Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
L’azienda brucia per la terza volta
Montebello, ennesimo rogo (in un anno e mezzo) alla Futura. Il sindaco: «Ora basta»
MONTEBELLO Ancora un nuovo, devastante incendio alla Futura srl di Montebello, azienda attiva nel settore del trattamento dei rifiuti e delle bonifiche ambientali. I precedenti a settembre ed aprile 2020. Una scena già vista nei depositi di via Lungo Chiampo: dalle 22 di lunedì hanno lavorato 26 pompieri arrivati con sei mezzi da Arzignano. Per ora non si può escludere la pista del dolo ma nemmeno la violazione di normative in materia di sicurezza sul lavoro. Il sindaco: «Ora basta».
MONTEBELLO Ancora un nuovo, devastante incendio alla Futura srl di Montebello, azienda attiva nel settore del trattamento dei rifiuti e delle bonifiche ambientali. I precedenti a settembre ed aprile 2020. Una scena già vista nei depositi di via Lungo Chiampo: dalle 22 di lunedì hanno lavorato 26 pompieri arrivati con sei mezzi da Arzignano, Vicenza, Lonigo, Verona. Coinvolti anche volontari di Thiene. Gli operatori sono riusciti a circoscrivere le fiamme divampate nella parte centrale del capannone, già in parte estese nel reparto attiguo. Le operazioni di bonifica e di spegnimento degli ultimi focolai sono proseguite per ore, tanto che ieri pomeriggio erano ancora al lavoro delle squadre. Quanto alle cause del rogo sono al vaglio dei tecnici e del nucleo di polizia giudiziaria dei vigili del fuoco. Ad intervenire anche i tecnici di Arpav e i carabinieri che hanno avviato accertamenti e relazioneranno al pm di turno. Per ora non si può escludere la pista del dolo ma nemmeno la violazione di normative in materia di sicurezza sul lavoro.
Di certo un episodio che ha innescato non poche preoccupazioni. Con la necessità di dire «basta», di «soluzioni definitive». A chiederlo è il sindaco Dino Magnabosco che ieri mattina, in attesa dei risultati degli esami sulla qualità sull’aria di Arpav, ha firmato un’ordinanza comunale che imponeva di tenere chiuse le finestre e vietava di raccogliere frutta e verdura da orti e giardini, oltre che di stendere i panni e stazionare all’aperto. Ordinanza revocata in serata, avuto l’esito degli esami. Rimane comunque l’obbligo di lavare poggioli, davanzali e aree circostanti le case, la biancheria stesa all’esterno, ma anche frutta e verdura per i prossimi sette giorni. «È il terzo incendio in un anno e mezzo. Non mi interessa se sia accidentale o doloso. A noi interessa la salute dei cittadini, che dobbiamo tutelare con ogni mezzo», commenta Magnabosco rimasto davanti all’azienza che bruciava fino a notte fonda e tornato ieri mattina con l’ufficio tecnico per un ulteriore sopralluogo. «Non è più tollerabile che in quel luogo si susseguano così frequentemente incendi – afferma -. Ci chiediamo come mai l’azienda, dopo i due precedenti eventi, non sia stata in grado di garantire un minimo di sicurezza. Noi, come Comune, non abbiamo poteri decisionali sull’attività aziendale, poiché le autorizzazioni sono provinciali e regionali. Ho dunque contattato la Regione, la Provincia e la prefettura affinché siano trovate soluzioni definitive, che evitino nuovi incendi. La popolazione di Montebello è giustamente arrabbiata e preoccupata e pretende risposte certe».
L’assessore regionale all’Ambiente Gianpaolo Bottacin fa sapere come Arpav abbia «proceduto all’immediata denuncia in procura, come d’uopo in questi casi». E come «la situazione sembra essere sotto controllo, dopo che si è riusciti a contenere le acque di spegnimento. Sono stati fatti alcuni campioni e gli esiti vengono tempestivamente comunicati al sindaco». Quando alle cause dell’incendio l’assessore regionale ha commentato: «Nulla può essere lasciato al caso e noi garantiamo il massimo supporto agli inquirenti». A chiedere chiarezza e più attenzione, infine, Simona Siotto, vicepresidente del Consiglio di bacino dei rifiuti Vicenza. Così come Nicola Finco, vicepresidente del consiglio regionale e la consigliera regionale Cristina Guarda di Europa Verde.
«Fare chiarezza»
È il sindaco a chiedere di fare luce sul terzo rogo. Con lui la politica e la Regione