Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Resiste la roccaforte Lega Mezzalira eletta sindaco
È l’assessore uscente. Record personale per Bordignon. Bassa l’affluenza alle urne Lanzarin: «Sono mancati i giovani»
ROSÀ Elena Mezzalira, 40 anni, ex assessore ai servizi sociali uscente, è il nuovo sindaco di Rosà, il quarto dell’era leghista di questo comune, il primo ad avere in provincia di Vicenza una amministrazione delle Lega, nel 1993. È stata votata da 3.859 rosatesi, il 64,6% dei voti validi, superando l’antagonista Poalo Baggio, alla testa di una civica «Riparte Rosà», fermatasi a 2.111 voti, il 35,4.
«Continuiamo con la nostra epopea della Lega a Rosa», commenta a caldo con soddisfazione Barbara Lanzarin, segretaria locale del partito di Salvini. Da quasi 30 anni si succedono sindaci leghisti, tutti con doppio mandato, Giovanni Didonè, Manuela Lanzarin e l’uscente Paolo Bordignon. Proprio Bordignon è stato il mattatore di queste elezioni, con 611 preferenze personali, un record, mai successo. Con lui ritornano in consiglio Simone Bizzotto, 335 voti personali, al sesto mandato amministrativo, Chiara Grandotto 331 voti , Gabriele Piotto (213), Modesto Poggiana (193), Silvia Faggion (174), Antonio Marchiorello (134), e i nuovi Caterina Bizzotto (267), Federica Zonta (190), Davide Andreotti (110) e Filippo Baggio (103).
All’opposizione entreranno in Consiglio il candidato sindaco sconfitto Paolo Baggio, Giulia Vanin , autrice di un notevole successo personale con 278 preferenze, Angelo Zen (143) , Alessandro Zilio (138) ed Emanuele Guidolin (137).
Quella di Elena Mezzalira era una vittoria annunciata. Il sogno della Lega locale, non tanto nascosto, come ebbe a dire in sede di presentazione delle liste Barbara Lanzarin, era quello di vincere bene, per «esportare il modello rosatese». In realtà questo sogno è sembrato ieri in parte ridimensionato dalla bassa affluenza al voto, il 48, 7%, record negativo dal dopoguerra. «Occorre che facciamo tutti una riflessione, non hanno votato i giovani», commenta l’assessore Manuela Lanzarin, intervenuta per festeggiare la neo eletta. Il dato rosatese fa riflettere se comparato ad esempio con la vicina Romano, dove i votanti sono stati molto di più. Il nuovo consiglio comunale conferma purtroppo un’altra tendenza rosatese, la scarsa presenza femminile, pur con la possibilità del doppio voto di genere. Nella lista della maggioranza entrano solo Chiara Grandotto, Caterina Bizzotto, Silvia
Faggion e Federica Zonta, mentre nella minoranza entra solo Giulia Vanin: cinque consigliere donne su 16 quindi. Due di queste senz’altro entreranno in Giunta, lo esige la legge. Curiosa poi la distribuzione geopolitica dei consiglieri, discorso sentito a Rosà comunità organizzata con un centro e quattro frazioni: Cusinati ne ha 6 su 16, Travettore due, San Pietro e Sant’Anna, uno; il centro di Rosà , che da solo ha più di metà dei residenti, ha solo tre consiglieri di maggioranza e tre di opposizione. La lista «Riparte Rosà» con Paolo Baggio sembra puntare adesso sui giovani che hanno partecipato alla competizione. Lo stesso Baggio, già sindaco nei primi anni 90, è stato sentito commentare che presto cederà il posto per far luogo ad un altro giovane in consiglio. Si vedrà.
L’impressione comunque a Rosà è che queste elezioni lasceranno un segno. Che nemmeno un rosatese su due non sia andato a votare, che chi governa rappresenti solo il 30% della popolazione è un fatto che sta facendo nascere molti commenti. La proclamazione ufficiale che doveva svolgersi in municipio ieri sera alle 17 è stata spostata a stamane. Poi partiranno le manovre per la nuova Giunta. Peseranno anche i risultati personali dei singoli. Ha destato meraviglia ad esempio la performance della giovane neocandidata leghista Caterina Bizzotto, 30 anni: 267 voti personali, quarta assoluta, un piccolo record.