Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Case di riposo, dalla pandemia al caro-bollette «Nel 2022 spenderemo 400 mila euro in più»
L’appello di Peserico al Comune: serve aiuto pubblico per non aumentare le rette
BASSANO Dall’emergenza Covid a quella dei costi dell’energia. Anche l’Isacc deve fare i conti con il caro bollette e si tratta di centinaia di migliaia di euro. La difficoltà, e anche la preoccupazione, di fronteggiare l’impennata dei costi è stata illustrata da Clemente Peserico, presidente dell’istituto che gestisce le due case di riposo comunali, Villa Serena ed il Pazzaglia Sturm, ai consiglieri comunali in commissione. «Lo scorso anno abbiamo speso 520 mila euro per il consumo di gas e di energia elettrica. Dalle proiezioni elaborate sulla base delle prime bollette arrivate nel 2022, prevediamo che il costo annuale supererà i 900 mila euro. Quasi il doppio. Per un ente come il nostro, con un bilancio pressoché a pareggio, è problematico coprire un aumento di queste proporzioni, al quale fra l’altro si aggiunge quello per le spese delle derrate alimentari » , spiega Peserico. «Confidiamo in un intervento del pubblico – è il suo appello - Scongiurerebbe di dover aumentare le rette degli ospiti, un’eventualità che vediamo come ultima soluzione da utilizzare. Finora siamo riusciti a non ritoccarle e vorremmo poter continuare su questa linea per non gravare ulteriormente sui bilanci delle famiglie».
Oltre al caro bollette e agli aumenti in generale dei generi alimentari, a preoccupare il consiglio di amministrazione dell’Isacc è anche la progressiva carenza di personale. Per l’istituto è sempre più difficile reperire operatori, in particolare socio sanitari, e gli infermieri. «La mancanza di risorse interessa oramai buona parte del mondo socio-sanitario, ma nel nostro caso non siamo in grado di competere con le strutture ospedaliere pubbliche che possono garantire salari più alti dei nostri – osserva il presidente – Al momento, con il nostro organico riusciamo a garantire tutti i servizi all’utenza. Contiamo su una forza lavoro di 228 dipendenti, tra i quali 138 operatori socio sanitari e 20 infermieri. Poi ci sono gli amministrativi, gli ausiliari e via dicendo. Va tuttavia chiarito che dall’inizio della pandemia è calato il numero degli ospiti di circa un centinaio di unità. Se dovessimo tornare a pieno regime, il personale attuale sarebbe insufficiente».
La diminuzione di anziani nelle strutture dell’Isacc, secondo il presidente, è uno degli effetti dell’emergenza sanitaria da Covid 19. «Molte famiglie oggi scelgono di tenere a casa il congiunto al quale, spesso, viene assegnata l’accompagnatoria – afferma - Lo mantengono nell’ambiente familiare, seguendolo, fino a quando è possibile. Se poi per un peggioramento dell condizioni fisiche o per altre situazioni, le condizioni dovessero mutare, si rivolgono agli istituti».
Personale Preoccupa anche la carenza di operatori e infermieri