Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Case di riposo, dalla pandemia al caro-bollette «Nel 2022 spenderemo 400 mila euro in più»

L’appello di Peserico al Comune: serve aiuto pubblico per non aumentare le rette

- Raffaella Forin

BASSANO Dall’emergenza Covid a quella dei costi dell’energia. Anche l’Isacc deve fare i conti con il caro bollette e si tratta di centinaia di migliaia di euro. La difficoltà, e anche la preoccupaz­ione, di fronteggia­re l’impennata dei costi è stata illustrata da Clemente Peserico, presidente dell’istituto che gestisce le due case di riposo comunali, Villa Serena ed il Pazzaglia Sturm, ai consiglier­i comunali in commission­e. «Lo scorso anno abbiamo speso 520 mila euro per il consumo di gas e di energia elettrica. Dalle proiezioni elaborate sulla base delle prime bollette arrivate nel 2022, prevediamo che il costo annuale supererà i 900 mila euro. Quasi il doppio. Per un ente come il nostro, con un bilancio pressoché a pareggio, è problemati­co coprire un aumento di queste proporzion­i, al quale fra l’altro si aggiunge quello per le spese delle derrate alimentari » , spiega Peserico. «Confidiamo in un intervento del pubblico – è il suo appello - Scongiurer­ebbe di dover aumentare le rette degli ospiti, un’eventualit­à che vediamo come ultima soluzione da utilizzare. Finora siamo riusciti a non ritoccarle e vorremmo poter continuare su questa linea per non gravare ulteriorme­nte sui bilanci delle famiglie».

Oltre al caro bollette e agli aumenti in generale dei generi alimentari, a preoccupar­e il consiglio di amministra­zione dell’Isacc è anche la progressiv­a carenza di personale. Per l’istituto è sempre più difficile reperire operatori, in particolar­e socio sanitari, e gli infermieri. «La mancanza di risorse interessa oramai buona parte del mondo socio-sanitario, ma nel nostro caso non siamo in grado di competere con le strutture ospedalier­e pubbliche che possono garantire salari più alti dei nostri – osserva il presidente – Al momento, con il nostro organico riusciamo a garantire tutti i servizi all’utenza. Contiamo su una forza lavoro di 228 dipendenti, tra i quali 138 operatori socio sanitari e 20 infermieri. Poi ci sono gli amministra­tivi, gli ausiliari e via dicendo. Va tuttavia chiarito che dall’inizio della pandemia è calato il numero degli ospiti di circa un centinaio di unità. Se dovessimo tornare a pieno regime, il personale attuale sarebbe insufficie­nte».

La diminuzion­e di anziani nelle strutture dell’Isacc, secondo il presidente, è uno degli effetti dell’emergenza sanitaria da Covid 19. «Molte famiglie oggi scelgono di tenere a casa il congiunto al quale, spesso, viene assegnata l’accompagna­toria – afferma - Lo mantengono nell’ambiente familiare, seguendolo, fino a quando è possibile. Se poi per un peggiorame­nto dell condizioni fisiche o per altre situazioni, le condizioni dovessero mutare, si rivolgono agli istituti».

Personale Preoccupa anche la carenza di operatori e infermieri

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