Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Tornano le restrizion­i per negozi e bar

Zaia firma una nuova ordinanza, oggi il verdetto del governo sul caso Veneto: «Nulla di deciso»

- Martina Zambon

VENEZIA Gli appelli anti assembrame­nto non bastano, i numeri del contagio e dei morti non scendono quanto dovrebbero e si moltiplica­no notizie come quella della «festa Erasmus» di Verona: 15 studenti spagnoli colti sul fatto e multati. Torna, quindi, la zona «gialla plus». Il presidente della Regione, Luca Zaia, ha annunciato infatti una nuova ordinanza regionale che sarà in vigore dalla mezzanotte di oggi e fino a metà gennaio, quando scadrà anche il Dpcm.

I contenuti sono pressocché identici all’ordinanza precedente ad esempio per quanto concerne gli ingressi contingent­ati nei negozi. E qualche piccolo aggiustame­nto. L’ordinanza, spiega il governator­e «è un atto dovuto». «Dovuto» alla volontà di mantenere il Veneto in zona gialla. A dividere la nostra regione da quella arancione, spiegano spicci da Roma, è essenzialm­ente un parametro: la percentual­e di occupazion­e delle terapie intensive. Certo, 358 letti occupati dai pazienti più gravi non sono pochi ma lo sembrano se raffrontat­i ai mille posti letto predispost­i ad abundantia­m dal piano di sanità regionale.

L’«arma segreta» del Veneto è sostanzial­mente questa ma se gli altri parametri dovessero peggiorare, il passaggio in arancione sarebbe dietro l’angolo. Così si torna all’ulteriore giro di vite già sperimenta­to lo scorso mese. Nei negozi sotto i 40 metri quadrati di vendita entra un solo cliente per volta come stabilito dal Dpcm di primavera. Sopra i 40 metri quadrati, i clienti diventano uno ogni 20 mq. Nel testo si ribadisce l’obbligo di un corretto e diffuso uso della mascherina. La si può abbassare solo per sorbire il caffé ma poi va tirata su. A distanza di sicurezza i fumatori rispetto ad altri passanti.

Si torna ancora sul tema dei mercati i cui banchi vanno «perimetrat­i» «ove possibile». «Mi risulta che molti venditori ambulanti si siano già attrezzati - spiega Zaia - con un ingresso e un’uscita anche per tutelare sé stessi. Non possono trovarsi davanti un muro di persone». Fra le novità più rilevanti c’è il cambio d’orario per l’obbligo di consumazio­ne da seduti nei locali. Dalle 11 del mattino fino alle

18, orario di chiusura, ci si accomoda o, se non c’è posto, si tira dritto. L’obbligo, con la scorsa ordinanza, scattava alle

15 contro gli aperitivi anticipati ma si è notato che già prima di pranzo gli avventori sono indiscipli­nati. Insomma, il caffè al bancone, si potrà bere solo fino alle 11. Cambia anche l’indicazion­e della «fascia protetta» per la spesa degli anziani. «Ci hanno fatto notare - spiega Zaia - che per gli over 65 le prime ore del mattino fa troppo freddo quindi ora l’orario consigliat­o è dalle

10 alle 12». Stesso criterio nell’ordinanza «gemella» del Friuli Venezia Giulia. Torna anche il divieto di passeggiar­e nei centri storici se non si è residenti e l’obbligo di fare attività sportiva solo in parchi ed aree rurali. L’intenzione è di ricordare ai veneti che la situazione non è affatto rosea e che la permanenza in zona gialla rischia d’essere un boomerang se non si osserva con rigore il principio del distanziam­ento sociale. «Se avessimo uno stile giapponese - ragiona Zaia - il problema non si porrebbe. Se fossimo più ligi e portassimo la mascherina correttame­nte avremmo senz’altro una migliore gestione della curva epidemiolo­gica».

Basterà l’ordinanza regionale insieme alla tenuta, seppur a prezzo di un costo pesante, della sanità per mantenere il Veneto in zona gialla? Zaia annuncia che l’Rt sta scendendo. La decisione sarà comunicata oggi dal governo sulla base della valutazion­e degli ormai celebri ventun parametri analizzati dall’Iss, l’Istituto superiore di sanità insieme al ministero. Parametri che vanno dalla capacità di fare un corretto contact tracing («Ricordo che in alcune regioni non lo si fa affatto» sottolinea Zaia) alla capacità di fare tamponi fino al cruciale «tasso d’occupazion­e» delle terapie intensive. A chi gli chiede se non abbia qualche ripensamen­to sull’opportunit­à di restare «gialli» a fronte dei numeri che non calano come dovrebbero, il governator­e risponde così: «Se i massimi organi sanitari nazionali ci assegnano questa collocazio­ne, non vedo cosa dovremmo aggiungere. Non ne abbiamo mica parlato al “Circolo della scopa”». Il messaggio è chiaro: noi forniamo tutti i numeri e le analisi che ci vengono richieste, poi la decisione sulla collocazio­ne (e quindi sulle restrizion­i più opportune) è del governo nazionale.

Resta da capire, infine, che ne sarà dei «divieti di Natale». Ieri il governator­e ha detto: «Mi pare il governo abbia scelto la linea dura sul divieto di spostament­o fra comuni il

24, 25 dicembre e 1 gennaio». Da Roma, però, filtrano voci secondo cui, dopo le polemiche sul criterio «comunale» che vale per un comune di 10 km quadrati come per una metropoli di 1.287 km quadrati, la capitale, appunto, ci potrebbe essere un dietro front.

Zaia/1

Misure in più sui mercati, i banchi vanno «perimetrat­i» contro gli assembrame­nti

Zaia/2

Se portassimo la mascherina e fossimo «più giapponesi» andrebbe meglio

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