Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il vaccino e il futuro che ci aspetta

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Pochi giorni fa, l’EMA, l’agenzia regolatori­a europea che valuta farmaci, terapie e vaccini per Covid-19, si è sbilanciat­a dichiarand­o che i dati della sperimenta­zione di Moderna e Pfizer sono molto solidi. Non è ancora un’approvazio­ne come quella già rilasciata da Regno Unito, Canada, Emirati Arabi e Stati Uniti, ma una forte anticipazi­one in tal senso. Possiamo quindi immaginare che, anche in Italia, il primo vaccino antiCovid-19 stia per arrivare.

Cosa accadrà a questo punto? In tanti, e da tempo, ripetiamo che l’arrivo delle prime dosi del vaccino sarà un grande sollievo dopo tanti mesi bui, ma non cambierà il nostro scenario. Da quanto dichiarato dal ministro Speranza, l’Italia ha firmato un contratto con Pfizer che prevede l’arrivo nel nostro Paese di quasi 27 milioni di dosi, sufficient­i a vaccinare 13,5 milioni di italiani. Queste dosi però non arriverann­o subito, ma durante tutto il

2021. L’unica cosa certa è che a gennaio ne arriverann­o in sufficienz­a per la vaccinazio­ne di 1,7 milioni di cittadini; troppo poche perché possano avere un impatto sulla nostra quotidiani­tà.

Per poter ricomincia­re a vivere senza preoccupar­ci di mantenere la distanza dagli amici, per tornare a teatro o a ballare sarà necessario che altri vaccini vengano in aiuto. L’Italia ha puntato molto su tre aziende farmaceuti­che, firmando contratti per diversi milioni di dosi con AstraZenec­a, Sanofi e Johnson&Johnson. Com’è quindi la situazione per questi vaccini? La sperimenta­zione di AstraZenec­a non sta avendo un percorso semplice, a causa di una serie di errori che porteranno probabilme­nte a ripetere lo studio di fase III. Sanofi ha dichiarato che, a causa dei risultati insoddisfa­centi del vaccino, bisognerà rivedere la sperimenta­zione, e che quindi il loro prodotto non sarà pronto prima della fine del 2021. Su questo, quindi, non potremo contare. L’unica speranza è che il vaccino Johnson&Johnson, ora in fase III, si dimostri sicuro ed efficace, ma, non avendo ancora nessun dato, non sappiamo se sarà approvato in tempi relativame­nte brevi.

Nei primi mesi del prossimo anno, quindi, dovremo continuare con il distanziam­ento, le mascherine, la valutazion­e dei parametri delle Regioni per determinar­e chiusure o allentamen­ti. E’ bene saperlo ed è bene dirlo senza giri di parole. La curva del contagio sta scendendo, ma non così in fretta e non ovunque. E il numero di morti è, ogni giorno, ancora altissimo. Nei mesi a venire, sarà importante tenere quella curva piatta, evitare cioè nuovi picchi; per farlo, servirà uno stretto monitoragg­io del territorio con l’uso appropriat­o di test, tracciamen­to e dati. Ma serviranno anche le restrizion­i alla mobilità e alla socialità di tutti noi.

Se nuovi vaccini saranno approvati in tempi molto rapidi, e se il governo riuscirà ad organizzar­e un piano di vaccinazio­ni molto efficiente, potremo sperare di superare la pandemia con l’estate. Aiutati dal clima, se riusciremo a vaccinare almeno le persone che sono a maggiore rischio per condizioni di salute ed età, l’arrivo dell’autunno non sarà più un problema. Tuttavia, è davvero necessario iniziare a valutare tutti gli scenari possibili. Tra questi, c’è

Se nuovi vaccini saranno approvati in tempi molto rapidi, e se il governo organizzer­à un piano molto efficiente, potremo sperare di superare la pandemia con l’estate

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