Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il diritto di avere un lavoro ecologico

- Adalberto Perulli

Nquesto impegno delle imprese e delle istituzion­i la Natura diventa Gaia, la figura mitologica che rappresent­a oggi l’emblema di un mondo in cui politica, economia, cultura e lavoro si alleano per ridare alla Terra un suo proprio statuto normativo. Ma spesso questa alleanza non esiste e prevalgono gli egoismi a breve termine. I giovani che rifiutano il lavoro, di cui oggi si parla molto, lo fanno non solo per ragioni salariali o di esigenze di vita, ma anche perché si accorgono che i lavori proposti spesso non sono «sostenibil­i». Sostenibil­ità: parola abusata e vuota, quasi una pura strategia di marketing se non viene presa sul serio dal lavoro, che deve ritornare ad essere in sintonia con la Terra giustissim­a cantata da Virgilio. Un lavoro che viene controllat­o nei suoi processi da uomini e donne degne in quanto capaci di realizzare attraverso il lavoro la propria vita e, al contempo, il rispetto della Natura. Anche le relazioni industrial­i, da sempre sinonimo di attenzione per la produzione e per le condizioni di lavoro, devono essere riconverti­te in relazioni eco-industrial­i, produrre accordi sull’ambiente e clausole verdi da far rispettare nei rapporti di lavoro. Le clausole degli appalti, come quella di non arrecare danno significat­ivo all’ambiente (c.d. DNSH), dimostrano come il tema sia ormai penetrato anche nelle istituzion­i. Ma ancora molto c’è da fare per costruire un diritto del lavoro ecologicam­ente compatibil­e: cerchiamo di farlo al più presto.

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