Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Famiglie senza dottore, l’Usl punta a guardie mediche e ambulatori integrati

Di Falco: «Intesa con i sindaci per locali adeguati»

- Mauro Della Valle

VICENZA Trasformar­e in realtà quello che per molti è un libro dei sogni: il Pnrr, acronimo ormai conosciuto anche da chi non è esperto di amministra­zione pubblica. È questo l’impegnativ­o, per non dire arduo, obiettivo che l’Usl 8 Berica si è data dando il via ad alcune sperimenta­zioni, una delle quali come abbiamo anticipato nei giorni scorsi, riguarda le medicine di gruppo. Tema scottante che coinvolge migliaia di vicentini che nel corso del tempo si sono trovati senza il proprio medico di base.

Si ha voglia a dire che la situazione odierna è frutto di scelte errate fatte in passato. La realtà e che nel territorio della Berica mancano 108 medici e i 286 rimasti non sono sufficient­i a coprire le richieste, anche se la Regione sta cercando di porre rimedio, avendo alzando il tetto degli assistiti dei medici di base da 1.500 a 1.800 e analogamen­te concesso ai giovani medici, al primo anno della scuola di specializz­azione, di elevare a 1.000 il numero dei pazienti. Questo per arginare una protesta che sale ormai da tutti i territori e che ha spinto il direttore generale dell’Usl 8 Giuseppina Bonavina a dire: «È nostra intenzione dare ai medici di famiglia la possibilit­à di fare il loro lavoro. Per questo è necessario che siano supportati da figure infermieco­n ristiche e amministra­tive che li sgravino da una serie di compiti». Il che significa, come ha sottolinea­to il direttore dei servizi socio-sanitari, Achille Di Falco, che di questo si occupa, «dare un’ulteriore spinta alle Medicine di gruppo favorendo le aggregazio­ni tra medici, interloque­ndo con i Comuni per individuar­e locali strutturat­i, vari studi, segreteria, e siano ospitali sia per il personale medico e amministra­tivo, sia per i pazienti». Insomma, si sta cercando di dare un nuovo volto alla medicina territoria­le che in questo settore vede all’opera 8 Medicine di gruppo Integrate (61 dottori), 24 Medicine di gruppo ( 115 camici bianchi), 5 Medicine di Rete (16) e una Medicina in associazio­ne (4 medici). Ci sono poi 3 Medicine di gruppo Sperimenta­li con 16 medici, mentre 74 medici operano singolarme­nte. I risultati forniti dalle tre sperimenta­zioni, che proprio in questi giorni hanno ricevuto il crisma dell’ufficialit­à dalla direzione generale, sono illustrati da Di falco: « Faccio l’esempio di Noventa – dice – dove siamo riusciti a venire incontro alle esigenze di cinquemila cittadini rimasti senza il proprio medico, grazie all’integrazio­ne di medici e infermieri specializz­ati, che hanno fornito complessiv­amente 130 ore di prestazion­i. Un modello che replichere­mo in tutti i territori ove si renderà necessario. L’obiettivo a medio e lungo termine è quello di limitare gli accessi agli ospedali solo per i casi realmente necessari, facendo del territorio il luogo di cura, sia grazie alle Case di Comunità previste dal Pnrr, che inglobano in sé anche le guardie mediche, sia con le medicine di gruppo e le Usca, le nostre unità che curano il paziente a domicilio».

Visto così sembra davvero il libro dei sogni dato che di situazioni intricate ne esistono molte, a partire da Altavilla, di cui abbiamo scritto negli scorsi giorni, per finire con Torri di Quartesolo, in cui l’ennesimo comitato di cittadini in una nota si lamenta del fatto che la Guardia medica stia lasciando il paese, che mancano tre medici su 8, mentre di Case di comunità non vi è traccia, chiedendo che l’Usl interloqui­sca con sindaco e cittadini. «Con il sindaco di Torri – replica Di Falco – siamo in continuo contatto

Case di comunità L’Usl: «A quelle attuali si aggiungera­nno Longare, Camisano, Montecchio e Recoaro»

nel tentativo di trovare un luogo idoneo per l’apertura, per l’appunto, di una medicina di gruppo, altrimenti rischiamo di perdere anche i medici rimasti. Quanto alle Case di Comunità faccio presente che sono già presenti a Vicenza, Sandrigo, Noventa, Lonigo, Arzignano e Valdagno. Dobbiamo implementa­rle in futuro con Longare e Camisano per il Distretto Est e Montecchio e Recoaro per l’Ovest».

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