Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
SFIDA...DI VERONA
d’Italia, con l’assessore Narco Padovani che è riuscito ad essere davanti a Daniele Polato, che molti davano come imbattibile. Terzo scalino per Massimo Mariotti, mentre è finito nelle retrovie Massimo Giorgetti (peraltro da sempre più forte in provincia che in città): fine di un’epoca? Nella Lista Tosi meno brillante del previsto la performance di Gigi Pisa, poco oltre quota 500, tallonato da Antonio Lella e (chi si rivede!) da Barbara Tosi, sorella del più noto Flavio. Più indietro il leader renziano Federico Vantini, e risultato inferiore al previsto anche per la storica Marisa Brunelli (poco oltre 150). Nella Lega la spunta Nicolò Zavarise (oltre 350) ma da segnalare il secondo e terzo posto di Ilaria Segala e Luca Zanotto (che non sarà più vicesindaco, neanche in caso di vittoria di Sboarina, ma che, assieme all’assessore uscente all’Urbanistica, fa comunque sapere al colto e all’inclita che lui, i suoi voti, li porta a casa comunque) superando senatori come Tosato, deputati come Comencini e consiglieri regionali come Corsi. Patrizia Bisinella è prima nella lista Fare, Paolo Rossi in quella di Verona Domani rina. Un invito esplicito a votare a sinistra, per Tosi, non sarebbe facile. Più facile sarebbe per i renziani di Italia Viva. Ma soprattutto, nel segreto dell’urna, come direbbe Guareschi, Dio ti vede ma Berlusconi no, e qualche voto «di sfroso», chissà...
Complicatissimi, quindi, saranno i giochi per i sostenitori di Sboarina. Forza Italia, che appoggiava Tosi, ha dichiarato (e confermato domenica sera con la senatrice Licia Ronzulli, vicinissima a Re Silvio) che, al secondo turno, voterà il candidato del centrodestra. Ma i forzisti veronesi, dal senatore Massimo Ferro a Claudio Melotti, hanno spiegato che non sono disposti a farlo «a ogni costo». E hanno chiesto a Sboarina di allargare la coalizione anche a Tosi. Dipendesse da lui, Sboarina preferirebbe mangiarsi un gatto nero. Ma anche a Roma i big del centrodestra hanno passato una brutta notte, tra domenica e ieri. Tutti sanno che Sboarina e Tosi non sono avversari, sono proprio nemici. Lo sa anche Matteo Salvini. Che però, ieri sera, da via Bellerio ha lanciato un avvertimento non usuale: «Fossi in Sboarina – ha detto il Capitano leghista - cercherei di allargare il più possibile il campo del centrodestra, superando anche le questioni personali». Salvini ha detto inoltre che «a Verona vanno coinvolti tutti quelli che non sono di sinistra e penso che gli elettori che hanno votato per Tosi difficilmente possano sposare un progetto di città di sinistra, ma parecchio a sinistra...».
Frasi di normale amministrazione. Ma quell’invito a superare anche le questioni personali entra in un campo minato. Anche ieri, Tosi e Sboarina si sono ringhiati contro. Tosi ha accusato il sindaco di non aver neppure risposto al suo invito a considerare il primo turno elettorale come una sorta di «primarie del centrodestra», per poi andare insieme al ballottaggio, chiunque dei due ci arrivasse. Sboarina ha replicato dicendo di voler «aprire un canale di dialogo » con Forza Italia. Punto e a capo. E ha spiegato che i punti percentuali che gli mancano sono dovuti all’assenteismo. Come si usa dire, un dialogo tra sordi. Con toni asperrimi.
Possibile invece un tentativo di accordo tra Sboarina e Alberto Zelger, che però non sarebbe certo decisivo. Chi sceglieranno i no green pass (e filo Putin) dell’ex leghista? Molti potrebbero andare al mare, il 26. Ma non si sa mai. I partiti
Ultimo punto, ma da non trascurare, il 26 giugno cambierà anche gli equilibri all’interno delle due coalizioni arrivate in finale. Nel centrosinistra la lista Tommasi-sindaco ha «rosicchiato» voti al Pd, piazzandosi al primo posto assoluto e lasciando i dem al secondo (poco sopra il 13%: nel 2017 erano al 15,88). Per chi ama i corsi e ricorsi storici, nel 2007 l’Ulivo aveva ottenuto il doppio dei voti della lista Zanotto. Quanto peserà il boom di preferenze di Federico Benini, che è riuscito a trascinare in alto anche la sua partner elettorale, la non molto conosciuta Carla Agnoli? Alessia Rotta pagherà un prezzo per non essere arrivata prima? E che prezzo pagherà Gianni Dal Moro, l’altro parlamentare in corsa, arrivato decisamente indietro?
Passando a destra, quel Marco Padovani che supera Daniele Polato, vorrà dire qualcosa all’interno di Fratelli d’Italia, dove molto s’è litigato dopo le ultime regionali e molto si rischia di dover discutere dopo queste comunali? Staremo a vedere. Ma quel che è certo è che chi segue la politica veronese, prossimamente, non avrà modo di annoiarsi.
Le altre liste
Nella Lega Zavarise ottiene più di 350 voti, Bisinella prima in Fare, Pisa a quota 500
"L’invito di Salvini Fossi in Sboarina, cercherei di allargare il più possibile il campo della coalizione, anche superando le questioni personali