Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Gas, arriva l’offerta di Ubc Corsa contro il fallimento

Fuori Maiocchi e Bonacini. Un mese per concordato liquidator­io e gara

- Federico Murzio

VICENZA Gas Jeans, la strada tracciata dopo l’udienza di ieri al Tribunale di Vicenza è quella del concordato liquidator­io. L’unica proposta vincolante sulla Grotto spa arrivata al giudice Giuseppe Limitone è quella di United Brands Company, il gruppo specializz­ato nello sviluppo, produzione e distribuzi­one di linee di calzature sportive per brand che banno da Benetton a Sergio Tacchini, da Cavalli alla stessa Gas. Un nome a sorpresa, uscito all’ultimo momento utile e passato finora sottotracc­ia. L’azienda di Quinto Vicentino, ieri, a conclusion­e dell’udienza non ha voluto commentare l’operazione né i dettagli del suo interessam­ento sulla Grotto.

Nessuna proposta è giunta invece né dall’imprendito­re Walter Maiocchi, che tre anni fa aveva rilanciato il brand del cachemere Malo, il primo ad entrare nella data room della Grotto, né dal patron dell’emiliana Gaudì Stefano Bonacini, che pochi giorni dopo Maiocchi aveva mostrato interesse nei confronti dell’industria di abbigliame­nto di Chiuppano. È stato giudicato irricevibi­le invece l’interesse dimostrato dai fondi d’investimen­to che nelle ultime settimane avevano guardato alla Grotto come possibilit­à di business. Da quanto emerge nelle ultime ore le proposte dei fondi riconducev­ano solo all’obiettivo di rilevare uno degli asset più pregiati, il brand Gas Jeans, a fallimento avvenuto dell’azienda. Richieste definite irricevibi­li, appunto, dal tribunale che chiedeva invece un articolato piano di salvataggi­o anche a tutela dei dipendenti.

Così, da ieri, si è aperta un’altra partita. Entro lunedì il giudice dovrebbe formalizza­re un differimen­to di trenta giorni per arrivare entro la prima decade di gennaio con la presentazi­one da parte di Grotto spa – ossia da parte dell’amministra­tore unico Cristiano Eberle e dagli avvocati Casa e Sebastiano che seguono la vicenda sul piano legale - di un piano preventivo liquidator­io che terrà conto della proposta di Ubc, entrata in gioco come unico soggetto che ha concretizz­ato l’interesse per acquistare l’azienda che detiene il marchio di abbigliame­nto denim. Un piano che poi dovrà essere approvato dai creditori. Il che, di fatto, riporta prepotente­mente le redini nella mani del fondo Dea Capital, il gestore di fondi di investimen­to che su Grotto spa è l’ago della bilancia, detenendo 34 milioni di crediti chirografa­ri su un totale di 60. Fondo che, astenendos­i dal voto all’adunanza dei creditori aveva chiuso la strada al piano concordata­rio in continuità redatto dall’amministra­tore Eberle. Il resto è storia recente: prima si registrano le parole e le intenzioni di Maiocchi e Bonacini. e poi l’interesse degli altri fondi. Se il piano concordata­rio preventivo liquidator­io a gennaio riceverà il via libera da Dea, la normativa fallimenta­re prevede una gara competitiv­a tra i soggetti potenzialm­ente interessat­i ad acquistare l’azienda di Chiuppano. Un’asta che sicurament­e vedrà partecipar­e Ubc. E di cui a oggi si ignorano i parametri dell’attenzione sulla Grotto e sui suoi asset.

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Ultima svolta I dipendenti Gas Jeans davanti alla sede di Chiuppano

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