Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Elicottero caduto, raccolti tutti i detriti Ora si cercano i testimoni

- B.C.

VICENZA Sono terminate ieri pomeriggio, sull’Appennino Reggiano, le operazioni di recupero dei pezzi dell’Agusta Koala. L’elicottero della Avio Helicopter­s Srl di Thiene, precipitat­o sul monte Cusna giovedì, nel bel mezzo di una perturbazi­one, con sette persone a bordo, il pilota padovano Corrado Levorin ( nella foto), 33enne di Polverara, e sei manager turchi e libanesi. Ritrovati tutti cadavere sabato. Il velivolo, partito da Lucca e diretto a Resana (Treviso), è stato rinvenuto disintegra­to nell’area del torrente Rio Lama, a 1.900 metri di altitudine, e i detriti, i pezzi di lamiera, alcuni anche intaccati dalle fiamme, sono stati recuperati dai vigili del fuoco di Reggio Emilia, Castelnovo Monti e Bologna che si sono calati più volte con l’elicottero nel greto del torrente. Rottami che ora saranno oggetto di una consulenza tecnica delegata dal pm Marco Marano di Reggio Emilia che procede per omicidio colposo e disastro colposo a carico di ignoti. Anche ieri il profession­ista nominato era sul posto. Lì dove sono stati recuperati i corpi, in parte carbonizza­ti e irriconosc­ibili, su cui è in corso l’autopsia all’istituto di medicina legale di Modena. Il riconoscim­ento dei corpi, come disposto dal pm, avverrà attraverso la comparazio­ne del dna dei familiari. «Al momento non abbiamo ancora spiegazion­i sulle cause del disastro» ha dichiarato alla stampa la procuratri­ce reggente di

Reggio Emilia Isabella Chiesi. Risposte arriverann­o dalle autopsie ma soprattutt­o dagli accertamen­ti tecnici. Un lavoro che si prospetta tutto in salita visto lo stato dei pezzi dell’elicottero. «Si faranno ricognizio­ni tecniche su quanto rimasto del velivolo che risulta in gran parte distrutto», spiega Chiesi. Pezzi che sono in parte bruciati. Al lavoro per cercare di dare una spiegazion­e alla tragedia c’è anche l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo che ha aperto un’inchiesta parallela e che si coordinerà con la procura.

C’è poi da chiarire il «giallo» del dispositiv­o di sicurezza «Elt» (trasmettit­ore di localizzaz­ione di emergenza) che nonostante lo schianto non si è attivato e non ha dato l’allarme. L’elicottero non era dotato di scatola nera. E anche per questo non è possibile avere un orario preciso dell’impatto al suolo. Ecco spiegato perché la procura è a caccia di eventuali testimoni e chiede a chiunque possa aver visto o sentito qualcosa il 9 giugno di contattare i carabinier­i per fornire la propria segnalazio­ne che potrebbe rivelarsi preziosa.

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