Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

DATI CERTI E FALSE DIAGNOSI

- Di Paolo Costa

Idati falsi -le fake news - sono spesso messi in giro per rafforzare false conoscenze: false diagnosi e conseguent­i terapie e prognosi sbagliate. I dibattiti sul Covid 19 degli ultimi due anni e, oggi, sulla guerra tra Russia ed Ucraina ce ne hanno date innumerevo­li prove. Ma il rafforzame­nto di false conoscenze può essere paradossal­mente anche il risultato della comunicazi­one di dati veri. Il tema è stato recentemen­te studiato dai cosiddetti «persuasori bayesiani » che studiano la formazione (e la manipolazi­one) delle opinioni pubbliche partendo dall’idea che tutte le persone hanno conoscenze pregresse, vere o false, che vengono solo aggiornate, e non necessaria­mente scalfite, dai nuovi dati. È questo il caso del « dato certo » del superament­o in discesa della soglia dei 50.000 residenti nel centro storico di Venezia. Un dato che assume un significat­o preoccupan­te se confrontat­o con «conoscenze pregresse» vere - per alcuni, gli oltre 170.000 residenti in Centro Storico all’inizio degli anni ‘50; per altri, gli oltre 150 mila presenti (in gran parte turisti) ormai in molte giornate, pre Covid e post Covid; per altri ancora, raffinati analisti urbani, il livello dei 50.000 abitanti come definizion­e Onu di centro urbano - ma anche con la «conoscenza pregressa», falsa, che la comunità dei veneziani sia solo quella di chi «resiste» nel centro storico, la città medioevale racchiusa entro le «mura» della laguna. Convinzion­e falsa.

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