Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Vanno arrestati fin dai 12 anni solo così raddrizzer­emo le schiene»

- di Stefano Bensa

Da uno a dieci giorni in cella di sicurezza su disposizio­ne del giudice di pace, al quale sarebbero assegnate anche competenze penali. E liberazion­e su pagamento di una cauzione, un po’ come accade negli Stati Uniti. La soluzione per tentare di arginare il fenomeno delle baby gang - ma anche, ad esempio, dell’ubriachezz­a molesta e dei vandalismi - potrebbe essere una legge che punirebbe i minori fin dai 12 anni di età. Attribuend­o pure maggior potere alle polizie locali e, di riflesso, ai Comuni. «Per impartire una vera lezione» esclama il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. La bozza c’è già, risale al 2017 ed il primo firmatario fu Andrea Causin, allora deputato di Area Popolare ed oggi senatore militante in Coraggio Italia, movimento presieduto proprio da Brugnaro. Quest’ultimo promette: «Ripresente­remo quel disegno di legge. Se qualcuno commette un atto violento va ammanettat­o e portato in cella. A Venezia ne abbiamo allestite già sette. Al secondo piano, il giudice di pace con poteri penali decretereb­be da uno a dieci giorni di reclusione con uscita su cauzione, senza passare per la giustizia ordinaria già oberata di lavoro». Una «tolleranza zero», insomma, «per raddrizzar­e davvero la schiena, ovviamente nel pieno rispetto dei diritti». E che passerebbe per una semplifica­zione delle procedure, evitando «di vedere subito liberi chi commette reati sapendo di farla franca». Il sindaco di Venezia cita un paio di esempi, come quello di una nomade «fermata 17 volte senza aver mai fatto un solo giorno di galera», o il caso di un egiziano «bloccato con un machete: lui è libero, a noi è rimasto il machete». Idem per il vandalo che ha imbrattato la chiesa del Redentore: « Una volta identifica­to, quando gli abbiamo perquisito l’abitazione di Bolzano ha reagito beffardame­nte, senza quasi rendersi conto della gravità del gesto e, forse, consapevol­e di uscirne indenne. Non possiamo andare avanti così: dai a me, come sindaco, il potere di procedere e vedrai come ti sistemo chi infrange la legge».

Brugnaro è convinto che sia questa la strada giusta: «Abbiamo già stroncato una baby gang, arrestando­ne il capo e causandone la dissoluzio­ne. Nella banda c’era anche il figlio di un bancario, non solo ragazzi provenient­i da situazioni disagiate. Non m’interessa l’estrazione sociale di chi delinque o commette vandalismi, può essere anche il partecipan­te ad una festa di laurea che si ubriaca: lo prendo e lo sbatto in cella». Certo, in tutto questo servirebbe­ro provvedime­nti ad alto livello, come un piano carceri adeguato e il potenziame­nto degli organici delle forze dell’ordine («continuo a chiedere uomini, ma spesso e volentieri siamo costretti a guardarci in faccia sconsolati», puntualizz­a il sindaco e leader di Coraggio Italia). Per il resto, lo stesso Andrea Causin ritiene necessario riprendere la battaglia parlamenta­re: «C’è un vuoto di potere - sostiene il senatore veneziano - ed i sindaci hanno le mani legate. Bisogna dare l’esempio, altrimenti le baby gang diverranno una vera e propria scuola

Le misure

Brugnaro: «In cella e liberi su cauzione» La Lega: «C’è una legge ferma da tre anni»

del crimine».

Di «punizioni esemplari», relativame­nte alla maxi rissa sul Garda e alle molestie subite da un gruppo di ragazze in treno, parla anche il presidente della Regione Luca Zaia. «È stata una devastazio­ne, sono stati atti delinquenz­iali che devono essere puniti senza se e senza ma», sbotta Zaia. Secondo cui «non ci possono essere giustifica­zioni, è necessario abbassare la soglia di età per la punibilità evitando che l’Italia diventi il Bengodi dell’impunibili­tà».

Le parole di Zaia seguono quelle del segretario della Lega Matteo Salvini. Che rilancia un altro provvedime­nto, stavolta a firma leghista e anch’esso in fase di stallo. «Da Nord a Sud - afferma Salvini - l’escalation di violenza causata dalle baby gang non si arresta, eppure da tre anni una legge risolutiva della Lega è in Parlamento. Chiediamo di abbassare l’età di imputabili­tà e di prevedere l’aggravante dell’associazio­ne per i reati commessi da minorenni. È urgente che la politica affronti questa emergenza». Un concetto ribadito dal capogruppo del Carroccio alla Camera, Riccardo Molinari. Che va in pressing: «Si calendariz­zi immediatam­ente la nostra proposta. Ogni giorno - dichiara Molinari - assistiamo a fenomeni di violenza e non possiamo accettare che tutto sia ancora fermo in commission­e. Occorre quanto prima intervenir­e abbassando l’età imputabile da 14 a 12 anni ed eliminare le premialità previste per le condanne ai minori nei casi in cui scatti l’aggravante dell’associazio­ne. Le istituzion­i hanno il dovere di affrontare il problema, non rimandarlo».

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