Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Mugugni alle porte del centro storico in viale Milano non ci sono le luminarie Piccolo: «Una decisione non c’è ancora»

- Federico Murzio

VICENZA Dei rimandi alla Milano da bere che negli anni Ottanta videro questa strada protagonis­ta dello shopping, oggi in viale Milano sembrano permanere il traffico e il calvinismo estetico delle forme dei palazzi. Ma come, mugugna qualche residente vestigia dell’epoca d’oro, da qualche tempo è iniziato un lento processo di rigentrifi­cazione dopo la stagione buia della casbah, delle risse, del «rassicuran­te» suono delle volanti atteso come la tromba del Settimo cavallegge­ri, e ora, a una manciata di giorni dal 25 dicembre, non ci sono nemmeno le luminarie natalizie? A memoria potrebbe essere la prima assenza in assoluto e un nuovo record per la via. Così come, sempre a memoria, sostituito da un boschetto dorato, quest’anno appare il primo senza un tradiziona­le albero di Natale in piazza dei Signori. Ma se quest’ultimo spazio riconduce ad altre scelte, lo scoglio da superare in viale Milano sembrerebb­e portare a una criticità all’interno del variegato mondo dei negozianti e degli esercenti pubblici. «In realtà una decisione sulle luminarie, in un senso o in un altro, non è ancora stata presa – spiega Nicola Piccolo, presidente della sezione centro storico di Confcommer­cio -. Possiamo metterla così: ci si sta organizzan­do sulle persone che dovrebbero raccoglier­e le quote». La dinamica va infatti considerat­a nell’anno del ritorno al passato sotto il profilo della sostenibil­ità economica dell’iniziativa natalizia, «Luminarie a partecipaz­ione mista, Comune e privati» dettaglia. E, la dinamica, deve essere valutata nell’ambito di ciò che lo stesso Piccolo definisce «scenario attuale». Dice: «È vero che dopo il periodo delle chiusure dettate dai provvedime­nti di contenimen­to della pandemia assistiamo negli ultimi mesi a un rimbalzo del Pil. Ma questo, in relazione al commercio, non ha toccato tutti i settori merceologi­ci, tutti i negozianti e tutti gli esercenti nella stessa misura e con la medesima intensità». Insomma, nonostante le quote siano diverse a seconda della distanza da piazza dei Signori, prima di investire del denaro nelle luminarie è necessario sedersi a tavolino e fare un po’ di conti sulla convenienz­a. Va anche detto che le incertezze del mercato, le fluttuazio­ni economiche, il caro delle materie prime e delle spese di trasporto e il loro impatto sul commercio al dettaglio, influiscon­o poco o nulla nei desiderata di coloro che vorrebbero l’accesso ovest al centro storico illuminato a festa.

Naturalmen­te, la precisazio­ne è d’obbligo, si tratta dell’accesso percorribi­le in auto, perché nella strada in uscita, corso Santi Felice e Fortunato, le decorazion­i luminose non solo ci sono ma sono anche accese. Cosa che non avverrebbe in tutte le strade della città nelle quali le luci sono state installate. Solo poche sere fa c’era chi segnalava, con tanto di fotografie, il «buio» natalizio in alcune strade. In via Pasi, per esempio. Il che porterebbe a pensare, e c’è già chi in questo singolare esercizio non si è preso indietro, che in tema di illuminazi­one pubblica, in un modo o nell’altro, l’amministra­zione tenderebbe a soffrire ancora.

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In piazza Una cascata di luci

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