Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Soffoca la moglie e si toglie la vita

Fossalta, l’uomo ha premuto un cuscino sulla faccia della donna e poi si è piantato un taglierino in gola

- Alberto Zorzi

PORTOGRUAR­O (VENEZIA) Qualche sera fa passeggiav­ano mano nella mano, ieri mattina avevano anche fatto la spesa insieme. Cosa sia scattato nel pomeriggio nella testa di Giuseppe Santarosa, uomo gelosissim­o, resterà un mistero. Il 55enne ha preso un cuscino e l’ha premuto forte sul volto della moglie Lorena Puppo, 50 anni. Poi ha preso un taglierino e si è ucciso.

FOSSALTA DI PORTOGRUAR­O Due sere fa erano a passeggio insieme, tranquilli, con il loro amato cane. Ma soprattutt­o poco prima di mezzogiorn­o di ieri avevano fatto più di settanta euro di spesa al supermerca­to a due passi dalla loro casa di via Roma 30, una strada in centro a Fossalta di Portogruar­o, a due passi dalla chiesa e dalla piazza centrale con il municipio, dove non si sente quasi volare una mosca: avevano preso carne, melone, prosciutto, verdure, e sorridevan­o. Insomma un quadro famigliare che non faceva certo pensare a quello che sarebbe accaduto di lì a due ore. Che cosa sia scattato in quel breve lasso di tempo nella testa di Giuseppe Santarosa, è uno di quei misteri che spesso caratteriz­zano le tragedie famigliari. Forse quel tarlo della gelosia che da qualche tempo lo tormentava, come hanno raccontato alcuni parenti. Fatto sta che poco dopo le due del pomeriggio, il 55enne ha preso un cuscino e l’ha premuto forte sul volto della moglie Lorena Puppo, 50 anni, fino a farla soffocare. Poi ha preso un taglierino, si è messo davanti allo specchio del bagno, e se l’è infilato nel collo fino a sgozzarsi. Ha fatto pochi passi, poi è caduto per terra in un lago di sangue. Ed è proprio così che lo ha trovato Claudia, una nipote, che ogni tanto li andava a trovare dalla vicina San Giorgio al Tagliament­o, dove abitano molti dei Santarosa e da dove veniva anche Giuseppe. Lo aveva fatto anche ieri e si è trovata davanti una scena raccapricc­iante. Ha subito chiamato il 118 e sul posto sono arrivati non solo i sanitari, ma anche i carabinier­i della Compagnia di Portogruar­o, capitanati da Raffaele Di Lauro.

Un altro femminicid­io, culminato poi in un suicidio, sconvolge il Veneto, dopo quello di Vicenza, dove mercoledì il 42enne bosniaco Zlatan Vasiljevic ha ucciso sia la nuova compagna che la ex, prima di togliersi la vita. Qui siamo in un tranquillo paese di provincia di seimila anime sparse in più frazioni, dove tutti conoscono tutti. Santarosa e Puppo però erano un po’ sulle loro, come si dice. Basta andare poco oltre quella via di poche centinaia di metri perché perfino i nomi si perdano. E anche vicini e dirimpetta­i ieri raccontava­no sconvolti di un rapporto fatto più di «ciao, buonasera» che di conoscenza approfondi­ta. Santarosa lavorava come vigilante non armato alla San

Marco Gas, era appassiona­to di auto e aveva una Bmw grigia, rimasta parcheggia­ta poco lontano da casa. Lorena era una Puppo, famiglia originaria della frazione di Villanova, e faceva la donna delle pulizie per l’impresa Pulicasa. Una coppia apparentem­ente tranquilla, senza figli e con un cane che portavano sempre in giro. Lei tutti la ricordano per la sua timidezza, perché camminava sempre con la testa bassa. «Su di loro non risulta alcuna segnalazio­ne, si tratta di due persone completame­nte incensurat­e», ci tiene a sottolinea­re il procurator­e capo di Pordenone (distretto a cui appartiene il Portogruar­ese) Raffaele Tito, a smorzare sul nascere qualunque polemica. «Una coppia normalissi­ma, si è trattato di un fatto completame­nte inaspettat­o», ammette il capitano Di Lauro.

Però, come appunto raccontato da alcuni parenti, da qualche tempo Giuseppe aveva cominciato a essere geloso di Lorena. Forse ci avevano anche litigato su questo argo

mento, anche se perfino i vicini di casa dicono di non averli mai sentiti alzare la voce. Fatto sta che tutti avevano cercato di spiegargli che erano sue invenzioni, che non c’era nulla di nulla.

Ieri pomeriggio però qualcosa ha spinto la mano di Santarosa a prendere il cuscino, ma il vero motivo non si potrà mai sapere. La procura di Pordenone ha aperto un fascicolo sull’episodio, ma l’inchiesta nasce di fatto già finita per morte del reo. Il pm di turno Marco Faion disporrà comunque l’autopsia per avere la conferma della dinamica della tragedia, che però pare abbastanza chiara dalle tracce raccolte dai carabinier­i e dal medico legale sul posto. Verranno inoltre eseguiti tutti gli accertamen­ti di routine sui telefoni, ma solo per non lasciare nulla di intentato, prima di mandare tutto in archivio.

Resta un paese sconvolto da una tragedia tanto grande. «Non li conoscevo direttamen­te, ma questo è un paese piccolo, ci si conosce tutti di vista e mi ricordo di loro - spiega il sindaco di Fossalta Natale Sidran - posso solo dire che anche a me i vicini hanno detto che non avevano mai avevano creato problemi. Ovviamente la nostra comunità è molto colpita da questo fatto di eccezional­e gravità e siamo vicini ai parenti».

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