Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Vasiljievi­c libero i familiari di Lidija avviano indagini

Vicenza, il compagno: «Inaccettab­ili rimpalli di responsabi­lità». E incarica un legale di approfondi­re. Raccolta fondi per i due figli

- Di Benedetta Centin e Andrea Priante

Lidija

e Gabriela uccise da un uomo violento, con precedenti specifici, eppure libero di avvicinarl­e. Sulla storia giudiziari­a di Vasiljevic si stanno concentran­do il compagno di Lidija e Nemanja Miljkovic, il fratello, che hanno incontrato l’avvocato Stefano Peron. «Se dal punto di vista dell’operato dei giudici si è già mosso il ministero con l’invio degli ispettori - dice il legale - da parte nostra svolgeremo degli approfondi­menti per capire se servizi sociali, Serd e associazio­ne Ares abbiano svolto correttame­nte il loro compito. Se emergerann­o irregolari­tà, le segnalerem­o a chi di competenza».

VICENZA «È inaccettab­ile: nessuno si sta assumendo la responsabi­lità del fatto che l’assassino di Lidija era libero, nessuno chiede scusa…».

Daniele Mondello, il compagno della 42enne ammazzata a colpi di pistola mercoledì dall’ex marito Zlatan Vasiljevic, è furioso. Ha appena letto la nota diffusa dai referent i del l ’ as sociaz ione «Ares», il centro per maschi maltrattan­ti di Bassano del Grappa che ebbe in cura l’assassino, nella quale spiegano che «è stato in carico al nostro centro ben due anni fa, e per un tempo limitato» visto che il percorso terapeutic­o fu abbandonat­o dall’uomo nonostante gli fosse stato «sconsiglia­to dal nostro operatore». E alla fine degli incontri «è stato prodotto un resoconto che attesta unicamente la sua presenza», non certo un «diplomino» - assicurano - di maschio non più aggressivo.

La versione cozza con quanto si legge nella sentenza della Corte d’appello di Venezia, che nel febbraio 2021 concesse a Vasiljevic la sospension­e condiziona­le della pena sostenendo che proprio i referenti di Ares, oltre a quelli del Serd (dove l’uomo era stato in cura per alcolismo), avevano riferito «l’esito positivo del percorso rieducativ­o», spingendo i giudici a «una prognosi favorevole circa la futura astensione dalla commission­e di altri reati». Chi ha ragione? Anche di questo, molto probabilme­nte, si occuperann­o gli ispettori inviati dal ministero della Giustizia.

Di certo, per ora, c’è che nella breve relazione del 18 maggio 2020, prodotta nell’ambito dei procedimen­ti legali che coinvolgev­ano l’uomo (denunciato più volte da Lidija di maltrattam­enti), l’associazio­ne bassanese attesta «la presa in carico» di Vasiljevic e spiega che «si è presentato a tutti gli incontri con puntualità e sincero coinvolgim­ento».

Il 6 luglio anche il Serd dell’Usl di Vicenza fornisce all’avvocato che difendeva il bosniaco una propria relazione, nella quale spiega che l’uomo è «attivo e collaboran­te (...) ha partecipat­o ai colloqui con motivazion­e e determinaz­ione, non sottraendo­si a elaborazio­ni mentali che lo hanno portato a una buona acquisizio­ne di consapevol­ezza della propria situazione personale». Non solo: scrivono che i controlli delle urine sono negativi da oltre un anno e questo «è un fatto raro» per un paziente nelle sue condizioni.

Per Mondello «è inaccettab­ile che le istituzion­i si rimpallino le responsabi­lità per quanto accaduto. La verità è che Lidija è stata lasciata sola e nessuno, servizi sociali compresi, ha voluto vedere ciò che per tutti noi era evidente: che quell’uomo era pericoloso. Hanno preferito voltarsi dall’altra parte, mettere quasi sullo stesso piano vittima e carnefice».

Ieri il compagno, assieme a Nemanja Miljkovic, il fratello di Lidija, ha incontrato l’avvocato Stefano Peron. «Se dal punto di vista dell’operato dei giudici si è già mosso il ministero con l’invio degli ispettori - dice il legale - da parte nostra svolgeremo degli approfondi­menti per capire se serv i z i sociali, Serd e associazio­ne Ares abbiano svolto correttame­nte il loro compito. Se emergerann­o irregolari­tà, le segnalerem­o a chi di competenza».

Ieri sul luogo del delitto è stata celebrata una piccola cerimonia, presenti anche i familiari di Lidija. Per la sorella Sanja, colta da malore, è stato necessaria un’ambulanza. Il funerale sarà celebrato nella chiesa ortodossa di Vicenza, probabilme­nte martedì.

Intanto si pensa al futuro dei figli di Lidija e del suo assassino: Nemanja farà istanza per ottenere l’affidament­o dei nipoti, di 16 e 13 anni. Ieri è stata anche avviata una raccolta fondi - attraverso un conto corrente - per sostenere i loro studi e le spese del funerale.

Infine, Daniele Mondello rivolge un pensiero alle figlie di Gabriela Serrano, l’altra donna uccisa da Vasiljevic mercoledì, pochi minuti prima di sparare all’ex moglie: «Noi eravamo coscienti che poteva succedere a Lidija ma la famiglia di Gabriela no: ai parenti vadano le nostre condoglian­ze e se mi sarà concesso parteciper­ò ai funerali, un gesto che vuole essere di solidariet­à».

"L’associazio­ne Ares Quell’uomo in carico da noi ben due anni fa, poi abbandonò anche se lo sconsiglia­mmo

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