Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Abusi e botte, in cinque mesi le denunce di un anno intero
Nel 2022 sono state 75, erano 80 nel 2017. Donna chiama donna chiede fretta nei progetti. Centro anti-violenza, la nuova sede si farà
VICENZA La nuova sede del Centro antiviolenza ai Ferrovieri si farà. Non nei tempi annunciati dall’amministrazione a ottobre 2021 (si parlava della primavera 2022) né con i soldi stanziati all’epoca per la riqualificazione dello stabile comunale (50 mila euro, saranno il doppio). Sulla tempistica, ieri nel Consiglio monotematico sul fenomeno della violenza contro le donne, il sindaco Francesco Rucco non si è sbilanciato. Ma ha sottolineato che anche la Soprintendenza dovrà dire la sua giacché la villetta individuata dal Comune è stata edificata oltre settant’anni fa. Il primo fotogramma dell’assemblea convocata dal sindaco all’indomani del delitto di via Vigolo è qui, in un ritardo che si connette anche con l’incremento dei prezzi dei materiali. Ma che abbraccia la necessità di nuovi spazi in sostituzione di quelli attuali in via Cappuccini - che mostrano tutti i segni dell’età - per accogliere, ascoltare e aiutare anche sotto il profilo legale le vittime di violenza, sia essa fisica, psicologica o economica. Il secondo segmento cattura il volto e la voce di Maria Zatti, presidente dell’associazione Donna chiama Donna, che il CeAv lo gestisce dal 2012. «Il sindaco e altri hanno ricordato che a febbraio in Provincia è stato firmato un protocollo d’intensa che ha lo scopo di costituire una rete tra tutti gli enti preposti per contrastare la violenza e sostenere le vittime. Questo protocollo era già pronto a marzo 2020. E da febbraio 2022, quando dovevano cominciare i lavori tra gruppi e sottogruppi, non si è più sentito nulla – spiega senza nascondere una certa amarezza -. Il lavoro più urgente da compiere, prima dei fondi e paradossalmente prima ancora della nuova sede, è proprio quello di lavorare insieme e co-progettare. L’assemblea di oggi è un passo importante ma bisogna darsi da fare. Viceversa le parole resteranno al vento». Zatti aggiunge: «Durante la pandemia i casi di violenza sono aumentati – aggiunge -. Solo nel 2021 sono stati presi in carico 351 casi (tra Vicenza e lo sportello di Arzignano, ndr). Tra questi le donne non indipendenti economicamente sono state 186; 212 invece quelle con uno o più figli minori a carico. Circostanza che non solo acuisce le fragilità della donna ma che richiede diversi tipi di intervento». E ancora: «Aumentano anche le denunce – osserva -. Nel 2017 sono state 80. Centoventi lo scorso anno. Da inizio 2022 75, quasi tutte in codice rosso. E, sempre da gennaio, i casi in carico sono 224». Una ragioneria della violenza che sembra non avere fine.
Comune Ieri consiglio comunale contro i femminicidi