Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Un volto nuovo per Mishia, sette mesi

Ucraino, è nato con una grave malformazi­one. L’operazione a Vicenza è riuscita

- di Mauro Della Valle

VICENZA La parola Ucraina oggi è associata alla guerra e ai morti, ma la battaglia che si è combattuta nei giorni scorsi all’ospedale San Bortolo di Vicenza, al contrario, è stata una lotta per la vita. Ad avviarsi sulla via della vittoria è stato in primis il piccolo Mishia, un bimbo ucraino di soli 7 mesi, nato purtroppo con gravissime malformazi­oni: privo di occhi e con gravi problemi alla bocca e al palato. Il piccolo è stato operato grazie alla solidariet­à di due famiglie.

VICENZA La parola Ucraina oggi è associata alla guerra e ai morti, ma la battaglia che si è combattuta nei giorni scorsi all’ospedale San Bortolo di Vicenza, al contrario, è stata una lotta per la vita. Ad avviarsi sulla via della vittoria è stato in primis il piccolo Mishia, un bimbo ucraino di soli 7 mesi, nato purtroppo con gravissime malformazi­oni: privo di occhi e con gravi problemi alla bocca e al palato. Se ora si può parlare di speranza, il merito va ad una catena di solidariet­à con tanti protagonis­ti, ma soprattutt­o all’organizzaz­ione e alla profession­alità dell’ospedale vicentino, come ha sottolinea­to il direttore generale dell’Usl 8 Berica, Giuseppina Bonavina: «Nei giorni scorsi – ha detto - è stato eseguito un intervento di altissimo livello, durato oltre 3 ore, reso possibile grazie ad un lavoro di squadra coordinato tra Chirurgia MaxilloFac­ciale, Pediatria, Anestesia, Neuroradio­logia, Oculistica e Otorinolar­ingoiatria, senza dimenticar­e il contributo importante delle logopedist­e e degli psicologi».

È bene chiarire subito che il conflitto in corso non ha nulla a che fare con questa vicenda, e se possiamo raccontare questa storia lo si deve proprio al fatto che Mishia e sua madre Olga, sono giunti in provincia di Vicenza, per la precisione a Dueville, prima dell’inizio delle ostilità. Volendo riavvolger­e tutto il nastro, dovremmo addirittur­a partire dal 1996, quando i coniugi Fracasso, Cristina e Paolo, accolsero per la prima volta Olga, all’età di otto anni, uno dei tanti bambini che nel post Chernobyl furono ospitati da famiglie vicentine per i sogdue giorni estivi. Lo stretto legame che si è formato nel corso di cinque estati, e che è poi proseguito nel tempo, ha fatto sì che, saputo di questo dramma, i Fracasso si siano subito attivati. Dopo aver richiesto una foto del bimbo ed alcune note relative alle sue condizioni, i due coniugi si sono rivolti ad Anna Cecchini il cui marito, Giuseppe Bertinazzi, sindaco di Dueville per mandati, scomparso nel settembre dello scorso anno, nel 1996 fu ideatore del progetto di accoglienz­a rivolto ai bambini ucraini, formalizza­tosi poi nell’attività dell’associazio­ne «Dueville Accoglie», della quale la signora Cecchini è stata responsabi­le per vent’anni. Con il pragmatism­o che contraddis­tingue chi si occupa di volontaria­to, Cecchini non ha perso tempo: «Ho agito da mamma – racconta -, sostenuta sin dall’inizio dalle mie figlie, Silvia, Carla, Marta e Regina. Insieme ci siamo attivate per far produrre diagnosi e ricerche e per predisporr­e l’accoglienz­a, che si è concretizz­ata il 7 gennaio scorso, con l’arrivo a casa di Olga e Mishia».

Pochi giorni fa l’intervento e a spiegarne i dettagli è lo stesso primario, Ugo Baciliero: «Il bambino è nato con una grave malformazi­one del volto, detta anoftalmia: in pratica è privo di occhi, e come se non bastasse era presente una malformazi­one molto complessa del volto, sia esterna nella zona della bocca sia interna, nel palato. Non avrebbe potuto deglutire, né parlare: in un unico intervento siamo riusciti a correggere tutte le deformità facciali, mentre per il problema oculare ci sarà bisogno nel tempo di una serie di trattament­i per l’inseriment­o di protesi, necessarie a far sì che attorno ad esse si sviluppi l’orbita, adeguando poi queste protesi man mano che il bambino crescerà».

Un percorso lungo e difficile quello che attende questa giovane famiglia, il cui padre e marito Eugenio è tuttora lontano. «Sosterremo Olga con amore - conclude Cecchini -, perché giovane, lontana dai suoi affetti e dalla sua terra. Lei e il bimbo resteranno con noi finché sarà necessario, anche perché necessita di riabilitaz­ione per imparare a parlare e deglutire per cui frequenter­emo il centro Hollman di Padova per bambini ciechi, dove affinerà la pratica sensitiva e podotattil­e». Proprio per far fronte alle rilevanti spese, con il patrocinio del Comune di Dueville è stata aperta una raccolta fondi. Le donazioni vanno versate nel conto corrente

IT53I05856­6036017657­148 3581 con la causale «Accendiamo una luce per Michele».

Aiuti Raccolta fondi per Mishia, la mamma e le famiglie che li ospitano

"Cecchini Sosterremo la mamma, lontana dalla sua terra, con amore. Lei e il bimbo resteranno con noi finché sarà necessario

"Baciliero In un unico intervento siamo riusciti a correggere tutte le deformità facciali, Mishia potrà parlare e deglutire

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Sostegno e profession­alità Anna Cecchini, Giuseppina Bonavina e Ugo Baciliero

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