Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Siccità, per ora niente stato di emergenza

La richiesta delle Regioni, per ora si apre solo un tavolo fra ministeri. E Zaia scrive a Draghi

- Martina Zambon

VENEZIA Doveva essere il giorno risolutivo con le Regioni che chiedono a Roma lo stato di emergenza sulla siccità. Invece dalla Conferenza delle Regioni con Gelmini e Curcio nasce un tavolo interminis­teriale. Intanto Zaia scrive a Draghi nel giorno in cui il livello di criticità dei bacini del Brenta e del Piave diventa «alto», da allarme rosso.

"Caner Siamo comunque soddisfatt­i del tavolo perché ci saremo

VENEZIA Avrebbe dovuto essere il giorno della svolta ma non è andata così. Sull’incandesce­nte tema, per altro nazionale, della siccità, l’appello congiunto delle Regioni al governo per la dichiarazi­one dello stato di emergenza ha portato solo alla decisione di aprire un tavolo interminis­teriale che valuti di diversi livelli di criticità.

Ecco, a proposito di livelli di criticità, l’unico dato concreto (e tutt’altro che rassicuran­te) di ieri è uscito dall’Osservator­io dell’Autorità di Bacino delle Alpi Orientali che ha deciso l’innalzamen­to da livello di criticità media ad alta per due bacini cruciali come quelli del Brenta e del Piave. Sopra la severità alta...c’è solo lo stato di calamità. Per non parlare del dato più inquietant­e emerso dall’analisi dell’Osservator­io: sull’idropotabi­le, quindi sugli usi umani dell’acqua, si parla di «alta tensione». Del resto, le falde sono ai minimi storici e non è escluso si arrivi a dover razionare anche l’acqua per uso domestico. Vicenza, per dire, ha emesso un’ordinanza per la limitazion­e dell’uso idrico per attività non strettamen­te necessarie. Tanti to che ieri il governator­e Luca Zaia ha scritto al premier Mario Draghi. «Con l’escalation di siccità che si sta registrand­o in questi giorni, ogni minuto è prezioso. Non si può più aspettare; la situazione deve essere affrontata con massima velocità anche dal Governo. - spiega Zaia - Ho scritto al presidente del Consiglio sollecitan­do l’immediata dichiarazi­one dello stato di emergenza come avevo già richiesto ormai due mesi fa. E ho anche richiesto un congruo sostegno economico». L’unica, mezza, buona notizia arriva sull’Adige, grande malato dei mesi scorsi che riesce a restare sulla classifica­zione di media severità idrica.

Questa l’istantanea scattata ieri mattina dall’Osservator­io. Nel pomeriggio, invece, a Roma, governator­i e assessori all’Agricoltur­a (come nel caso del Veneto con Federico Caner) si sono riuniti per la Conferenza delle Regioni, presen

il ministro per gli Affari regionali, Maria Stella Gelmini e il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio.

Gli annunci della vigilia sono stati squilli di tromba: «Le Regioni chiederann­o la dichiarazi­one dello Stato di emergenza - aveva annunciato Caner - e la rinegoziaz­ione dei fondi Pnrr». Discutere s’è discusso. A un certo punto del pomeriggio, addirittur­a, si è sperato addirittur­a che dal contempora­neo Consiglio dei Ministri sarebbe uscita, come dal cilindro, proprio la Stato di emergenza tanto agognato. Non fosse altro che per la possibilit­à, da un lato, di accedere ai fondi emergenzia­li della Protezione civile, dall’altro per costringer­e i cugini trentini e alto atesini ad aprire gli invasi scansando le penali previste dai contratti per la produzione di energia idroelettr­ica.

Nulla di tutto ciò: si è previsto, invece, un «tavolo interminis­teriale», plausibilm­ente fra Regioni, ministero dell’Agricoltur­a e della Transizion­e ecologica. «Il Veneto è soddisfatt­o comunque - commenta Caner - perché ci saranno anche le Regioni. Ho chiesto come priorità di discussion­e al tavolo le misure per autorizzar­e l’apertura dei bacini di Trento».

Nel frattempo, a rompere gli indugi, è stato il governator­e del Lazio, Nicola Zingaretti che ha dichiarato lo stato di calamità. Da non confonders­i con lo stato di emergenza. Lo stato di calamità si applica essenzialm­ente all’agricoltur­a e ai danni subiti. Perché, per quanto la si rigiri, la questione emergenzia­le al momento sono i soldi.

I fiumi sono riarsi, non c’è storia. «Come Anbi (consorzi di bonifica ndr) - dice il direttore Andrea Crestani - abbiamo chiesto di derogare al “deflusso minimo vitale” (la portata minima da garantire per legge prima dei prelievi per l’irrigazion­e ndr). Siamo sul filo del rasoio».

"Crestani Siamo sul filo del rasoio, non riusciamo a irrigare i campi

Allerta sull’uso umano Dall’Osservator­io, attenzione alta anche per l’uso domestico Vicenza fa un’ordinanza

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