Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Veneto Banca, processo verso la prescrizione «Tempi troppo stretti»
Avvocati preoccupati per la scadenza di ottobre 2021
TREVISO Veneto Banca, l’inchiesta avanza verso il processo. Ma gli avvocati, all’uscita dall’udienza preliminare di ieri a Treviso, dove è andata avanti la costituzione delle parti civili, danno quasi per scontato che si arriverà alla prescrizione, a ottobre 2021: «I tempi sono troppo stretti».
TREVISO Crac Veneto Banca, il giudice ammette le parti civili per tutti i reati. In un processo che già vive lo spettro della prescrizione, a metà ottobre 2021. E in cui gli avvocati di parte civile richiedono in causa banca Intesa nel pagare i danni. Prende forma il processo al tribunale di Treviso per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, ereditata ormai due anni fa da Roma, che vede come unico indagato lo storico ex amministratore delegato, Vincenzo Consoli.
Ieri, mentre fuori il Coordinamento don Torta attuava un sit-in di protesta guidato dal leader Andrea Arman, dentro il tribunale, nella seconda udienza preliminare davanti al giudice Gianluigi Zulian, nuovo round sull’ammissione delle parti civili, salite con le ultime costituzioni quasi ad un migliaio. Con il difensore di Consoli, Ermenegildo Costabile, a chiedere l’esclusione generale di tutti i danneggiati dal reato di ostacolo di vigilanza, ma anche di far uscire dal processo quanti accettarono tre anni fa la transazione con la banca, firmando allora l’accordo tombale di evitare altre rivalse. Per parte sua, il pm Massimo De Bortoli, si è espresso a favore dell’ammissione di tutte le parti civili, e di Veneto Banca in liquidazione come responsabile civile, al contrario di Intesa.
Nel pomeriggio il giudice Zulian ha letto l’ordinanza con cui ammette tutti le parti civili per tutti i reati. «In maniera differente rispetto al processo di Vicenza, ma anche nel caso Mps, secondo una giurisprudenza totalitaria che vede possibile chiedere i danni sull’aggiotaggio ma non sull’ostacolo alla vigilanza, per cui i danneggiati sono Banca d’Italia e Consob», sostiene Costabile. Trovatosi di fronte, nel caso dell’esclusione di chi ha transato, all’assenza delle liste dei soci che accettarono l’accordo.
In compenso, nell’udienza del 9 gennaio, si dovrà affrontare un altro scoglio di rilievo: la richiesta di chiamare in causa come responsabile civile anche di Intesa, la banca che tre anni fa, alla messa in liquidazione di Veneto Banca e Bpvi, aveva preso la «polpa» dei due istituti, con il decreto di liquidazione che impedì ai soci di far causa per le azioni azzerate.
Il tema si era già posto due anni fa nell’udienza preliminare a Roma, davanti al giudice
Lorenzo Ferri. Che aveva ammesso la chiamata in causa di Intesa, sconfessando il decreto di liquidazione. Decisione, per altro, andata in senso opposto a Vicenza, dove il Gip Roberto Venditti aveva rigettato la chiamata di Intesa, divenuta inutile anche per Veneto Banca, con il ritorno a Treviso dell’inchiesta. Ieri, di fronte all’anticipazione della richiesta, il Gup Zulian ha deciso di raccogliere le istanze e di discuterle il 9 gennaio.
«È l’unico aspetto davvero interessante del processo», sostiene l’avvocato Luigi Fadalti. Oltretutto destinato a sopravvivere, se il giudice a Treviso dovesse seguire Roma, giocando l’ordinanza penale sul fronte civile, anche alla prescrizione del processo penale. Un fatto dato quasi per scontato tra gli avvocati: «I tempi sono troppo stretti», è la battuta raccolta ieri all’uscita. «Questo processo è destinato a morire», taglia corto l’avvocato Mirko Palumbo. La prescrizione preoccupa al punto che nelle chat di collegamento tra i legali ci si stanno scambiando inviti ad evitare interventi e a non citare testimoni se non strettamente necessari, per non facilitare la prescrizione. «Sì, è così - conferma Matteo Moschini -. L’invito che gira tra i colleghi è di non appesantire il processo».
Costabile Sulle parti civili scelta diversa da Vicenza