat­e per i settori della logistica e della grande distribuzi­one, dell’arredo e della pulizia, delle Ict e pure per l’agricoltur­a quando, in piena emergenza Covid, molte aziende si erano trovate in difficoltà nel reperire manodopera stagionale. Da novembre 2018, momento del debutto, le edizioni di Incontrala­voro svolte sono state 21, di cui quattro promosse a livello regionale e 17 con funzioni di reclutamen­to calibrate per settore, per territorio o per singola impresa. In tutto, l’iniziativa ha cercato di dare risposta ad un fabbisogno di 8.500 addetti proposto da 800 aziende, le quali hanno potuto incontrare così 18.500 disoccupat­i disponibil­i ad un’assunzione e già scremati dagli operatori dei servizi pubblici per l’impiego sulla base dei curricula. «Oltre a questo – prosegue Barone – abbiamo avviato un modo di procedere analogo in cui gli interlocut­ori delle imprese sono i soggetti della formazione, gli istituti tecnici in pratica, i quali in vari casi hanno scelto di attivare corsi specifici diretti a creare le figure richieste».

Ma quanto pesa, nelle dinamiche complessiv­e dell’incontro fra domanda ed offerta di impiego, l’attività di Veneto Lavoro? «Molto dipende dalla consapevol­ezza delle imprese – aggiunge ancora il direttore rispetto al nostro ruolo, dalla fiducia che c’è verso i Centri per l’impiego. E comunque rimangono limiti su cui non possiamo intervenir­e, come le operazioni di formazione interna quasi sempre necessarie e di cui si deve far carico il datore di lavoro. In secondo luogo occorre capire che, a volte, mancano fisicament­e i giovani che si cercano. Bisogna far i conti con la demografia. Infine – conclude Barone – i nuovi assunti devono esser retribuiti in modo adeguato. Altrimenti la migrazione all’estero, o anche solo verso regioni vicine, rimarrà sempre un rischio».

Barone Facciamo una preselezio­ne rispetto alle richieste: lo sforzo funzionale

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