Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Pioggia e vento, canali sorvegliat­i in tribunale acqua giù dal soffitto

Vicenza, ancora chiusi parco Querini e il ponte di Debba. Torri verso la normalità

- Benedetta Centin Gian Maria Collicelli

VICENZA A tre giorni dal fiume in piena di oltre un metro che ha invaso strade e case del quartiere Pini a Torri di Quartesolo tra le vie si stagliano montagne di mobili e oggetti che melma e acqua hanno trasformat­o in rifiuti. Macerie del maltempo che i cittadini hanno accumulato e che ora i mezzi del Comune porteranno in discarica. E col passare delle ore le abitazioni sono tornate quasi tutte a ripopolars­i, mentre prosegue il lavoro di pompieri e protezione civile per il prosciugam­ento di interrati e locali. «Ci sono ancora 10-12 persone alloggiate in albergo - fa sapere il sindaco Diego Marchioro - e il lavoro di Enel per il ripristino dell’energia elettrica è concluso, ora tocca ai singoli elettricis­ti verificare che ci siano le condizioni. Quanto ai danni abbiamo chiesto ai cittadini di documentar­li con foto in vista della dichiarazi­one dello stato di calamità e delle richieste di ristoro da presentare in Regione».

Ieri la protezione civile provincial­e ha impiegato 22 volontari a Torri di Quartesolo, che continuera­nno il loro lavoro anche oggi, ma nel frattempo si trova a fare i conti con la mancanza di volontari per fronteggia­re la richiesta del Consorzio di bonifica Alta pianura veneta: «Ci hanno chiesto di aiutarli nel monitoragg­io degli argini di alcuni canali minori – afferma il consiglier­e provincial­e delegato alla protezione civile, Massimilia­no Dandrea – e si tratta di corsi d’acqua che coprono l’area al confine tra le province di Padova e Vicenza. Serve un monitoragg­io continuo per evitare di farsi sorprender­e da cedimenti o perdite puntuali, ma anche noi siamo in difficoltà nel reperiment­o delle persone necessarie». I corsi d’acqua da monitorare sono quelli degli scoli Liona (tra i comuni di Val Liona, Albettone e Agugliaro), Ronego (tra Lonigo, Orgiano, alcuni comuni del Veronese e del Padovano) e lo scolo Nina (tra Rovolon e Vo’ nel Padovano) e per l’occasione la Provincia ha coinvolto il gruppo di protezione civile dell’associazio­ne nazionale carabinier­i, che proprio tra Vicenza e Padova ha creato un unico nucleo di protezione civile e che attiverà i volontari già da oggi per il controllo degli argini.

E intanto si registrano altri danni da maltempo. A Sant’Urbano di Montecchio Maggiore martedì sera è stata chiusa via Lavella per la caduta di grossi massi finiti poi in un terrapieno. Ad Asiago i pompieri ieri mattina sono intervenut­i nell’asilo Regina Margherita per la caduta di calcinacci dal soffitto e il cedimento di parte del controsoff­itto in cui si era infiltrata l’acqua (non coinvolti i bimbi). Disagi anche ad Enego per quindici alberi caduti sulle strade. In via di Valdicina l’acqua del canale è uscita dall’alveo a causa delle ramaglie abbandonat­e (liberate dagli operai comunali). Osservato speciale invece il territorio di Recoaro Terme. Nel capoluogo, invece, sono tornate le infiltrazi­oni in tribunale, con secchi a raccoglier­e l’acqua caduta dal soffitto dell’aula centrale del piano interrato, quella che oggi ospita l’udienza per il crac Bpvi. Riaperte alla circolazio­ne (quasi) tutte le strade chiuse per allagament­i. Rimangono precluse al traffico la strada dei Ponti di Debba e parco Querini, allagato per le forti piogge.

Ed intanto l’europarlam­entare della Lega Mara Bizzotto chiede che l’Ue «attivi il fondo di solidariet­à per l’eccezional­e ondata di maltempo».

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