Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Speedline, il blocco va avanti. Oggi vertice-bis
Fabbrica al lavoro anche ieri, ma i Tir con i prodotti finiti in gran parte non escono. La Regione convoca le parti
VENEZIA Il giorno festivo non ha fermato la produzione. In compenso il malcontento degli operai è riuscito a bloccare la gran parte dei camion con i prodotti finiti in partenza. Alla Speedline di Santa Maria di Sala, nel Veneziano, 605 dipendenti diretti a rischio licenziamento, si è deciso che, in attesa di parlare con Regione e ministero dello Sviluppo economico nel vertice di oggi, la protesta sarebbe continuata. E così, dopo lo sciopero di otto ore di turno di lunedì, tra martedì e ieri si è cercato di mantenere il blocco dei cancelli.
L’azienda una settimana fa era stata scossa dall’indiscrezione di una imminente chiusura e conseguente delocalizzazione («Germania o Polonia»,
suggeriva il sindaco metropolitano Luigi Brugnaro, che aveva rivelato la notizia); prospettiva confermata dalla proprietà svizzera, il gruppo Ronal, lunedì, quando per confermare le sue intenzioni ha mandato a Santa Maria di Sala l’advisor economico finanziario Luca Ramella di Alix Partners e l’avvocato Antonella Negri dello studio Bonelli Erede: un anno per chiudere tutto, nove mesi per individuare una qualche soluzion e « a l t e r n a t i v a » , c h e comunque si poteva declinare solo come un presidio locale ridotto o una riconversione degli impianti, scenari che le parti sociali hanno scartato come improponibili. «L’unica soluzione - hanno ribadito Fim e Fiom - è mantenere la produzione qui».
Il blocco dei cancelli non è assoluto, qualche Tir riesce a passare con il suo carico; ma negli ultimi due giorni si può dire che sia più la merce rimasta in magazzino che quella partita. La proprietà svizzera resta trincerata dietro al silenzio. Le sigle sindacali stanno attendendo l’esito dell’incontro di oggi al tavolo di crisi dell’assessorato regionale al Lavoro, al quale sarà collegato anche il ministero dello Sviluppo economico: l’appuntamento è per mezzogiorno; dopo si vedrà come proseguire la mobilitazione; i sindacati si sono detti pronti ad andare fino in Svizzera, se necessario. Come potrebbe essere, se Ronal proseguisse nella linea di farsi rappresentare solo dai consulenti: la Regione per prima si aspetta la proprietà al tavolo di stamattina, per poter discutere la decisione a monte, non le modalità della sua attuazione.
Martedì, intanto, si è andata formando un’altra linea di contrattacco, organizzata dalla Città metropolitana che sta radunando parlamentari veneziani, trevigiani e padovani per fare pressione sul governo, per rendere la questione nazionale e non solo locale. Da ieri, dopo Nicola Pellicani e Andrea Ferrazzi (Pd) e Antonio De Poli (Udc), la squadra potrà probabilmente contare anche su Roberto Caon (Fi), anche lui firmatario di un’interpellanza urgente sul tema.