Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Nuovo Cattaneo, cantiere lumaca «Vibrazioni continue e polveri»
Le proteste e i timori dei residenti. L’assessore: «Altre tre settimane di lavori»
VICENZA È il cantiere Cenerentola della città, stando a una definizione di chi gli occhi sull’area ex Beltrame li punta appena spalanca le finestre di casa. Quattro anni di lavori, prevalentemente di bonifica, per regalare alla città il Cattaneo B, un parcheggio di 258 posti su novemila metri quadrati accanto al gemello Cattaneo A, e un parco verde che dovrebbe spuntare tra la conclusione del 2022 e l’inizio del 2023 che di metri quadrati ne misura seimila.
L’ottimistica previsione di un fine lavori il 27 maggio è slittata prima di sette giorni, poi – la notizia è di queste ore – di tre settimane. La conferma arriva dall’assessore all’Ambiente Simona Siotto, che non ha mai nascosto perplessità sul progetto (lascito del valore di un milione e 700 mila euro dal Bando periferie della giunta guidata da Achille Variati a quella retta da Francesco Rucco). «Le aziende impegnate nella realizzazione dell’opera hanno chiesto una proroga sulla consegna dei lavori – spiega l’assessore, che non più tardi di un mese fa ha incontrato i residenti del quartiere -. La ragione è riconducibile al ritardo da parte di un fornitore sui lampioni che lì saranno installati». E, di fatto, la narrazione potrebbe anche concludersi qui derubricando lo slittamento temporale alla congiuntura economica se
fosse per una serie di altre problematiche sulle quali proprio i residenti della zona puntano il dito. «Sui lavori che non hanno ancora una data di conclusione certa, sulle polveri, sui rumori e sulle vibrazioni» dicono in coro alcuni di loro, Cristina
Fanelli, Andrea Del Puppo, Erica Peserico. E, per sovrappiù, sulla vasca di laminazione per la raccolta delle acque meteoriche che originariamente doveva essere interrata ma che con una variante al progetto è diventata di superficie, spinta da un problema di sostenibilità dei costi. La bonifica del terreno, complessa di suo, ritmata da indagini ambientali su materiali scoperti inaspettati durante i lavori per la posa dei sottoservizi, è costata infatti molto più del previsto. Così, oggi, sulla vasca di laminazione, da una parte si registrano le proteste sui possibili ristagni con conseguente proliferare di zanzare; dall’altra un doppio allarme: l’assenza di recinzioni potrebbe rappresentare un rischio per le persone ed essere attrattiva per sbandati e tossicodipendenti. Questi i timori dei residenti che confinano con il Pp7, che non hanno intenzione né di vedere soccorritori ripescare malcapitati dalla vasca, piena o vuota che sia, né ritrovarsi senzatetto in casa. Siotto, che per l’occasione sembra vestire controvoglia anche la delega alla Sicurezza, rassicura: «Ogni spazio sarà recintato».
Tutto questo si somma alla connessione tra Pp7 e Pp6, rappresentata da una pista ciclopedonale che dovrebbe collegare corso Santi Felice e Fortunato al teatro Comunale. I lavori procedono. Con alcune «stranezze» segnaletiche. Un esempio? L’attraversamento pedonale che esce dal Cattaneo A sul corso e che muore sull’aiuola spartitraffico su viale Torino, realizzata togliendo le strisce pedonali pochi metri più in là. Semmai ci fossero opere in città destinate a lasciarsi alle spalle sindaci e stagioni politiche, l’ex Beltrame, in attesa dei cantieri dell’Alta velocità/Alta capacità, è candidata non da oggi a essere una di queste.
Segnaletica dubbia
In corso San Felice le strisce della nuova pista ciclo-pedonale che esce dal parcheggio (attuale) finiscono nello spartitraffico