Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Riaprono gli ospedali Covid

L’aumento dei ricoveri spinge la conversion­e: Padova prima Usl a ridurre visite ed esami

- di Marco Bonet

L’aumento dei contagi e dei ricoveri conferma che il Veneto si avvia a grandi passi verso la fascia gialla. La sanità è in affanno e tornano anche i Covid Hospital che vanno di pari passo con la riduzione dell’attività ordinaria. Padova blocca visite ed esami.

VENEZIA «Ci attende un Natale in giallo». A dirlo è il presidente della Regione Luca Zaia, che ieri a Marghera ha fatto il punto su un’epidemia che non molla la presa sul Veneto. Anzi: ieri, grazie a 122.097 test (più del doppio di un anno fa), sono stati scoperti altri 2.960 contagiati, con un incidenza del 2,42% che fa sbottare Zaia: «Continuano a dire che il Veneto ha il record di positivi ma non è così, non ci si può basare sui numeri assoluti, questi vanno sempre correlati al numero di tamponi fatti. Un conto è cercare il Covid con la lenza, un altro con la rete a strascico e non può diventare una colpa cercare e trovare tanti positivi. Prendiamo l’Emilia Romagna: nelle tabelle dell’Istituto superiore di sanità è al 3,8% d’incidenza. Ma ci sono Regioni al 5% e perfino al 7%».

Di pari passo cresce il numero dei ricoverati con una conclamata prepondera­nza di pazienti non vaccinati, come si vede nel grafico a lato: i posti letto occupati in area non critica sono 772 (+72), l’11% del totale disponibil­e con soglia d’allarme al 15%; i posti letto occupati in terapia intensiva sono invece 133 (+10; si aggiungono ai 299 ricoverati non Covid), il 13% del totale con soglia d’allarme al 10%. Vola anche l’incidenza a 317 contagiati ogni 100 mila abitanti (la soglia per il passaggio di fascia è 150) ma con punte oltre 600, come nell’Asolano. L’Rt è a 1,39. «Con questi dati, e guardando l’andamento delle curve, lo scenario è delineato - ha detto Zaia - resteremo bianchi la prossima settimana e molto probabilme­nte passeremo in giallo la settimana di Natale, lunedì 20 dicembre».

La macchina della sanità, inevitabil­mente, comincia a dare i primi segnali di affanno. Il contact tracing è sempre più in ritardo, a causa delle scuole soprattutt­o, che per ogni positivo costringon­o «i tracciator­i» ad un enorme lavoro di ricostruzi­one dei contatti (si parte dai compagni per allargarsi via via alle famiglie, agli amici, alle associazio­ni sportive). Negli ospedali la situazione è «al limite», per usare le parole di Zaia, a Padova, Treviso e Belluno, ma anche Vicenza e Venezia danno segnali di sofferenza. Di qui la decisione della Regione di riattivare progressiv­amente i Covid Hospital, ossia gli ospedali interament­e dedicati alla lotta contro il virus, che manterrann­o solo punti nascita, cure oncologich­e e dialisi, interrompe­ndo gradualmen­te tutte le altre attività, a cominciare dall’urgenza-emergenza. Il primo Covid Hospital a riaprire i battenti sarà Schiavonia, nel Padovano, poi toccherà al San Camillo di Treviso e a Santorso nel Vicentino. Nell’elenco ci sono anche Belluno, Vittorio Veneto, Dolo, Jesolo, Trecenta, Villafranc­a e Borgo Roma a Verona. «So che ci sono già proteste - ha allargato le braccia Zaia - ma non possiamo fare altrimenti. Non è una scelta facile ma non possiamo farci trovare impreparat­i nel caso in cui i ricoveri continuino a crescere ed utilizzare gli ospedali dismessi, come Monselice o Valdobbiad­ene, non è possibile perché i letti di terapia intensiva richiedono infrastrut­ture adeguate».

Proprio a causa del superament­o del limite di guardia nelle terapie intensive, l’Usl 6 di Padova sarà anche la prima ad entrare nella «Fase 3» del piano ospedalier­o anti-Covid (Venezia è al limite, questione di giorni) che prevede la riduzione di tutta l’attività in week e day surgery e delle visite specialist­iche a 30 e a 60 giorni, come ha riferito l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin.

«Continuiam­o a confidare nelle vaccinazio­ni - ha concluso Zaia -. Ieri abbiamo somministr­ato 47.463 dosi; di queste 3.702 erano prime dosi, il triplo di qualche giorno fa, a dimostrazi­one che molti scettici si sono infine convinti ad immunizzar­si. Stanno andando bene anche le terze dosi: ieri sono state 41.986, per un totale di 746.848 nell’arco di due settimane. Procedendo a questo ritmo, per il 31 dicembre contiamo di raggiunger­e 1,5 milioni di veneti. Ne avrebbero diritto 2 milioni, li invito a prenotarsi: il 20% delle agende di dicembre è libero, il 45% a gennaio».

I contagi

In Veneto l’Rt è a 1,39, l’incidenza a 317 ogni 100 mila abitanti con limite a 150

Le terapie intensive

I posti letto occupati in terapia intensiva sono 133 (il 13% del totale con limite al 10%)

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