Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Exploit Tommasi a Verona Giordani sbanca Padova

L’ex calciatore andrà al ballottagg­io da favorito con l’uscente Sboarina Il sindaco della città del Santo sbaraglia Peghin

- Di Martina Zambon

Non suonasse trita retorica toccherebb­e iniziare con «ha vinto e continua a crescere il partito degli astenuti». L’affluenza per gli 86 Comuni al voto è arrivata al 51,44%. Cinque anni fa il tachimetro si era stabilizza­to sul 58,40%. Numeri bassi, che non tolgono, però, lo smalto alle sfide più infiammate. Parliamo dei tre capoluoghi: Belluno, Padova e, soprattutt­o, Verona. Partiamo da qui, dalla città veneta con un dna spiccatame­nte di destra. In riva all’Adige ci si è risvegliat­i ieri con exit poll sbalorditi­vi: l’outsider, il silente centrocamp­ista Damiano Tommasi, in grado di compattare quel campo largo nel centrosini­stra vagheggiat­o dal segretario dem Enrico Letta più e meglio di altri. Capace di sedare le risse fra Carlo Calenda e il M5s, in grado di ridare voce all’universo del cattolices­imo progressis­ta, capace, infine, di far parlare di sé più (e meglio) dei competitor Federico Sboarina e Flavio Tosi protagonis­ti, invece, di una sanguinari­a lotta fratricida nel centrodest­ra. Così il volto nuovo del centrosini­stra scaligero centra l’obiettivo del ballottagg­io e con un margine di tutto rispetto. Si scontrerà tra due settimane con l’uscente Sboarina. Ma si sa che in politica due più due non fa sempre quattro. Chissà se le aperture a botta calda dei tosiani insidieran­no Sboarina.

Nel frattempo a Padova si è consumata una disfatta largamente annunciata per il centrodest­ra. L’uscente Sergio Giordani, civico di centrosini­stra, si è confermato solido, solidissim­o con una tendenza ad avvicinars­i al 60% che, di questi tempi, è invidiabil­e. Campagna elettorale senza sbavature e un avversario, il civico di centrodest­ra Francesco Peghin, palesement­e sempre più in difficoltà e non immune da scivoloni (ultimo, solo in ordine di tempo, il comizio di chiusura con un imitatore a dileggiare l’avversario per le sue difficoltà verbali legate a un ictus durante la scorsa tornata elettorale). Per Giordani, quindi, è arrivata una vittoria secca al primo turno. Impossibil­e soprassede­re su quella che è stata una cruenta resa dei conti in casa Lega. I rumors si inseguivan­o da mesi: i leghisti tifavano apertament­e per Giordani. Di più, per Giordani «al primo turno» aggiungeva­no luciferini. Parliamo di larga parte della base ma anche dei colonnelli contrappos­ti all’area Bitonci-Ostellari cui va la paternità della candidatur­a di Peghin. Una scelta che il sindaco di Noventa Padovana, Marcello Bano, aveva definito «calata dall’alto» (pagando l’esternazio­ne con un procedimen­to disciplina­re). Una scelta che ha portato a una serie di anomalie impossibil­i da non rilevare. Per dire, possibile che il potente sindaco di

Treviso, leghista doc, Mario Conte che è pure presidente di Anci Veneto non sia capitato nel capoluogo euganeo manco per sbaglio? Il Padovano è inquieta roccaforte del Carroccio dove lo scontro solo apparentem­ente locale fra bitonciani e marcatiani (dall’assessore regionale Roberto Marcato) somiglia alle prove generali per il prossimo congresso. Se mai si farà. Il centrodest­ra ammaccato a Verona e Padova si consola con Belluno dove la vittoria, seppure per un pugno di voti del campione paralimpic­o Oscar De Pellegrin racconta anche altro: se Lega e FdI corrono insieme, in Veneto vincono. Non è andata così in un altro tris di «capitali», quelle turistiche. A Jesolo si andrà al ballottagg­io con uno scontro fra Christofer De Zotti (FdI) e Renato Martin sostenuto da Lega e FI. Un altro test per pesare l’ormai innegabile crescita dei meloniani in regione. Fra le sfide più attese, poi, c’è quella della Cortina «olimpica». Il prossimo sindaco vivrà, infatti, l’irripetibi­le esperienza, fondi inclusi, dei Giochi invernali 2026. La Regina delle Dolomiti è stata avara di soddisfazi­oni con il sindaco uscente, Gianpietro Ghedina, battuto con ben 13 punti di distacco da Gianluca Lorenzi. Il neo sindaco ha raccolto attorno a sé i volti chiave della vita cortinese, dagli albergator­i ai

gestori degli impianti a fune. Tutta da giocare, invece, la sfida di Feltre con un testa a testa fra centrodest­ra (Viviana Fusaro) e centrosini­stra (Adis

Zatta). Nel frattempo, invece, ad Abano Terme si conferma il centrosini­stra con l’uscente Federico Barbierato.

Centrosini­stra che sembra tenere anche le ultime roccaforti veneziane Mira e Mirano. Mentre nella Santa Maria di Sala dell’avvocato Niccolò Ghedini e di lunga tradizione di centrodest­ra, Natascia Rocchi, prima sindaca di Coraggio Italia (con FdI), ha polverizza­to la leghista Simonetta Campanaro. La geopolitic­a veneta dà segni di mutamento. Cade, ad esempio, anche la pentastell­ata Sarego, nel Vicentino, ultimo avamposto del M5s. Non sfondano, infine, i candidati no vax che rimediano percentual­i risibili. La pandemia sembra definitiva­mente archiviata.

Il sipario calerà sulla fatal Verona solo il 26 giugno ma già il primo turno ha dato di che riflettere in vista del 2025. Con un Pd che comincia a credere in un nuovo posizionam­ento possibile. Con FdI in crescita e, soprattutt­o, con una Lega dilaniata. Matteo Salvini distilla: «Grande soddisfazi­one in Veneto: la Lega aveva 14 sindaci uscenti, li ha confermati tutti e ha guadagnato 8 nuovi Comuni. A questo si aggiunge Belluno riconquist­ata e il ballottagg­io a Verona». Niente mea culpa, però, su Padova.

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L’esultanza di Salvini e il silenzio su Padova

Grande soddisfazi­one in Veneto: la Lega aveva 14 sindaci uscenti, li ha confermati tutti e ne ha guadagnati 8 nuovi

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(Sartori) La sorpresa Damiano Tommasi, ex centrocamp­ista di Hellas, Roma e nazionale, circondato dall’entusiasmo dei suoi sostenitor­i
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