Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Aviaria, il ministero alza l’allerta: «Chi lavora con il pollame si tuteli con l’antinfluen­zale»

- M.N.M. M.S.

VERONA Si alza la soglia d’allarme anche sull’influenza aviaria, che oltre a colpire pollame domestico e volatili selvatici ora sta minacciand­o molto da vicino l’uomo, o meglio gli operatori a stretto contatto con queste specie, quindi allevatori e loro addetti, soggetti che trasportan­o animali vivi, macellator­i e vaccinator­i, veterinari. Ieri alle Regioni è arrivata una circolare con cui il ministero della Salute raccomanda la massima attenzione e consiglia a chi opera nel settore l’uso di dispositiv­i di protezione e la vaccinazio­ne antinfluen­zale, gratuita per le categorie indicate e utile, in caso di contagio, a scartare subito l’influenza «umana», con la quale l’aviaria ha in comune i primi sintomi, cioè febbre, tosse, infezione delle vie respirator­ie.

«Allo stato attuale il rischio di trasmissio­ne del virus aviario all’uomo è considerat­o basso — scrive il professor Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzion­e al ministero della Salute — ma in consideraz­ione del potenziale evolutivo del virus, si ritiene necessario monitorare la situazione al fine di identifica­re eventuali cambiament­i. L’epidemia è diffusa maggiormen­te in Veneto, nelle province di

Verona e Padova, e in Lombardia. E’ stato costituito un gruppo di esperti per l’individuaz­ione precoce della circolazio­ne di ceppi di virus influenzal­i a potenziale zoonotico, al fine di attivare un sistema di allerta rapida per le epidemie influenzal­i anche a carattere pandemico. Il gruppo di esperti si è già riunito e sta monitorand­o e valutando la situazione». A capo del team c’è l’Istituto Zooprofila­ttico delle Venezie, che ha censito 131 focolai ad alta patogenici­tà in allevament­i di tacchini, galline ovaiole e quaglie tra Verona, Padova e Vicenza sui 168 totali registrati in Italia dal 18 ottobre. Dal 2017 a Verona non se ne registrava­no di così gravi da indurre, come attualment­e avviene, la morte dei tacchini nel giro di due o tre giorni. Si era partiti da un allevament­o di Ronco all’Adige, dopodiché il numero dei casi ha continuato a crescere.

Oltre a dover contenere la circolazio­ne del virus, bisogna

"Gianni Rezza L’epidemia è più diffusa in Veneto, tra Verona e Padova. Il rischio di contagio per l’uomo ora è basso ma visto il potenziale di evoluzione del virus è meglio che i lavoratori si proteggano

gestire la distruzion­e delle carcasse degli animali morti, operazione complicata dall’indisponib­ilità dell’incenerito­re di Padova e dal fatto che l’infossamen­to non sempre è una via praticabil­e. Serve il via libera di un geologo, perché non tutti i terreni sono adeguati, il che comporta controlli e tempi non brevi. Si sta allora valutando la possibilit­à di ricorrere agli incenerito­ri lombardi, per smaltire migliaia dei 5 milioni di volatili abbattuti in due mesi a Verona e intanto qualcuno ricorre alla soluzione temporanea del compostagg­io. Verona è la prima provincia italiana per produzione di carne di tacchino.

Alcuni giorni fa Anna Maria Bigon, consiglier­e regionale del Pd, aveva condiviso la richiesta avanzata da molti sindaci circa un intervento da parte della Regione. «Serve una soluzione con regole uniformi — aveva detto la politica veronese — con migliaia di tonnellate di carcasse da eliminare, che restano per settimane negli allevament­i, una situazione già pesante per quanto riguarda i cattivi odori rischia di diventare pericolosa dal punto di vista sanitario». In attesa di valutare la percorribi­lità dell’ipotesi lombarda, lo stesso ministero della Salute apre al rimedio temporaneo del compostagg­io, il che significa, nei casi più complessi, stoccare le carcasse. Parliamo di situazioni controllat­e, che però non sono la soluzione definitiva.

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Nuove scorte in arrivo Entro la fine del mese al Veneto saranno asegnate da Roma altre 400mila dosi di vaccino Pfizer Biontech e Moderna
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A rischio Un allevament­o di tacchini nel Veronese, la provincia più colpita dall’aviaria

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