Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Abusi e botte, in cinque mesi le denunce di un anno intero

Nel 2022 sono state 75, erano 80 nel 2017. Donna chiama donna chiede fretta nei progetti. Centro anti-violenza, la nuova sede si farà

- Federico Murzio

VICENZA La nuova sede del Centro antiviolen­za ai Ferrovieri si farà. Non nei tempi annunciati dall’amministra­zione a ottobre 2021 (si parlava della primavera 2022) né con i soldi stanziati all’epoca per la riqualific­azione dello stabile comunale (50 mila euro, saranno il doppio). Sulla tempistica, ieri nel Consiglio monotemati­co sul fenomeno della violenza contro le donne, il sindaco Francesco Rucco non si è sbilanciat­o. Ma ha sottolinea­to che anche la Soprintend­enza dovrà dire la sua giacché la villetta individuat­a dal Comune è stata edificata oltre settant’anni fa. Il primo fotogramma dell’assemblea convocata dal sindaco all’indomani del delitto di via Vigolo è qui, in un ritardo che si connette anche con l’incremento dei prezzi dei materiali. Ma che abbraccia la necessità di nuovi spazi in sostituzio­ne di quelli attuali in via Cappuccini - che mostrano tutti i segni dell’età - per accogliere, ascoltare e aiutare anche sotto il profilo legale le vittime di violenza, sia essa fisica, psicologic­a o economica. Il secondo segmento cattura il volto e la voce di Maria Zatti, presidente dell’associazio­ne Donna chiama Donna, che il CeAv lo gestisce dal 2012. «Il sindaco e altri hanno ricordato che a febbraio in Provincia è stato firmato un protocollo d’intensa che ha lo scopo di costituire una rete tra tutti gli enti preposti per contrastar­e la violenza e sostenere le vittime. Questo protocollo era già pronto a marzo 2020. E da febbraio 2022, quando dovevano cominciare i lavori tra gruppi e sottogrupp­i, non si è più sentito nulla – spiega senza nascondere una certa amarezza -. Il lavoro più urgente da compiere, prima dei fondi e paradossal­mente prima ancora della nuova sede, è proprio quello di lavorare insieme e co-progettare. L’assemblea di oggi è un passo importante ma bisogna darsi da fare. Viceversa le parole resteranno al vento». Zatti aggiunge: «Durante la pandemia i casi di violenza sono aumentati – aggiunge -. Solo nel 2021 sono stati presi in carico 351 casi (tra Vicenza e lo sportello di Arzignano, ndr). Tra questi le donne non indipenden­ti economicam­ente sono state 186; 212 invece quelle con uno o più figli minori a carico. Circostanz­a che non solo acuisce le fragilità della donna ma che richiede diversi tipi di intervento». E ancora: «Aumentano anche le denunce – osserva -. Nel 2017 sono state 80. Centoventi lo scorso anno. Da inizio 2022 75, quasi tutte in codice rosso. E, sempre da gennaio, i casi in carico sono 224». Una ragioneria della violenza che sembra non avere fine.

Comune Ieri consiglio comunale contro i femminicid­i

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