Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
L’acqua manca, lotta ai pozzi artesiani abusivi
VICENZA Lotta ai pozzi artesiani abusivi e un monitoraggio più attento di quelli già censiti. Una settantina in tutto, sparsi nelle aree rurali del capoluogo. L’assessore all’Ambiente Simona Siotto mobilita la polizia locale e allerta il comandante Massimo Parolin chiedendo ai suoi agenti di tenere i radar accesi e di non sottovalutare le segnalazioni. La lotta agli sprechi d’acqua passa anche da qui – spiega -. In questo frangente ognuno deve fare la propria parte, pozzi di acqua potabile lasciati aperti non sono più comportamenti sostenibili o accettabili. Il livello dei fiumi è al minimo storico e i corsi secondari sono in secca. Il rio Riello, per esempio, è diventato un sentiero nel quale le persone gettano le immondizie». L’appello di Palazzo Trissino per fronteggiare l’emergenza siccità abbraccia anche questa iniziativa, oltre a sensibilizzare sulle buone pratiche. In casa chiudendo i rubinetti quando non servono, per esempio, o all’aperto evitando i lavaggi delle automobili o riducendo l’annaffiamento dei giardini. «Siamo di fronte ad un cambiamento climatico senza precedenti – aggiunge l’assessore -. E se la situazione dovesse continuare così o peggiorare, valuteremo la possibilità di provvedimenti ad hoc». La genesi dell’intervento del Comune è riconducibile «all’ordinanza regionale sullo stato di crisi, che richiama alla “gestione parsimoniosa della risorsa idrica sia superficiale che sotterranea” per tutte le utenze irrigue autonome» dice Siotto. Quindi, per esempio, stop alle fontane ornamentali a getto continuo (quelle pubbliche sono chiuse). A meno che le stesse fontane non si riforniscano da un sistema di riciclo dell’acqua. «Lo stesso che il Comune ha adottato per irrigare gli spazi verdi pubblici» precisa l’assessore. «Assistiamo a una diminuzione delle risorse idriche sotterranee che rasentano i livelli minimi storici – avvertono da Viacqua -. Poi, sulla qualità degli acquiferi di pianura da cui l’azienda preleva i due terzi delle forniture idriche annuali incombono rischi contaminazione che potrebbero comprometterne l’utilizzo». Inoltre «dati scoraggianti arrivano dalle portate dei fiumi ridottesi anche di oltre il 60 per cento da ottobre. Questi, nei loro corsi a monte della fascia di risorgiva, rappresentano lo strumento per la ricarica delle falde». Dalle quali, per inciso, pescano i pozzi artesiani.