Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Concorso truccato» per un posto di istruttore direttivo al museo, la procura chiede sei anni
VICENZA Sei anni totali di condanne per il concorso ai Musei civici che stando all’accusa sarebbe stato «truccato» per favorire una persona. Queste le richieste formulate ieri in aula dal pubblico ministero Hans Roderich Blattner titolare dell’inchiesta sul bando di concorso per titoli ed esami indetto nel 2017 dal Comune di Vicenza (conclusosi a giugno 2018), per un posto da istruttore direttivo dei musei civici. In particolare Blattner ha sollecitato condanne a due anni e due mesi di reclusione ciascuno per Giovanni Carlo Federico Villa, già direttore onorario dei Musei, e per Loretta Simoni, allora direttore del settore Cultura di Palazzo Trissino e presidente di commissione di esame. Un anno e otto mesi di reclusione invece la pena chiesta per la vincitrice del bando, Chiara Signorini che per la procura sarebbe stata favorita in modo determinante con domande che le sarebbero state sottoposte per tempo e a quanto pare studiate in base alle sue specifiche competenze ed esperienze. Nome, quello di Signorini, che era stato aggiunto sulla copertina del fascicolo dopo l’esito della consulenza tecnica delegata su pc e telefoni dei tre, sul contenuto di mail e telefonini passati accuratamente al setaccio.
Ma per le difese (rispettivamente avvocati Daniele Accebbi, Enrico Ambrosetti e Marco Dal Ben) i tre imputati hanno agito
A processo
Il direttore onorario Villa, la presidente della commissione Simoni e la stessa vincitrice
in modo corretto, le tracce non erano state svelate e il bando è stato regolare e per questo devono essere assolti. Stando a quanto imputato, Villa e Simoni avrebbero fornito a Signorini «informazioni in ordine al contenuto delle prove di concorso, al suo andamento e ai modi e tempi del suo svolgimento». Informazioni trasmesse via chat e mail e, secondo l’accusa, anche in alcuni incontri «nell’imminenza delle prove concorsuali». Ad aggiudicarsi il concorso era stata appunto Signorini con 90 punti. Con una collaborazione con il Chiericati, la candidata aveva lavorato a lungo con Villa (già alla Fondazione Roi), aveva fatto parte della commissione d’esame presieduta da Simoni (che a sua volta aveva collaborato con la Roi).