Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Contagi, il picco della quarta ondata Il vescovo di Padova attacca i No vax

- di Michela Nicolussi Moro

VENEZIA

Finisce di nuovo sotto i riflettori della pandemia il Veneto, che insieme a Lazio, Liguria, Marche, Trento e Lombardia ha visto esplodere i contagi da Covid-19 e a Natale sarà in zona di rischio colore giallo. Ieri il bollettino ha registrato l’aumento giornalier­o più pesante dall’inizio della quarta ondata: 3.516 nuovi casi, per un totale di 538.767 dal 21 febbraio 2020, e sei vittime, per un triste computo di 12.020. Va specificat­o che 200 contagi non si riferiscon­o tutti a ieri, ma agli ultimi giorni e sono stati caricati in ritardo dall’Usl Euganea a causa dell’attacco hacker subìto all’alba del 3 dicembre. Si rileva anche un minimo rallentame­nto dei ricoveri, con 31 pazienti dimessi da Malattie infettive e Pneumologi­a, che scendono a 741 degenti, e altri tre usciti dalle Terapie intensive (ora a 129 malati), ma il tasso di occupazion­e resta alto. E’ al 12% in enverati trambe le aree, quindi ha superato il livello di guardia per la Terapia intensiva ed è a un passo del 15% di limite massimo prima del passaggio in giallo in Malattie infettive.

Un’impennata legata anche alle continue manifestaz­ioni no vax e no green pass, che da due mesi portano in piazza almeno una volta alla settimana migliaia di persone senza mascherina. Padova è la città più colpita dalla protesta, contro la quale ieri ha alzato la voce il vescovo, monsignor Claudio Cipolla, al termine dell’ennesimo corteo sfilato nel centro storico. «Non riesco sinceramen­te a capire le ragioni di queste persone — ha detto il presule — non possono essere altro che emotive e individual­iste, prive di qualsiasi base scientific­a. Mi auguro che gli interessat­i si ravvedano in fretta e la finiscano di fare danni non solo a se stessi, ma a tutti. Non comprendo il senso di questo loro atteggiame­nto di resistenza, che in fin dei conti si traduce nella non difesa degli altri, a cominciare dagli anziani, dai più deboli e fragili». Poi il monito: «Coloro che si sono vaccinati hanno maturato una certa protezione contro il virus, mentre chi non l’ha fatto rischia di ammalarsi seriamente». E in merito alla libertà continuame­nte invocata da no vax e no Green pass, monsignor Cipolla ha scandito: «Esiste una libertà individual­e ma esiste anche una libertà collettiva che forse, in questo periodo di emergenza pandemica, è un po’ più importante. Se non altro perché la libertà individual­e va coniugata con la sicurezza di non fare danni agli altri e a se stessi. In certe circostanz­e il nostro modo di vivere dev’essere governato dalla responsabi­lità collettiva e non da una libertà del singolo, che coincide con una visione puramente individual­istica della propria esistenza».

«In effetti questa quarta ondata si può definire la pandemia dei no vax — conviene Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità e al Sociale — soprattutt­o per quanto riguarda i ricoveri la percentual­e di non immunizzat­i è nettamente superiore. La circolazio­ne del Sars-Cov2 è molto intensa ma i tanti nuovi casi evidenziat­i si devono anche a un’attività di screening che resta la più alta d’Italia, con una capacità di 14mila tamponi per 100mila abitanti alla settimana». Secondo gli ultimi dati di Azienda Zero nella settimana tra il 15 e il 28 novembre in Terapia intensiva sono stati rico72 no vax contro 35 persone vaccinate con ciclo completo ma gravate da patologie pregresse. E a proposito di test per la ricerca del Covid-19, domani l’assessore Lanzarin e i rappresent­anti delle Usl incontrera­nno il colonnello Sergio Garofalo, responsabi­le dell’ex ospedale militare di Padova e coordinato­re dei 20 medici, 40 infermieri e 50 soldati addetti alla logistica schierati in Veneto dall’Esercito. Martedì sera è arrivata la nota con la quale il commissari­o per l’emergenza, generale Francesco Figliuolo, dispone l’attivazion­e di squadre composte da un medico e due

Claudio Cipolla

Non capisco le ragioni dei no vax, mi auguro si ravvedano in fretta e la finiscano di danneggiar­e tutti

Manuela Lanzarin

I tanti casi si devono anche all’alto numero di test. La maggioranz­a dei ricoverati sono soggetti non immunizzat­i

Francesco Figliuolo

Laboratori e personale dell’Esercito affiancher­anno le Usl nell’attività di tampone a scuola

Il bollettino

Boom di prime dosi dopo l’arrivo del super Green Pass: 28.774 negli ultimi 10 giorni. In arrivo 400mila dosi

infermieri della sanità militare da affiancare a ogni Usl nello screening a scuola.

Faranno i tamponi nelle classi con uno o due positivi per velocizzar­e i tempi di rientro in aula dei ragazzi e nello stesso tempo non intasare i Covid point, già oberati di lavoro. L’operazione dovrebbe partire la prossima settimana e domani ne metteranno a punto i dettagli operativi, perché l’Esercito deve pure mantenere il centro vaccini allestito a Padova e in grado di garantire 500 somministr­azioni al giorno. Rientrano nelle 46.650 effettuate nel Veneto martedì, anche se a risaltare sono soprattutt­o le prime dosi, indotte dal super Green pass: 28.774 negli ultimi 10 giorni. I vaccini non mancano: in magazzino ce ne sono 90mila di Pfizer Biontech e 134mila di Moderna, che per il booster utilizza metà dose. Entro fine mese ne arriverann­o altre 400mila.

( ha collaborat­o Davide D’Attino)

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