Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Il diritto di avere un lavoro ecologico
Nquesto impegno delle imprese e delle istituzioni la Natura diventa Gaia, la figura mitologica che rappresenta oggi l’emblema di un mondo in cui politica, economia, cultura e lavoro si alleano per ridare alla Terra un suo proprio statuto normativo. Ma spesso questa alleanza non esiste e prevalgono gli egoismi a breve termine. I giovani che rifiutano il lavoro, di cui oggi si parla molto, lo fanno non solo per ragioni salariali o di esigenze di vita, ma anche perché si accorgono che i lavori proposti spesso non sono «sostenibili». Sostenibilità: parola abusata e vuota, quasi una pura strategia di marketing se non viene presa sul serio dal lavoro, che deve ritornare ad essere in sintonia con la Terra giustissima cantata da Virgilio. Un lavoro che viene controllato nei suoi processi da uomini e donne degne in quanto capaci di realizzare attraverso il lavoro la propria vita e, al contempo, il rispetto della Natura. Anche le relazioni industriali, da sempre sinonimo di attenzione per la produzione e per le condizioni di lavoro, devono essere riconvertite in relazioni eco-industriali, produrre accordi sull’ambiente e clausole verdi da far rispettare nei rapporti di lavoro. Le clausole degli appalti, come quella di non arrecare danno significativo all’ambiente (c.d. DNSH), dimostrano come il tema sia ormai penetrato anche nelle istituzioni. Ma ancora molto c’è da fare per costruire un diritto del lavoro ecologicamente compatibile: cerchiamo di farlo al più presto.