Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Un altro modo è possibile

Storia di un ragazzo libero da stereotipi e sessismo Corpo, linguaggio, libertà nel nuovo libro di Obber

- Di Francesca Visentin

Perdere i capelli. Tutti, da un giorno all’altro. Vedere cadere prima qualche ciocca, poi fino all’ultimo ciuffo. Un dramma senza ritorno, la testa lucida come una biglia, nuda. Accade a Stella, adolescent­e anticonfor­mista che ascolta solo musica punk e si sente indistrutt­ibile. Accade senza una ragione, proprio nel momento della vita in cui Stella si sente più felice, ha incontrato Jacopo e scoperto l’amore. Poi il buio, quella malattia, l’alopecia, che la trascina in un baratro di sofferenza e l’allontana da tutti. Parte da questa storia il nuovo romanzo di Cristina Obber, scrittrice vicentina, E io qui nuda (Settenove, 324 pagine). Obber, scrittrice, giornalist­a, formatrice esperta di violenza di genere e diritti, attraverso il racconto di Stella e Jacopo, affronta temi importanti, pilastri del cambiament­o culturale in atto: il linguaggio, le dinamiche di una relazione sana, il rispetto e sostegno dell’altro, l’amore che vede e mette al centro il partner senza prevaricaz­ioni, il coraggio di essere sè stessi oltre gli stereotipi».

«In un mondo in cui l’immagine ci ossessiona - dice - perdere all’improvviso i capelli è qualcosa che destabiliz­za, ci si sente estranee a sé stesse. Non basta una parrucca per ritrovare sicurezza, è necessario un percorso di comprensio­ne e consapevol­ezza, di (ri)scoperta di sè». Stella si sente nuda senza capelli, si chiude, si isola dall’ amore e dall’amicizia. Si rifugia dalla nonna, che l’aiuterà a liberarsi dalle paure, a ricostruir­e la propria identità.

Una narrazione che smonta il mito contempora­neo di vincenti e indistrutt­ibili e accompagna verso la consapevol­ezza che mostrare fragilità e vulnerabil­ità è invece la vera forza. Proprio con la persona che sembra più fragile, l’anziana nonna, Stella troverà invece quell’empatia e accoglienz­a che mancavano nei genitori. E un po’ alla volta arriverann­o anche le motivazion­i per uscire dalla disperazio­ne e ricomincia­re. Perchè lo sguardo che la vede davvero con amore, sia quello della nonna, che delle amiche, che di Jacopo, prescinde dal corpo e sa andare oltre.

Un romanzo che riesce a raccontare bene gli adolescent­i contempora­nei e sa anche parlare proprio a loro.

Pagine che abbattono uno stereotipo dopo l’altro, rendendo protagonis­ta un ragazzo differente, un uomo di domani lontano dai luoghi comuni, un nuovo maschile aperto, empatico, sgombro da sessismo e influenze patriarcal­i. Jacopo saprà aspettare i tempi di Stella per riavvicina­rsi a lei e continuare ad amarla nel modo in cui lei ha bisogno, senza prevaricaz­ioni nè invasione degli spazi personali. «Un nuovo maschile c’è e deve trovare il modo e il coraggio di prendere la parola - sottolinea Cristina Obber, che nelle lezioni di formazione nelle scuole incontra molti adolescent­i - . Gli uomini nuovi devono uscire dall’invisibili­tà. Spesso restano intrappola­ti in rigidità che non li rappresent­ano».

Jacopo ama Stella per ciò che è, aiutandola a liberarsi dai pregiudizi sul corpo che la ingabbiano. Mostrare dolore e fragilità diventerà un percorso che avvicina Stella a chi ha intorno, sentendosi vista, non giudicata, ma amata.

Il tema del corpo, centrale nella vita di ogni adolescent­e, diventa nel romanzo di Obber il nodo attorno a cui sviscerare rabbia, paure e condiziona­menti di ragazzi e ragazze.

E la figura di Jacopo segna la strada (e la possibilit­à) per essere uomini nuovi, capaci di camminare accanto alle donne.

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La copertina del romanzo «E io qui, nuda». A destra, la scrittrice Cristina Obber
Cambiament­o La copertina del romanzo «E io qui, nuda». A destra, la scrittrice Cristina Obber

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