Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Difesa del territorio, previsti altri 10 bacini di laminazion­e la Regione: non ci fermiamo

Bottacin: «Si va avanti anche su Sandrigo e Velo»

- G.M.C.

VICENZA «Andare avanti». È questo l’imperativo della Regione sul fronte dei bacini di laminazion­e. Nonostante le ritrosie di alcuni amministra­tori locali e le critiche di gruppi di cittadini, da Venezia si punta dritto sulle opere idrauliche che consentono di mettere in sicurezza città e territori. A precisarlo è prima di tutto l’assessore regionale all’Ambiente Gianpaolo Bottacin che ingrana la marcia in vista dell’apertura dei cantieri del bacino di laminazion­e sul torrente Astico nei comuni di Sandrigo-Breganze. «Ma anche con il bacino di Velo d’Astico» precisa Bottacin. E non è una sottolinea­tura banale. Perché proprio quelle due opere sono tra le più invise alle amministra­zioni dei rispettivi territori. Per Sandrigo, dove si sviluppere­bbe la parte principale della cassa di espansione da 4,6 milioni di metri cubi di portata e 35,5 milioni di euro di costo – già finanziata e con i cantieri previsti dal prossimo giugno – il sindaco, Giuliano Stivan, parla di «progetto congelato a causa del pericolo di inquinamen­to della falda acquifera», preannunci­ando una guerra sociale» contro l’opera. Nell’Alto Vicentino i toni sono più pacati ma anche qui, a fronte della previsione di un invaso sull’Astico da sette midi lioni di metri cubi e 40 milioni di euro di costo, non finanziato e nemmeno progettato, il sindaco di Velo d’Astico, Giordano Rossi, non è favorevole: «Sappiamo solo che porterebbe danno perché sarebbe previsto sulla zona artigianal­e di Seghe di Velo. Ma abbiamo visto alcuna carta in merito». E per non parlare della cassa di espansione sul fiume Tesina a Torri di Quartesolo (2,2 milioni di metri cubi di portata e 32,5 milioni euro di costo), che il sindaco chiede di archiviare proprio per finanziare quelle più a monte.

Insomma, se la Regione annuncia di voler «andare avanti», i Comuni preparano battaglia.

Ma nel Vicentino non sono previste solo questi tre bacini di laminazion­e. La provincia berica conta infatti il maggior numero di invasi del Veneto, almeno stando al documento «Bacini di laminazion­e delle piene» redatto dalla direzione di difesa del suolo della Regione e datato luglio 2020. Un elenco di 23 opere, di cui 11 nel Vicentino. Due sono già funzionant­i: quello di Caldogno, in grado di trattenere 3,8 milioni di metri cubi dal torrente Timonchio e aperto per la prima volta domenica scorsa (salvando Vicenza), e il bacino di monte della cassa di Trissino (2,7 milioni di metri cubi dal fiume Agno-Guà). Altri 10 invasi sono invece allo stato di progetti o studi di fattibilit­à: ai tre che riguardano il corso dell’Astico-Tesina si aggiunge il progetto per la seconda cassa del bacino di Sandrigo (35 milioni di euro di costo stimato e 5 milioni di metri cubi di capacità), che recita la dicitura «opera non finanziata». Poi c’è la seconda vasca della cassa di Trissino

(20 milioni di euro per 800 mila metri cubi dal fiume Agno-Guà), già in fase di realizzazi­one, e l’ampliament­o dell’invaso di Montebello sul torrente Chiampo per altri 2,8 milioni di metri cubi, in fase di «perfeziona­mento del finanziame­nto». Ma anche l’invaso di viale Diaz a Vicenza (18 milioni di euro per una cassa da 1,2 milioni di metri cubi sul fiume Bacchiglio­ne) che dovrebbe diventare realtà la prossima estate, e il bacino sul torrente Orolo a Costabissa­ra (1 milione di metri cubi di capacità e 11 milioni di euro di costo), il cui cantiere finirà tra due anni. Infine, le casse per la roggia Dioma tra Monteviale e Vicenza (11 milioni di euro per 600 mila metri cubi) e per il torrente Onte a Sovizzo

(10 milioni di euro per 550 mila metri cubi), entrambe non finanziati ed entrambe in attesa della progettazi­one definitiva ed esecutiva.

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Da sabato a ieri è piovuto quasi senza interruzio­ne. Domenica sono finiti sott’acqua quartieri di Torri e
Vicenza. La città però è stata salvata dal bacino di Caldogno (foto sotto)
Maltempo Da sabato a ieri è piovuto quasi senza interruzio­ne. Domenica sono finiti sott’acqua quartieri di Torri e Vicenza. La città però è stata salvata dal bacino di Caldogno (foto sotto)

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