Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Ho scaricato la pistola, non volevo spaventare mia moglie»

- B.C.

SOSSANO «Non c’è stata alcuna lite venerdì mattina con mia moglie e se ho sparato non è stato affatto per farle male». Comparso ieri davanti al giudice Matteo Mantovani per essere interrogat­o, il pensionato Alfiero Dinello, 70 anni di Sossano, ha raccontato la sua verità su quanto avvenuto in casa venerdì , sul rapporto liso con la moglie e la «litigiosit­à diventata ormai cronica» tra di loro, escludendo comunque di averla mai aggredita o vessata. Negando di aver voluto attentare alla sua incolumità quando ha tirato fuori da un cassetto in camera la pistola calibro 7,65 (regolarmen­te detenuta), poi sequestrat­a dai carabinier­i. «Il primo colpo contro il soffitto è partito accidental­mente, il secondo l’ho esploso in giardino per scaricare la pistola automatica che poi ho riposto, una volta estratto il caricatore – sarebbero state parole del pensionato indagato - Sono stato imprudente, lo so e me ne scuso, anche perché ho spaventato mia moglie, che però non ho mai maltrattat­o». Difeso dall’avvocato Orlandella Gerardina, l’uomo respinge le contestazi­oni che la procura ha formalizza­to nei suoi confronti e cioè i reati di minacce aggravate, esplosioni pericolose e pure maltrattam­enti in famiglia. Accusa, quest’ultima, formalizza­ta dopo il racconto della moglie di 66 anni avrebbe riferito anche di aggression­i (ma stando al figlio tra i genitori ci sarebbero solo frequenti litigi). Al termine dell’interrogat­orio il giudice, ieri, ha convalidat­o l’allontanam­ento dalla casa per Dinello, conosciuto perché da tempo presidente del Nomadi Fans Club Basso Vicentino e dello storico Club Biancoross­o di Sossano. Il pensionato aveva già lasciato l’abitazione di via Croce di Pietra, trovando ospitalità da un amico. A quanto risultereb­be la moglie lo aveva già denunciato tempo fa ritirando poi la querela. E in casa le discussion­i erano quotidiane. Ma non venerdì.

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