Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Vasiljievic libero i familiari di Lidija avviano indagini
Vicenza, il compagno: «Inaccettabili rimpalli di responsabilità». E incarica un legale di approfondire. Raccolta fondi per i due figli
Lidija
e Gabriela uccise da un uomo violento, con precedenti specifici, eppure libero di avvicinarle. Sulla storia giudiziaria di Vasiljevic si stanno concentrando il compagno di Lidija e Nemanja Miljkovic, il fratello, che hanno incontrato l’avvocato Stefano Peron. «Se dal punto di vista dell’operato dei giudici si è già mosso il ministero con l’invio degli ispettori - dice il legale - da parte nostra svolgeremo degli approfondimenti per capire se servizi sociali, Serd e associazione Ares abbiano svolto correttamente il loro compito. Se emergeranno irregolarità, le segnaleremo a chi di competenza».
VICENZA «È inaccettabile: nessuno si sta assumendo la responsabilità del fatto che l’assassino di Lidija era libero, nessuno chiede scusa…».
Daniele Mondello, il compagno della 42enne ammazzata a colpi di pistola mercoledì dall’ex marito Zlatan Vasiljevic, è furioso. Ha appena letto la nota diffusa dai referent i del l ’ as sociaz ione «Ares», il centro per maschi maltrattanti di Bassano del Grappa che ebbe in cura l’assassino, nella quale spiegano che «è stato in carico al nostro centro ben due anni fa, e per un tempo limitato» visto che il percorso terapeutico fu abbandonato dall’uomo nonostante gli fosse stato «sconsigliato dal nostro operatore». E alla fine degli incontri «è stato prodotto un resoconto che attesta unicamente la sua presenza», non certo un «diplomino» - assicurano - di maschio non più aggressivo.
La versione cozza con quanto si legge nella sentenza della Corte d’appello di Venezia, che nel febbraio 2021 concesse a Vasiljevic la sospensione condizionale della pena sostenendo che proprio i referenti di Ares, oltre a quelli del Serd (dove l’uomo era stato in cura per alcolismo), avevano riferito «l’esito positivo del percorso rieducativo», spingendo i giudici a «una prognosi favorevole circa la futura astensione dalla commissione di altri reati». Chi ha ragione? Anche di questo, molto probabilmente, si occuperanno gli ispettori inviati dal ministero della Giustizia.
Di certo, per ora, c’è che nella breve relazione del 18 maggio 2020, prodotta nell’ambito dei procedimenti legali che coinvolgevano l’uomo (denunciato più volte da Lidija di maltrattamenti), l’associazione bassanese attesta «la presa in carico» di Vasiljevic e spiega che «si è presentato a tutti gli incontri con puntualità e sincero coinvolgimento».
Il 6 luglio anche il Serd dell’Usl di Vicenza fornisce all’avvocato che difendeva il bosniaco una propria relazione, nella quale spiega che l’uomo è «attivo e collaborante (...) ha partecipato ai colloqui con motivazione e determinazione, non sottraendosi a elaborazioni mentali che lo hanno portato a una buona acquisizione di consapevolezza della propria situazione personale». Non solo: scrivono che i controlli delle urine sono negativi da oltre un anno e questo «è un fatto raro» per un paziente nelle sue condizioni.
Per Mondello «è inaccettabile che le istituzioni si rimpallino le responsabilità per quanto accaduto. La verità è che Lidija è stata lasciata sola e nessuno, servizi sociali compresi, ha voluto vedere ciò che per tutti noi era evidente: che quell’uomo era pericoloso. Hanno preferito voltarsi dall’altra parte, mettere quasi sullo stesso piano vittima e carnefice».
Ieri il compagno, assieme a Nemanja Miljkovic, il fratello di Lidija, ha incontrato l’avvocato Stefano Peron. «Se dal punto di vista dell’operato dei giudici si è già mosso il ministero con l’invio degli ispettori - dice il legale - da parte nostra svolgeremo degli approfondimenti per capire se serv i z i sociali, Serd e associazione Ares abbiano svolto correttamente il loro compito. Se emergeranno irregolarità, le segnaleremo a chi di competenza».
Ieri sul luogo del delitto è stata celebrata una piccola cerimonia, presenti anche i familiari di Lidija. Per la sorella Sanja, colta da malore, è stato necessaria un’ambulanza. Il funerale sarà celebrato nella chiesa ortodossa di Vicenza, probabilmente martedì.
Intanto si pensa al futuro dei figli di Lidija e del suo assassino: Nemanja farà istanza per ottenere l’affidamento dei nipoti, di 16 e 13 anni. Ieri è stata anche avviata una raccolta fondi - attraverso un conto corrente - per sostenere i loro studi e le spese del funerale.
Infine, Daniele Mondello rivolge un pensiero alle figlie di Gabriela Serrano, l’altra donna uccisa da Vasiljevic mercoledì, pochi minuti prima di sparare all’ex moglie: «Noi eravamo coscienti che poteva succedere a Lidija ma la famiglia di Gabriela no: ai parenti vadano le nostre condoglianze e se mi sarà concesso parteciperò ai funerali, un gesto che vuole essere di solidarietà».
"L’associazione Ares Quell’uomo in carico da noi ben due anni fa, poi abbandonò anche se lo sconsigliammo