Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
DATI CERTI E FALSE DIAGNOSI
Idati falsi -le fake news - sono spesso messi in giro per rafforzare false conoscenze: false diagnosi e conseguenti terapie e prognosi sbagliate. I dibattiti sul Covid 19 degli ultimi due anni e, oggi, sulla guerra tra Russia ed Ucraina ce ne hanno date innumerevoli prove. Ma il rafforzamento di false conoscenze può essere paradossalmente anche il risultato della comunicazione di dati veri. Il tema è stato recentemente studiato dai cosiddetti «persuasori bayesiani » che studiano la formazione (e la manipolazione) delle opinioni pubbliche partendo dall’idea che tutte le persone hanno conoscenze pregresse, vere o false, che vengono solo aggiornate, e non necessariamente scalfite, dai nuovi dati. È questo il caso del « dato certo » del superamento in discesa della soglia dei 50.000 residenti nel centro storico di Venezia. Un dato che assume un significato preoccupante se confrontato con «conoscenze pregresse» vere - per alcuni, gli oltre 170.000 residenti in Centro Storico all’inizio degli anni ‘50; per altri, gli oltre 150 mila presenti (in gran parte turisti) ormai in molte giornate, pre Covid e post Covid; per altri ancora, raffinati analisti urbani, il livello dei 50.000 abitanti come definizione Onu di centro urbano - ma anche con la «conoscenza pregressa», falsa, che la comunità dei veneziani sia solo quella di chi «resiste» nel centro storico, la città medioevale racchiusa entro le «mura» della laguna. Convinzione falsa.