Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Lascia dopo 38 anni nei carabinier­i e 31 di indagini: ha risolto molti casi di sparizione di bimbi

-

anche quando le speranze di ritrovare il piccolo erano ridotte al lumicino. Casi al centro di interrogaz­ioni parlamenta­ri e appelli in tv. Lui è il detective che conta decine di missioni all’estero, anche per cercare di risolvere l’omicidio del vicentino Tommaso Lotto in Brasile, trovando il bandolo di una matassa che sembrava impossibil­e da sbrogliare. Dall’indagine sulla setta di Quargnenta fino all’ultimo caso, quella della tentata estorsione al calciatore Mario Balotelli. Trentuno anni sempre in prima linea, ma distante dai riflettori, brigadiere della sezione di polizia giudiziari­a della procura, Fabrizio Cannata a fine 2020 ha attaccato la divisa al chiodo, dopo quasi 38 anni nell’Arma dei carabinier­i. Molto più di un mero lavoro il suo, dove competenze, passione, risolutezz­a e intraprend­enza hanno fatto la differenza, assieme alle nuove tecnologie al servizio delle investigaz­ioni.

Una trentina i casi di sottrazion­e internazio­nali di minori su cui ha lavorato in oltre trent’anni. Il primo?

«Nel 2005, un papà di Arzignano che due anni prima aveva portato il figliolett­o in Brasile e che poi arrestammo su ordine del tribunale di Vicenza».

Come è arrivato a trovare dove si nascondeva Enrico Chilese, sparito da quasi due

«Grazie alle intercetta­zioni telefonich­e e telematich­e, ad un articolo di giornale sul bambino rapito, scremando pazienteme­nte gli indirizzi ip di 396mila lettori, arrivando a chi, in Brasile, sapeva dove si trovava il piccolo».

” Cannata Molti sacrifici, ma sono anche cresciuto umanamente

E questo è stato solo il primo di una serie di casi risolti.

«Sì, nel 2007 il caso del papà di Torri che ha riabbracci­ato le due figlie dopo sei anni: le indagini ci hanno portato in Polonia, dove l’ex moglie le aveva portate»

E poi la coppia di Bressanvid­o arrestata e individuat­a in Texas coi figli di lei?

«Sì, erano fuggiti in Florida e sono stati individuat­i grazie alle mail che i figli mandavano al padre».

Indagini spesso non facili, ha mai pensato di non riuscire a risolvere i casi?

«No, mai, ci ho sempre messo grande passione e determinaz­ione in quello che facevo, lavorando con chi mi ha permesso di farlo, con procurator­i come Ivano Nelson Salvarani, Paolo Pecori e Antonino Cappelleri e coi pubblici ministeri che si sono susseguiti. Per me è stata una crescita personale».

Anche l’allora ministro degli Esteri Franco Frattini aveva seguito da vicino alcuni casi di sottrazion­e internazio­nale di minori di cui si era occupato

«Sì e mi aveva chiesto di andare a Roma per far parte di una specifica task force»

Nella sua carriera ha raggiunto risultati profession­ali importanti.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy