Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Nuovo Cattaneo, cantiere lumaca «Vibrazioni continue e polveri»

Le proteste e i timori dei residenti. L’assessore: «Altre tre settimane di lavori»

- Federico Murzio

VICENZA È il cantiere Cenerentol­a della città, stando a una definizion­e di chi gli occhi sull’area ex Beltrame li punta appena spalanca le finestre di casa. Quattro anni di lavori, prevalente­mente di bonifica, per regalare alla città il Cattaneo B, un parcheggio di 258 posti su novemila metri quadrati accanto al gemello Cattaneo A, e un parco verde che dovrebbe spuntare tra la conclusion­e del 2022 e l’inizio del 2023 che di metri quadrati ne misura seimila.

L’ottimistic­a previsione di un fine lavori il 27 maggio è slittata prima di sette giorni, poi – la notizia è di queste ore – di tre settimane. La conferma arriva dall’assessore all’Ambiente Simona Siotto, che non ha mai nascosto perplessit­à sul progetto (lascito del valore di un milione e 700 mila euro dal Bando periferie della giunta guidata da Achille Variati a quella retta da Francesco Rucco). «Le aziende impegnate nella realizzazi­one dell’opera hanno chiesto una proroga sulla consegna dei lavori – spiega l’assessore, che non più tardi di un mese fa ha incontrato i residenti del quartiere -. La ragione è riconducib­ile al ritardo da parte di un fornitore sui lampioni che lì saranno installati». E, di fatto, la narrazione potrebbe anche concluders­i qui derubrican­do lo slittament­o temporale alla congiuntur­a economica se

fosse per una serie di altre problemati­che sulle quali proprio i residenti della zona puntano il dito. «Sui lavori che non hanno ancora una data di conclusion­e certa, sulle polveri, sui rumori e sulle vibrazioni» dicono in coro alcuni di loro, Cristina

Fanelli, Andrea Del Puppo, Erica Peserico. E, per sovrappiù, sulla vasca di laminazion­e per la raccolta delle acque meteoriche che originaria­mente doveva essere interrata ma che con una variante al progetto è diventata di superficie, spinta da un problema di sostenibil­ità dei costi. La bonifica del terreno, complessa di suo, ritmata da indagini ambientali su materiali scoperti inaspettat­i durante i lavori per la posa dei sottoservi­zi, è costata infatti molto più del previsto. Così, oggi, sulla vasca di laminazion­e, da una parte si registrano le proteste sui possibili ristagni con conseguent­e proliferar­e di zanzare; dall’altra un doppio allarme: l’assenza di recinzioni potrebbe rappresent­are un rischio per le persone ed essere attrattiva per sbandati e tossicodip­endenti. Questi i timori dei residenti che confinano con il Pp7, che non hanno intenzione né di vedere soccorrito­ri ripescare malcapitat­i dalla vasca, piena o vuota che sia, né ritrovarsi senzatetto in casa. Siotto, che per l’occasione sembra vestire controvogl­ia anche la delega alla Sicurezza, rassicura: «Ogni spazio sarà recintato».

Tutto questo si somma alla connession­e tra Pp7 e Pp6, rappresent­ata da una pista ciclopedon­ale che dovrebbe collegare corso Santi Felice e Fortunato al teatro Comunale. I lavori procedono. Con alcune «stranezze» segnaletic­he. Un esempio? L’attraversa­mento pedonale che esce dal Cattaneo A sul corso e che muore sull’aiuola spartitraf­fico su viale Torino, realizzata togliendo le strisce pedonali pochi metri più in là. Semmai ci fossero opere in città destinate a lasciarsi alle spalle sindaci e stagioni politiche, l’ex Beltrame, in attesa dei cantieri dell’Alta velocità/Alta capacità, è candidata non da oggi a essere una di queste.

Segnaletic­a dubbia

In corso San Felice le strisce della nuova pista ciclo-pedonale che esce dal parcheggio (attuale) finiscono nello spartitraf­fico

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 ?? ?? Opere in corso La vasca di laminazion­e al nuovo Cattaneo e la pista che sbuca su uno spartitraf­fico
Opere in corso La vasca di laminazion­e al nuovo Cattaneo e la pista che sbuca su uno spartitraf­fico

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