Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Soffoca la moglie e si toglie la vita
Fossalta, l’uomo ha premuto un cuscino sulla faccia della donna e poi si è piantato un taglierino in gola
PORTOGRUARO (VENEZIA) Qualche sera fa passeggiavano mano nella mano, ieri mattina avevano anche fatto la spesa insieme. Cosa sia scattato nel pomeriggio nella testa di Giuseppe Santarosa, uomo gelosissimo, resterà un mistero. Il 55enne ha preso un cuscino e l’ha premuto forte sul volto della moglie Lorena Puppo, 50 anni. Poi ha preso un taglierino e si è ucciso.
FOSSALTA DI PORTOGRUARO Due sere fa erano a passeggio insieme, tranquilli, con il loro amato cane. Ma soprattutto poco prima di mezzogiorno di ieri avevano fatto più di settanta euro di spesa al supermercato a due passi dalla loro casa di via Roma 30, una strada in centro a Fossalta di Portogruaro, a due passi dalla chiesa e dalla piazza centrale con il municipio, dove non si sente quasi volare una mosca: avevano preso carne, melone, prosciutto, verdure, e sorridevano. Insomma un quadro famigliare che non faceva certo pensare a quello che sarebbe accaduto di lì a due ore. Che cosa sia scattato in quel breve lasso di tempo nella testa di Giuseppe Santarosa, è uno di quei misteri che spesso caratterizzano le tragedie famigliari. Forse quel tarlo della gelosia che da qualche tempo lo tormentava, come hanno raccontato alcuni parenti. Fatto sta che poco dopo le due del pomeriggio, il 55enne ha preso un cuscino e l’ha premuto forte sul volto della moglie Lorena Puppo, 50 anni, fino a farla soffocare. Poi ha preso un taglierino, si è messo davanti allo specchio del bagno, e se l’è infilato nel collo fino a sgozzarsi. Ha fatto pochi passi, poi è caduto per terra in un lago di sangue. Ed è proprio così che lo ha trovato Claudia, una nipote, che ogni tanto li andava a trovare dalla vicina San Giorgio al Tagliamento, dove abitano molti dei Santarosa e da dove veniva anche Giuseppe. Lo aveva fatto anche ieri e si è trovata davanti una scena raccapricciante. Ha subito chiamato il 118 e sul posto sono arrivati non solo i sanitari, ma anche i carabinieri della Compagnia di Portogruaro, capitanati da Raffaele Di Lauro.
Un altro femminicidio, culminato poi in un suicidio, sconvolge il Veneto, dopo quello di Vicenza, dove mercoledì il 42enne bosniaco Zlatan Vasiljevic ha ucciso sia la nuova compagna che la ex, prima di togliersi la vita. Qui siamo in un tranquillo paese di provincia di seimila anime sparse in più frazioni, dove tutti conoscono tutti. Santarosa e Puppo però erano un po’ sulle loro, come si dice. Basta andare poco oltre quella via di poche centinaia di metri perché perfino i nomi si perdano. E anche vicini e dirimpettai ieri raccontavano sconvolti di un rapporto fatto più di «ciao, buonasera» che di conoscenza approfondita. Santarosa lavorava come vigilante non armato alla San
Marco Gas, era appassionato di auto e aveva una Bmw grigia, rimasta parcheggiata poco lontano da casa. Lorena era una Puppo, famiglia originaria della frazione di Villanova, e faceva la donna delle pulizie per l’impresa Pulicasa. Una coppia apparentemente tranquilla, senza figli e con un cane che portavano sempre in giro. Lei tutti la ricordano per la sua timidezza, perché camminava sempre con la testa bassa. «Su di loro non risulta alcuna segnalazione, si tratta di due persone completamente incensurate», ci tiene a sottolineare il procuratore capo di Pordenone (distretto a cui appartiene il Portogruarese) Raffaele Tito, a smorzare sul nascere qualunque polemica. «Una coppia normalissima, si è trattato di un fatto completamente inaspettato», ammette il capitano Di Lauro.
Però, come appunto raccontato da alcuni parenti, da qualche tempo Giuseppe aveva cominciato a essere geloso di Lorena. Forse ci avevano anche litigato su questo argo
mento, anche se perfino i vicini di casa dicono di non averli mai sentiti alzare la voce. Fatto sta che tutti avevano cercato di spiegargli che erano sue invenzioni, che non c’era nulla di nulla.
Ieri pomeriggio però qualcosa ha spinto la mano di Santarosa a prendere il cuscino, ma il vero motivo non si potrà mai sapere. La procura di Pordenone ha aperto un fascicolo sull’episodio, ma l’inchiesta nasce di fatto già finita per morte del reo. Il pm di turno Marco Faion disporrà comunque l’autopsia per avere la conferma della dinamica della tragedia, che però pare abbastanza chiara dalle tracce raccolte dai carabinieri e dal medico legale sul posto. Verranno inoltre eseguiti tutti gli accertamenti di routine sui telefoni, ma solo per non lasciare nulla di intentato, prima di mandare tutto in archivio.
Resta un paese sconvolto da una tragedia tanto grande. «Non li conoscevo direttamente, ma questo è un paese piccolo, ci si conosce tutti di vista e mi ricordo di loro - spiega il sindaco di Fossalta Natale Sidran - posso solo dire che anche a me i vicini hanno detto che non avevano mai avevano creato problemi. Ovviamente la nostra comunità è molto colpita da questo fatto di eccezionale gravità e siamo vicini ai parenti».