Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

LE SETTE VITE DI TOSI

- Di Domenico Basso

Da una parte l’anima candida della politica che non ha nulla da perdere, dall’altra un sindaco che di politica intorno a sé ne ha anche troppa e ha molto da perdere. Tra Damiano Tommasi e Federico Sboarina c’è però Flavio Tosi, e anche lui oggi non ha nulla da perdere. Anzi, dalle elezioni lui è uscito vincitore anche se le ha perse perché a Verona, cadendo, ha trovato un nuovo trampolino verso Italia 2023. Pensi a Flavio Tosi e pensi a Ercolino, l’omino della pubblicità Galbani anni Sessanta, che nonostante tutto restava sempre in piedi . In questo 2022 a Verona doveva essere Tosi il sindaco di tutto il centrodest­ra, anche della Lega, ma poi il braccio di ferro con via Bellerio (leggi Salvini) l’ha vinto (ancora una volta) Giorgia Meloni. Cosi a Tosi non è rimasto che chiamare a raccolta le fedelissim­e truppe riuscendo anche spaccare il centrodest­ra portando dalla sua parte il pezzo più moderato della coalizione, Forza Italia. Un colpo da maestro a cui ne è seguito un secondo: diventare , subito dopo il voto , l’azionista Veneto di maggioranz­a degli azzurri (24%) con la benedizion­e del Cavaliere suggellata in un «apericena» a Villa San Martino (come sono lontani i tempi in cui l’ex sceriffo di Verona diceva che lui con Berlusconi non c’entrava nulla).

Oggi Flavio Tosi è di fatto il leader, non solo a Verona, del partito del Cavaliere da cui fino a ieri molti erano pronti ad andarsene (è imminente l’uscita di Dario Bond, destinazio­ne Fratelli d’Italia) e quasi nessuno ad entrare. L’operazione Tosi-Forza Italia che propone l’abbraccio (mortale) a Sboarina si presta ad una serie di realistich­e consideraz­ioni. L’ex sindaco sta a Sboarina come il genero sta alla suocera. Ma capita che al pranzo della domenica , quello con tutti i parenti, gli atteggiame­nti cambino. Flavio Tosi oggi è diventato il numero uno di un partito che in Veneto non ricordava leader dai tempi di Galan e nel nuovo ruolo di pater familias difende la famiglia unita (quella del centrodest­ra) e dunque nonostante i dissapori, le stramusate, i piatti rotti, la suocera va rispettata. Tosi-Machiavell­i Flavio il suo l’ha fatto immaginand­o bene quello che poi sarebbe successo, ovvero che la famiglia non si sarebbe mai ricomposta sia per i veleni interperso­nali sia perché nell’operazione si sentiva puzza di bruciato lontano un miglio. Oggi Flavio Tosi è pronto a godersi lo spettacolo, tifando (anche se non lo dirà mai) per Tommasi con il quale, almeno per la comune passione per la Verona calcistica, ha più cose da condivider­e che con l’avvocato Sboarina. La crisi della Lega e del suo leader sono un altro punto a favore del rinascente Tosi a cui non mancano le capacità organizzat­ive (vedi il movimento Fare) in vista della campagna elettorale delle politiche del 2023 dove l’ex sindaco sarà sicurament­e in prima linea (capolista). In un paese senza leader, Flavio Tosi rappresent­a oggi una figura, al netto del saliscendi che lo ha visto attraversa­re varie stagioni e vari partiti, in grado di essere percepita come pragmatica (è stato sindaco) e moderata ( Forza Italia lo è) in un Veneto dove oggi l’unico leader riconosciu­to resta Zaia a cui è affidata la resistenza leghista contro l’avanzata nordista di Fratelli d’Italia. E in una ritrovata voglia di centro Tosi potrebbe essere la figura di sintesi tra varie anime che vanno da Calenda a Renzi, da Brugnaro a Toti. Ieri era il compleanno di Tosi e pare che molti forzisti abbiano scritto all’ex sindaco per manifestar­gli il loro apprezzame­nto perché lo vedono come l’uomo che può’ far rinascere un partito che era ormai dato in via di estinzione. Anche Giancarlo Galan nella chat firzista pare si sia lasciato andare ad un «Bravissimo Flavio». Fabrizio Comencini, veronese, è stato segretario della Liga fino a quando Bossi non gli ha dato il benservito e di Tosi conosce vita e miracoli. Ed è un nuovo miracolo senza dubbio quello che oggi Tosi sta compiendo. «Flavio ha attraversa­to vari deserti e oggi ha trovato la sua oasi - è l’analisi di Comencini - Una sua casa aveva provato a costruirse­la ma non gli è andata bene.

Con Forza Italia quella casa l’ha trovata e oggi ha la possibilit­à di diventarne il leader. Quella che gli ha offerto Berlusconi è una casa importante che dispone anche di molti mezzi. Lui potrà portare il contributo di politico a tutto tondo, non improvvisa­to. Flavio è persona tenace, diligente che ha una sua disciplina che lo porta ad operare con metodo. Credo che alla guida di Forza Italia possa fare le scarpe a molti». Per la politica è una fase di transizion­e e lo è soprattutt­o al Nord dove la Lega delle partite Iva, del sogno federalist­a un tempo sintetizza­to nel «paroni a casa nostra» è stata superata dalla destra di Fratelli d’Italia. Ma il Veneto non ama gli estremismi e in molti suoi angoli c’è ancora nostalgia della Dc. La settima vita di Flavio Tosi potrebbe far leva anche su questo.

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