Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Promozione mancata, durissimo l’ex biancoscud­ato: tanti nel mirino, da Ronaldo a Pelagatti

- Dimitri Canello

Maurizio Coppola, che ne pensa del finale di stagione del Padova?

«È stato indegno e inconcepib­ile. Non si può presentars­i a uno spareggio in queste condizioni. Non si può non scendere in campo, perché questo è accaduto. La squadra si è consegnata al Palermo».

Secondo lei il Palermo era più forte del Padova?

« Se guardiamo alle due partite disputate, ha meritato di vincere. Ma sulla carta non era più forte del Padova. A parte l’ottimo Brunori non aveva molto altro. Ma su voglia e determinaz­ione i giocatori del Padova dovrebbero prenderlo come esempio».

Cosa rimprovera ai giocatori del Padova?

«Tutto, nel senso che una finale persa ci può stare, due no. Se ne perdi due consecutiv­amente significa che ti mancano gli attributi per giocare a Padova. Sta parlando con uno che di spareggi ne ha vinti due a Padova. Con questo non sto dicendo che la squadra è scarsa, anzi. È una squadra che ha fatto tanti punti in due anni, oltre 160, ma si è sempre fermata a un metro dal traguardo. Questo dovrà pur significar­e qualcosa. Anche a Bolzano da tifoso del Padova mi sono sentito tradito. Ma come? Al 90’ hai una palla da spingere dentro a due metri dalla porta e la sbatti addosso al portiere? Quello di Pelagatti è un gol sbagliato a tutti gli effetti e pesa come un macigno. È la differenza che c’è fra un giocatore normale e un giocatore che può indossare fieramente la maglia del Padova».

Ronaldo è sotto accusa. Che ne pensa?

« Un capitano non può comportars­i così. Non può farsi espellere in finale perché tira una capocciata a un avversario. Ronaldo d’ora in avanti rimarrà sempre quello che ha lasciato in dieci la squadra nel momento del bisogno. È una cosa che mi fa venire il sangue alla testa. Perché, poi, parliamoci chiaro. Cosa ricordiamo di Ronaldo nei tre anni di Padova? Qualche buona partita, qualche bel gol, ma poi nei momenti decisivi è sempre sparito».

Lo terrebbe o lo manderebbe via?

«Per me non può più essere il capitano del Padova. Ha fatto il suo tempo».

E Chiricò?

«Anche lui è uno di quelli che a volte nelle partite che contano è sparito. Ha fatto la differenza in più occasioni, ma se non è in giornata come a Palermo è come se giocassi in dieci. Su di lui ci penserei, poi terrei Donnarumma e pochi altri».

Rivoluzion­e, insomma... «Assolutame­nte. Bisogna cancellare e resettare tutto. È finito un ciclo, che non ha portato a nulla. E dire che ci sono stipendi da capogiro e la società ha proprio speso tantissimo. E invece saremo ancora in Serie C...».

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Mischia La gara di Palermo (LaPresse)

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