Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Gas, arriva l’offerta di Ubc Corsa contro il fallimento
Fuori Maiocchi e Bonacini. Un mese per concordato liquidatorio e gara
VICENZA Gas Jeans, la strada tracciata dopo l’udienza di ieri al Tribunale di Vicenza è quella del concordato liquidatorio. L’unica proposta vincolante sulla Grotto spa arrivata al giudice Giuseppe Limitone è quella di United Brands Company, il gruppo specializzato nello sviluppo, produzione e distribuzione di linee di calzature sportive per brand che banno da Benetton a Sergio Tacchini, da Cavalli alla stessa Gas. Un nome a sorpresa, uscito all’ultimo momento utile e passato finora sottotraccia. L’azienda di Quinto Vicentino, ieri, a conclusione dell’udienza non ha voluto commentare l’operazione né i dettagli del suo interessamento sulla Grotto.
Nessuna proposta è giunta invece né dall’imprenditore Walter Maiocchi, che tre anni fa aveva rilanciato il brand del cachemere Malo, il primo ad entrare nella data room della Grotto, né dal patron dell’emiliana Gaudì Stefano Bonacini, che pochi giorni dopo Maiocchi aveva mostrato interesse nei confronti dell’industria di abbigliamento di Chiuppano. È stato giudicato irricevibile invece l’interesse dimostrato dai fondi d’investimento che nelle ultime settimane avevano guardato alla Grotto come possibilità di business. Da quanto emerge nelle ultime ore le proposte dei fondi riconducevano solo all’obiettivo di rilevare uno degli asset più pregiati, il brand Gas Jeans, a fallimento avvenuto dell’azienda. Richieste definite irricevibili, appunto, dal tribunale che chiedeva invece un articolato piano di salvataggio anche a tutela dei dipendenti.
Così, da ieri, si è aperta un’altra partita. Entro lunedì il giudice dovrebbe formalizzare un differimento di trenta giorni per arrivare entro la prima decade di gennaio con la presentazione da parte di Grotto spa – ossia da parte dell’amministratore unico Cristiano Eberle e dagli avvocati Casa e Sebastiano che seguono la vicenda sul piano legale - di un piano preventivo liquidatorio che terrà conto della proposta di Ubc, entrata in gioco come unico soggetto che ha concretizzato l’interesse per acquistare l’azienda che detiene il marchio di abbigliamento denim. Un piano che poi dovrà essere approvato dai creditori. Il che, di fatto, riporta prepotentemente le redini nella mani del fondo Dea Capital, il gestore di fondi di investimento che su Grotto spa è l’ago della bilancia, detenendo 34 milioni di crediti chirografari su un totale di 60. Fondo che, astenendosi dal voto all’adunanza dei creditori aveva chiuso la strada al piano concordatario in continuità redatto dall’amministratore Eberle. Il resto è storia recente: prima si registrano le parole e le intenzioni di Maiocchi e Bonacini. e poi l’interesse degli altri fondi. Se il piano concordatario preventivo liquidatorio a gennaio riceverà il via libera da Dea, la normativa fallimentare prevede una gara competitiva tra i soggetti potenzialmente interessati ad acquistare l’azienda di Chiuppano. Un’asta che sicuramente vedrà partecipare Ubc. E di cui a oggi si ignorano i parametri dell’attenzione sulla Grotto e sui suoi asset.