Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Vitaliano Trevisan, l’sos via Facebook: «Prigioniero in Psichiatria... Resisto»
«Prigioniero, da domenica in psichiatria (accertamento psichiatrico obbligatorio). Resisto». Profilo Facebook di Vitaliano Trevisan, post pubblicato verso le 19 di ieri. Di poco successivo un secondo messaggio, in cui lo scrittore, attore e regista vicentino entra nei dettagli della vicenda di salute che lo riguarda: «Per accertare la mia “sanità mentale” possono tenermi recluso 15 giorni. Ne sono passati tre. In teoria potrei chiedere di andarmene, essendo l’accertamento non coercitivo, ma, se lo facessi, come mi è stato fatto chiaramente intendere, Rischierei il Tso (Trattamento sanitario obbligatorio, ndr). Perciò rinuncerò al mio diritto, non chiederò di andarmene e resterò in osservazione». Al telefono, l’autore del romanzo «I quindicimila passi» spiega la situazione. É ricoverato in Psichiatria, a Montecchio Maggiore. All’origine del ricovero ci sarebbe un Aso, accertamento sanitario obbligatorio: «Nasce - spiega Trevisan - dall’istanza che ha fatto la mia compagna, che vive in Toscana e l’ha fatta mentre io ero qua, a 450 chilometri di distanza. L’ha fatta, sembra, per il mio bene, perché teme per la mia salute mentale: questo è. E io sono costretto qua perché una persona che è a cinquecento chilometri teme per la mia salute mentale...». L’avvocato di Trevisan sta completando le verifiche sul caso ma conferma a grandi linee il quadro tratteggiato dallo scrittore di Cavazzale. In sintesi, sabato scorso il regista/attore è stato contattato dal comandante dei carabinieri di Crespadoro, che ha chiesto di parlargli. Domenica, Trevisan si è presentato in caserma, rientrando prima da un viaggio. Lì, due agenti della municipale gli hanno notificato l’Aso e un’unità del 118 lo ha portato a Vicenza, reparto psichiatrico. Lunedì il trasferimento a Montecchio. Va detto come l’accertamento sanitario obbligatorio sia una procedura legale, che si attiva con certificato medico; serve anche l’ordinanza del sindaco del Comune di residenza del paziente.
Il questo caso è il sindaco o, meglio, l’ex sindaco di Crespadoro: Emanuela Dal Cengio, battuta per sei voti domenica alle elezioni amministrative, si limita al classico: «Non confermo e non smentisco». ( r.piv.)