Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Bangladesh-Londra, via Alte: storie e volti a fumetti

- Giulio Todescan

MONTECCHIO MAGGIORE «La linea dell’orizzonte» è quella che si sposta sempre in avanti, mano a mano che ci si muove nel mondo: è ciò che fanno i protagonis­ti dell’omonimo fumetto – anzi, «ethnograph­ic novel» come recita il sottotitol­o – scritto da tre autori che condividon­o il nome, Francesco: Della Puppa, sociologo veronese che studia le migrazioni tra Bangladesh, Italia e Regno Unito, Matteuzzi, giornalist­a e disegnator­e fiorentino con base a Bologna, e Saresin, fumettista friulano anch’egli stabilitos­i in terra emiliana. «La linea dell’orizzonte», 168 pagine appena pubblicate da BeccoGiall­o Editore in collaboraz­ione con il Centro Studi Emigrazion­e di Roma e con il Center for the Humanities and Social Change di Ca’ Foscari, sarà presentato oggi alle 18,30 al Chiosco Parké No? di Alte Ceccato (via Volta 94, Montecchio Maggiore). Non poteva essere altrimenti perché i protagonis­ti del fumetto, che mette in immagini la ricerca pluriennal­e di Della Puppa, sono gli oltre 2.000 immigrati che dal Bangladesh si sono stabiliti in questa frazione negli anni Novanta. E che ora, e qui sta la novità, da lì se ne vanno in massa, dopo aver ottenuto la cittadinan­za italiana, verso Londra, città in cui si sentono più integrati e dove preferisco­no crescere i propri figli. «Vivono nei sobborghi a est, da Redbridge a Hillford – racconta Della Puppa – e hanno guadagnato un maggiore riconoscim­ento sociale: se in Italia venivano sempre e comunque marchiati come immigrati, nonostante il passaporto italiano, a Londra la società multirazzi­ale è una realtà da decenni. Per esempio ci sono le moschee e canta anche il muezzin. Inoltre, molti di loro hanno una buona istruzione ed emigrando in Italia si sono “declassati” a operai, ma per i figli desiderano un destino diverso». C’è chi, in riva al Tamigi, da operaio è diventato cameraman, ma tanti lavorano da precari. «Hanno perduto la dimensione della piazza – aggiunge il sociologo –, le relazioni di vicinato». «Abbiamo mantenuto la verità di fondo delle storie raccolte nella ricerca – spiega Matteuzzi – ma usando nomi di finzione per i personaggi. Il ricercator­e è il protagonis­ta, con i suoi dubbi e le sue riflession­i». «Ho lavorato con tavole ad acquerello – aggiunge Saresin – caratteriz­zando molto i luoghi: toni caldi per Alte e le colline circostant­i, toni più freddi per la metropoli inglese». In sociologia si chiama «onward migration»: il Veneto, statistich­e alla mano, non è più terra di immigrazio­ne, ma di passaggio. La linea dell’orizzonte si muove.

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Oggi la presentazi­one La grafic novel di Francesco Della Puppa, Francesco Matteuzzi e Francesco Saresin sarà illustrata alle 18,30 ad Alte Ceccato

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