Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Nuove aziende a San Lazzaro il Comune si affida a un legale
Barricate contro chi vuole costruire, Pavan sta cercando una soluzione
Sulla proposta progettuale che vedrebbe la nascita di un insediamento produttivo nella zona sud di quartiere San Lazzaro, l’amministrazione si rivolgerà ad un legale urbanista per avere un parere sullo spazio di manovra consentito alla municipalità. «Sarà l’esperto a dirci fino a che punto possiamo spingerci e quali strumenti abbiamo a disposizione per intervenire sulle proposte presentate dalle tre aziende locali per la realizzazione di capannoni, che insieme utilizzerebbero circa 160 mila metri quadrati di terreno oggi agricolo - spiega il sindaco Elena Pavan - È invece già attivo un canale di comunicazione sulla questione con l’assessore regionale competente e con la Provincia». L’area in questione si sviluppa a nord della Pedemontana, vicino al casello di Bassano ovest. Di proprietà di un’azienda in liquidazione, è stata assegnata provvisoriamente dal tribunale di Vicenza, nell’ambito di un concordato preventivo, a tre imprese locali (Meb, Agb e Brunello), disposte ad acquisirla se sarà approvata la variazione d’uso da agricola a produttiva, in deroga allo strumento urbanistico comunale che fissa dei paletti sul consumo di suolo. Un’ipotesi contro la quale si sono subito mobilitati i residenti della zona, supportati da alcune parti politiche che chiedono alla maggioranza di esprimersi in merito. «Prima di alzare le barricate sul progetto, vogliamo capire come conviene muoverci, sempre nel rispetto delle normative - aggiunge il sindaco – Da un lato comprendiamo le esigenze delle aziende, la cui presenza è importante nel nostro tessuto economico e danno lavoro a molte persone, dall’altro ci sono i residenti che oggi vivono tra il verde di una campagna e si rivolgono a noi che siamo i primi interlocutori istituzionali. Ma è una situazione complessa: è come se non fossimo padroni a casa nostra. Quindi, è necessario sapere prima fino a che punto il Comune può arrivare, dal momento che sono molti gli enti chiamati ad esprimere un parere, ma anche quali nuovi scenari potrebbero prospettarsi. Se invece ci mettiamo di traverso a priori, bocciando la proposta a fronte di un esito favorevole di altri enti, le imprese potrebbero impugnare e si aprirebbe una causa». Da qui la decisione di farsi supportare da un professionista esperto della materia. «Non vogliamo chiudere le porte, ma aprire un dialogo con le parti interessate, comprese le aziende – sottolinea Pavan – Si potrebbe profilare un compromesso, una soluzione alternativa». L’assessore all’Urbanistica Andrea Viero commenta: «È una vicenda che ci tiene con il fiato sospeso quella della possibile trasformazione delle aree dopo gli sforzi che abbiamo attuato per limitare il consumo di suolo. Ma la legge prevede che in questi casi i proponenti possano utilizzare la strumentazione derogatoria al posto della pianificazione ordinaria».
" Pavan Vogliamo aprire un dialogo con tutti, pure con le aziende anche per evitare cause