Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Le accuse di stupro sono prescritte Ascari: «Il ministro deve indagare»
VICENZA Prosciolto dal giudice per prescrizione, per il troppo tempo trascorso, finito a processo con l’accusa di aver stuprato l’allora moglie undici anni dopo il presunto episodio di violenza sessuale. Sul procedimento che si è chiuso nei giorni scorsi in tribunale a Vicenza a carico del marocchino E. H. B., 43 anni - che oggi abita nel Trevigiano, a Cison di Valmarino, ma al tempo delle contestazioni invece residente con moglie e figli nella zona di Valdagno, dove lavorava come operaio -, è stata presentata un’interrogazione al ministro della Giustizia, Marta Cartabia. Da parte della deputata Stefania Ascari del Movimento 5 Stelle, avvocato penalista, membro della Commissione Giustizia ed Antimafia, capogruppo Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori. «Quello narrato è solo l’ultimo dei casi in cui la denuncia di una donna non viene prontamente seguita da un protocollo urgente di protezione e accertamento della colpevolezza» scrive Ascari in riferimento alle querele presentate dalla marocchina verso l’allora coniuge che la maltrattava e aggrediva. «Si rende pertanto necessario operare un’indagine al fine di tutelare la posizione delle donne che hanno subito violenza – continua la deputata - specialmente da parte del compagno, e che abbiano avuto poi la forza di denunciare». Un’indagine per Ascari «è ulteriormente necessaria se si pensa che da gennaio 2022 ad oggi sono stati depositati presso la procura di Vicenza almeno 34 fascicoli di cosiddetti codice rosso, ovvero di procedimenti da attivarsi a seguito di denuncia per richiesta di misure protettive contro la violenza nelle relazioni familiari». Per il caso specifico l’interrogazione al Guardasigilli è su «quali iniziative ritenga opportuno adottare il ministro per quanto di competenza, al fine di tutelare i figli di donne vittime di violenza» e se «intenda attivarsi al fine di verificare, anche tramite iniziative ispettive, l’operato della procura competente e le scelte da questa adottate in relazione al caso». Anche per capire come mai il fascicolo sia rimasto fermo a prendere polvere per anni prima che fosse formulata richiesta di processo per l’uomo, rinviato a giudizio solo a febbraio.