Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

I furbetti dei contributi Covid: stanati 40 fra imprese e privati

I dati della Finanza. Nel mirino anche il reddito di cittadinan­za: raffica di denunce

- Benedetta Centin

VICENZA La pandemia ha portato all’esigenza di effettuare controlli specifici per verificare il rispetto delle disposizio­ni anti Covid ma anche mirati approfondi­menti sui contributi statali erogati, anche a chi non ne aveva i requisiti e per questo è stato denunciato. È quanto emerge dalle attività della guardia di finanza effettuate nel Vicentino tra gennaio 2021 e maggio scorso.

Il bilancio è stato reso noto ieri, in occasione della cerimonia del 248esimo anniversar­io di fondazione del corpo. In tutto sono stati controllat­i quasi 150 milioni di euro fra erogazioni, contributi a fondo perduto, finanziame­nti agevolati e altre forme di uscite, oltre a procedure di appalti pubblici per un valore di quasi 30 milioni di euro.

Nel dettaglio, nel contesto delle misure di sostegno Covid, nella duplice forma dei contributi «a fondo perduto» e dei finanziame­nti assistiti da garanzia, i finanzieri hanno provveduto a stanare e quindi denunciare quaranta (tra privati e imprendito­ri) che hanno percepito oltre 1,3 milioni di euro di aiuti statali senza averne diritto. E al contempo è stata bloccata l’erogazione di ulteriori 450 mila euro. Inoltre, in materia di preapparte­nenti stazioni sociali agevolate, le fiamme gialle hanno realizzato uno specifico dispositiv­o operativo per scovare chi ha incassato illecitame­nte il «reddito di cittadinan­za». Un totale di settantaci­nque persone nel Vicentino, denunciate all’autorità giudiziari­a. Tra queste c’è chi risulta intestatar­io di beni immobili e mobili, anche di pregio, chi si era «dimenticat­o » di dichiarare i redditi, oltre ad evasori totali, ad associazio­ni criminali o coinvolti in traffici illeciti. I finanzieri hanno intercetta­to un totale di oltre 630 mila euro che erano stati indebitame­nte percepiti e circa 112 mila euro di contributi richiesti e non ancora riscossi. Ed è solo una delle tante attività svolte.

Complessiv­amente sono state eseguite 151 indagini di polizia giudiziari­a che hanno portato alla denuncia di 480 persone, di cui 22 arrestate, per reati tributari, ma anche al sequestro di circa 50 milioni di euro. E ancora, in applicazio­ne della normativa antimafia, sono finiti sotto la lente di ingrandime­nto degli investigat­ori, per accertamen­ti patrimonia­li, in 50. Quasi mille le verifiche svolte su richieste della prefettura, la maggior parte relative al rilascio della documentaz­ione antimafia. Sono poi state individuat­e diverse frodi fiscali, messe in atto spesso con fatture per operazioni inesistent­i, che hanno portato a rilievi in materia di Iva per quasi 145 milioni di euro. Il bilancio parla anche di 74 lavoratori in «nero» o irregolari individuat­i e di quasi 70 chilogramm­i di droga sequestrat­i.

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