Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
L’Ater: «Centinaia di inquilini morosi»
Vicenza, piano per evitare gli sfratti. E il caro materiali frena il recupero di case sfitte
VICENZA Almeno 200 assegnatari indietro con l’affitto (il 4,69% del totale) e centinaia di persone a rischio sfratto. È l’allarme lanciato dall’Ater di Vicenza, che ha varato un piano di rientro - che comprende, fra l’altro, la rateizzazione dei canoni arretrati - per cercare di evitare quella che potrebbe configurarsi come un’ulteriore emergenza sociale. Nel frattempo il caro materiali rallenta la ristrutturazione di numerosi alloggi sfitti.
VICENZA Il conto della pandemia, della perdita del lavoro, delle ripercussioni della guerra descrive una nuova povertà che transita anche per l’aumento di coloro che abitando in alloggi Ater non riescono a pagare l’affitto. Un tasso di morosità che nel 2021 si è attestato al 4,69%, in aumento rispetto alla «normalità» dell’ultimo anno pre-pandemia, il 2018, quando la percentuale si fermava al 4,18. Una morosità che non raggiunge il 5% e che descritta così potrebbe anche far derubricare il problema se non fosse che tradotto in contratti d’affitto, quando si indica il 4,69% si parla di circa 200 affittuari (cui si sommano i familiari) che potrebbero trovarsi a rischio sfratto. E questo anche in ragione della legge che prevede l’inserimento nella categoria «morosità» dopo quattro mesi senza saldare la pigione e della sua prima conseguenza: un incremento del debito causato dall’adeguamento dell’affitto ai prezzi del mercato immobiliare.
«Ed è esattamente questo il motivo per cui abbiamo un dialogo aperto e costante con gli enti locali (Ater gestisce alloggi in 78 Comuni, ndr.) e che approntiamo con gli interessati piani di rientro o di rateizzazione» spiega Valentino Scomazzon, presidente di Ater Vicenza e presidente regionale dell’Associazione delle Ater del Veneto.
«Abbiamo adottato questa strategia - aggiunge Scomazzon - per evitare che la morosità aggravi il problema sociale giacché le conseguenze degli sfratti vanno a pesare in termini di assistenza anche sulle casse dei Comuni».
A oggi sono aperti non più di 5 casi di sfratto. Va detto che se gli affitti di un alloggio Ater vanno da un minimo di legge di 40 euro (il canone varia in base all’Isee, dichiarazione controllata ogni 12 mesi anche in un’ottica «anti-furbetti»), nel Vicentino si attestano su una media mensile di 130 euro. E sono in discesa, certificando così un maggiore impoverimento. Il quale trova conferma anche in un fabbisogno di alloggi che cresce (2 mila le richieste) e che almeno da dieci anni abbraccia soprattutto italiani, nuclei monoparentali e monoreddito dopo separazioni o divorzi, o anziani, vedovi o coppie.
Il timore di Scomazzon guarda a quei 374 appartamenti sfitti nel calderone dei 4.136 di proprietà e gestiti da Ater (1.159 quelli solo in città). Se 52 sono quelli in attesa di assegnazione, su 75 si sta lavorando per la manutenzione ma 247 devono ancora essere cantierizzati. «Le spese sono state abbattute usufruendo di un ufficio tecnico interno» dice. Ma non sta giovando né l’incremento dei costi delle materie prime né la capacità di Ater di spendere più di quanto già non faccia: nel 2021, 2 milioni e 400 mila euro per sistemare 637 alloggi.
A tirare il freno a mano, ricorda Scomazzon, «è la tassazione. Lo scorso anno l’ente ha pagato 500 mila euro solo di Imu».
4,69
La percentuale di morosità quest’anno, in crescita sul 2021
374
Gli alloggi sfitti: sono su 75 sono stati avviati i lavori di sistemazione