Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Riaprono gli ospedali Covid
L’aumento dei ricoveri spinge la conversione: Padova prima Usl a ridurre visite ed esami
L’aumento dei contagi e dei ricoveri conferma che il Veneto si avvia a grandi passi verso la fascia gialla. La sanità è in affanno e tornano anche i Covid Hospital che vanno di pari passo con la riduzione dell’attività ordinaria. Padova blocca visite ed esami.
VENEZIA «Ci attende un Natale in giallo». A dirlo è il presidente della Regione Luca Zaia, che ieri a Marghera ha fatto il punto su un’epidemia che non molla la presa sul Veneto. Anzi: ieri, grazie a 122.097 test (più del doppio di un anno fa), sono stati scoperti altri 2.960 contagiati, con un incidenza del 2,42% che fa sbottare Zaia: «Continuano a dire che il Veneto ha il record di positivi ma non è così, non ci si può basare sui numeri assoluti, questi vanno sempre correlati al numero di tamponi fatti. Un conto è cercare il Covid con la lenza, un altro con la rete a strascico e non può diventare una colpa cercare e trovare tanti positivi. Prendiamo l’Emilia Romagna: nelle tabelle dell’Istituto superiore di sanità è al 3,8% d’incidenza. Ma ci sono Regioni al 5% e perfino al 7%».
Di pari passo cresce il numero dei ricoverati con una conclamata preponderanza di pazienti non vaccinati, come si vede nel grafico a lato: i posti letto occupati in area non critica sono 772 (+72), l’11% del totale disponibile con soglia d’allarme al 15%; i posti letto occupati in terapia intensiva sono invece 133 (+10; si aggiungono ai 299 ricoverati non Covid), il 13% del totale con soglia d’allarme al 10%. Vola anche l’incidenza a 317 contagiati ogni 100 mila abitanti (la soglia per il passaggio di fascia è 150) ma con punte oltre 600, come nell’Asolano. L’Rt è a 1,39. «Con questi dati, e guardando l’andamento delle curve, lo scenario è delineato - ha detto Zaia - resteremo bianchi la prossima settimana e molto probabilmente passeremo in giallo la settimana di Natale, lunedì 20 dicembre».
La macchina della sanità, inevitabilmente, comincia a dare i primi segnali di affanno. Il contact tracing è sempre più in ritardo, a causa delle scuole soprattutto, che per ogni positivo costringono «i tracciatori» ad un enorme lavoro di ricostruzione dei contatti (si parte dai compagni per allargarsi via via alle famiglie, agli amici, alle associazioni sportive). Negli ospedali la situazione è «al limite», per usare le parole di Zaia, a Padova, Treviso e Belluno, ma anche Vicenza e Venezia danno segnali di sofferenza. Di qui la decisione della Regione di riattivare progressivamente i Covid Hospital, ossia gli ospedali interamente dedicati alla lotta contro il virus, che manterranno solo punti nascita, cure oncologiche e dialisi, interrompendo gradualmente tutte le altre attività, a cominciare dall’urgenza-emergenza. Il primo Covid Hospital a riaprire i battenti sarà Schiavonia, nel Padovano, poi toccherà al San Camillo di Treviso e a Santorso nel Vicentino. Nell’elenco ci sono anche Belluno, Vittorio Veneto, Dolo, Jesolo, Trecenta, Villafranca e Borgo Roma a Verona. «So che ci sono già proteste - ha allargato le braccia Zaia - ma non possiamo fare altrimenti. Non è una scelta facile ma non possiamo farci trovare impreparati nel caso in cui i ricoveri continuino a crescere ed utilizzare gli ospedali dismessi, come Monselice o Valdobbiadene, non è possibile perché i letti di terapia intensiva richiedono infrastrutture adeguate».
Proprio a causa del superamento del limite di guardia nelle terapie intensive, l’Usl 6 di Padova sarà anche la prima ad entrare nella «Fase 3» del piano ospedaliero anti-Covid (Venezia è al limite, questione di giorni) che prevede la riduzione di tutta l’attività in week e day surgery e delle visite specialistiche a 30 e a 60 giorni, come ha riferito l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin.
«Continuiamo a confidare nelle vaccinazioni - ha concluso Zaia -. Ieri abbiamo somministrato 47.463 dosi; di queste 3.702 erano prime dosi, il triplo di qualche giorno fa, a dimostrazione che molti scettici si sono infine convinti ad immunizzarsi. Stanno andando bene anche le terze dosi: ieri sono state 41.986, per un totale di 746.848 nell’arco di due settimane. Procedendo a questo ritmo, per il 31 dicembre contiamo di raggiungere 1,5 milioni di veneti. Ne avrebbero diritto 2 milioni, li invito a prenotarsi: il 20% delle agende di dicembre è libero, il 45% a gennaio».
I contagi
In Veneto l’Rt è a 1,39, l’incidenza a 317 ogni 100 mila abitanti con limite a 150
Le terapie intensive
I posti letto occupati in terapia intensiva sono 133 (il 13% del totale con limite al 10%)