Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Analisi di una strage Torna «Occidente» di Camon Lo scrittore ripercorre gli anni di piombo, formazione e motivazion­i del terrorismo italiano (e non solo)

- di Francesca Visentin

Cosa c’è dietro una strage? Perché i terroristi si assolvono? Quali sono le radici della loro ossessione per sangue e terrore indiscrimi­nato? A questi e altri interrogat­ivi cerca di rispondere il libro dello scrittore padovano Ferdinando Camon Occidente (Apogeo editore, 204 pagine, 15 euro), pubblicato 40 anni dopo la prima stesura, ora nella forma definitiva.

Un libro molto sofferto allora, a causa del quale lo scrittore fu minacciato per mesi, che oggi trova la sua dimensione completa. E guarda al terrorismo in un ottica globale, che va oltre i confini dell’Italia.

La stagione degli anni di piombo, le trame dell’eversione neofascist­a, Padova la città inquieta di Autonomia Operaia, gli anni Settanta, tutta un’epoca fa da sfondo all’indagine di Camon.

Da una parte l’utopia rivoluzion­aria che conquista schiere di studenti e intellettu­ali, dall’altra la reazione nichilista di pochi estremisti neri. Su di loro lo scrittore concentra il suo sguardo. Ma il romanzo nella stesura attuale indaga la psicologia profonda di ogni terrorismo e la connession­e con la fragilità e il senso di precarietà dell’uomo contempora­neo. «Questa stesura definitiva spiega buona parte della storia mondiale che stiamo attraversa­ndo», sostiene l’autore. «È in assoluto il libro che mi è costato più caro, moralmente parlando – rivela Camon - . Mentre lo scrivevo ricevevo minacce. Mi mettevano piccole bare di cartone nella cassetta delle lettere. Versarono dello zucchero nell’olio del motore della mia auto e il motore si fuse. Mi telefonaro­no alle 2, alle 3. Ho avuto la casa vigilata dalla polizia giorno e notte per mesi… la sera in cui doveva andare in onda una mia intervista le minacce furono così fitcon te che scappai dalla mia città con tutta la famiglia».

E chiarisce: «Finita quell’epoca e sparite quelle minacce, oggi mi è possibile recuperare il nucleo centrale del romanzo, che consiste nell’inseguire il “diritto alla strage” che un’ èlite di terroristi rivendica per il bene di tutti. Oggi il diritto alla strage si allarga e assume nuovi connotati, in altre culture che lo esercitano contro di noi».

Attraverso la figura di Franco, leader che persegue i suoi camerati il folle progetto di una violenta apocalisse purificatr­ice, il romanzo ripercorre le tappe, il pensiero, le azioni del terrorismo.

Con una frase lapidaria, Camon sintetizza: « Occidente descrive in realtà il lavoro che porta a compiere una strage in un asilo». Tra i documenti del processo per la strage di Bologna (85 morti e 200 feriti) scoperti nel covo dei terroristi, che contenevan­o il movente della strage, citati da Camon, è scritto: «Bisogna arrivare al punto che non solo gli aerei, ma le navi, i treni e le strade siano insicure: bisogna ripristina­re il terrore dei pirati, il terrore dei briganti, la paralisi della circolazio­ne… Noi dobbiamo dare al sistema un colpo tale che ogni coscienza si rimetta a noi con tutta la docilità, con tutta la gratitudin­e per qualunque cosa faremo di essa».

Analisi, riflession­i, inchieste: un romanzo-documento che entra nel particolar­e e nella storia degli estremisti di destra, per fotografar­e «tutte le stragi d’Europa».

«Le grandi rivoluzion­i sono povere di attentati – si legge - . Le grandi restaurazi­oni ne sono piene. Il terrorismo è estraneo ai regimi della fede collettiva. Appartiene alla fede dei pochi, dei gruppi, delle cellule. Con il terrorismo i gruppi celebrano a un tempo la loro speranza e la loro disperazio­ne, la loro vittoria e la loro fine».

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Lo scrittore padovano Ferdinando Camon E sopra una foto simbolo della strage terroristi­ca di Bologna
Autore Lo scrittore padovano Ferdinando Camon E sopra una foto simbolo della strage terroristi­ca di Bologna

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