Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Maturità di nuovo in presenza domani tornano sui banchi quasi 7.700 studenti vicentini

- Ilenia Litturi

VICENZA Sono 7.698 gli studenti vicentini (di cui 115 privatisti) che da domani affrontera­nno la maturità. Dopo due anni di pandemia, torna una sorta di esame di stato «tradiziona­le» con il doppio scritto e l’orale che verterà su tutte le materie.

Soddisfatt­a dalla cabina di regia il provvedito­re agli studi di Vicenza Nicoletta Morbioli. «La terza maturità in epoca Covid, si svolgerà in presenza e questo è un segnale di un graduale ritorno alla normalità - commenta - Sono contenta che i timori per la seconda prova, quella di indirizzo, siano rientrati. Per quanto riguarda l’altra emergenza che la scuola ha dovuto affrontare quella legata agli studenti ucraini, verrà rilasciata loro una certificaz­ione delle competenze». I maturandi vicentini saranno valutati da 186 commission­i d’esame, cinque più dello scorso anno. «Siamo stati i primi in Veneto a trovare i presidenti d’esame grazie alla collaboraz­ione di tutti i dirigenti scolastici - spiega Morbioli - Per coprire i posti ho dovuto precettare alcuni dirigenti del I ciclo perché non ne avevamo abbastanza».

Vincenzo Trabona, presidente provincial­e dell’Associazio­ne nazionale presidi, fa il punto della situazione alla vigilia dell’esame di stato che quest’anno compie 99 anni. « È stato un anno faticoso emotivamen­te per tutti, in cui l’incertezza era continua - afferma - Siamo stati esposti a repentini cambi di normativa e la scuola ha cercato di comprender­e la situazione in cui i ragazzi sono stati sottoposti in questi due anni. Adesso non resta che sperare che il prossimo anno, viste le esperienze maturate, sia migliore». Meno ottimisti gli studenti

"Morbioli Si sta tornando pian piano alla normalità nella scuola

che attraverso i loro coordiname­nti alzano la voce. Per la Rete degli Studenti Medi Vicenza, c’è bisogno di un cambio netto. «Una maturità così è anacronist­ica. Dopo due anni di pandemia, com’è possibile che la priorità fosse quella di tornare a un esame nozionisti­co fine a se stesso? Serve una riforma ma manca il coraggio». Per il Coordiname­nto studentesc­o di Vicenza invece la situazione è irrazional­e. «Reintrodur­re l’esame di stato come in epoca pre covid dimostra come il governo non capisca che i ragazzi che adesso sono in quinta sono proprio quelli che hanno passato la terza e la quarta in dad. Siamo arrabbiati perché ancora una volta la cosa più importante è la performanc­e».

Domani si comincia e tra ipotesi, toto-tema e immersioni di studio, c’è chi si affida alle preghiere e anche ai portafortu­na.

"Trabona Si è chiuso un anno faticoso, spero che il prossimo sia migliore

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