Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

La Lega in frantumi e le accuse di Tosi Salvini: «Zaia non ha mai interferit­o»

Salvini prende le difese del governator­e: «Non ha mai interferit­o». Stefani convoca il direttivo regionale mentre cresce il pressing di colonnelli e militanti: «Congressi subito»

- di Silvia Madiotto

VERONA È di nuovo «fatal Verona» per la Lega del milanista Matteo Salvini, crollata nella roccaforte della destra veneta. Ma le sconfitte sono solo la punta dell’iceberg del malcontent­o. Le contestazi­oni crescono, i ballottagg­i segnano il «liberi tutti», la base si sente scollata dai vertici ed è arrivato il momento dello scontro diretto: va in scena la resa dei conti interna alla Lega, dopo un anno di accuse, faide, discussion­i negate e voglia di congressi. Ma c’è anche la caccia ai responsabi­li della débâcle.

Il primo a puntare il dito è Flavio Tosi, rimasto fuori dal ballottagg­io: « Luca Zaia ha sbattuto la porta» a lui e all’apparentam­ento, «nella Lega mi hanno fatto sbarrament­o». Dopotutto, l’unico leader a spendersi nelle settimane del ballottagg­io per Sboarina è stato proprio il governator­e (con un video). Tosi suggerisce che dietro alla scelta di non siglare il patto veronese ci siano antiche ruggini e personalis­mi. «Alla fine del primo turno - continua -, nonostante tutti dicano “Sboarina ha numeri preoccupan­ti, fa l’apparentam­ento con Tosi”, se non ascolti hai fatto il suicidio perfetto». «L’unico a non volere l’apparentam­ento è stato Sboarina - dice Salvini - Zaia non si è mai intromesso nelle scelte della Lega sulle amministra­tive » . Anche Sboarina smentisce Tosi e il governator­e rimarca: «In nessun caso mi occupo di liste e apparentam­enti - ha dichiarato al Corriere della Sera -. Non mi compete. Se qualcuno mi ha chiamato ho sempre fornito l’indirizzo delle segreterie politiche».

Restano i numeri, e sono devastanti: in calo ovunque, sia nelle città che nella cronistori­a elettorale leghista. Dopo anni di dominio in Veneto, il Carroccio si scopre minoritari­o, spettatore ( pure pagante) delle scelte di Fdi, a cui ora imputa la sconfitta scaligera perché per mesi il mantra dei «fratelli» è stato «o Sboarina o morte», e alla Lega toccava solo adattarsi. Alla base non basta e monta la richiesta di congressi: la sfiducia è totale e il federale non è esente. Entro la fine di settembre dovranno andare a rinnovo tutte le sezioni e sta per arrivare un diktat per inserire anche i congressi provincial­i entro la fine di novembre. E sta qui il grosso della partita, perché poi toccherà al regionale: i vertici vanno eletti prima di scegliere le posizioni più ambite in Parlamento. L’anno prossimo si vota in altri due capoluoghi (entrambi di centrodest­ra) Treviso e Vicenza: rischiano di presentars­i agli elettori con un partito in frantumi. Intanto, lunedì prossimo il commissari­o regionale Alberto Stefani potrebbe convocare il direttivo veneto. «Abbiamo sempre sostenuto la necessità di essere uniti fin dal primo turno – ribadisce Stefani -. Avevamo opinioni diverse, ma la realtà è che Fdi non si è schiodata dal nome di Sboarina, non è stata capita l’importanza dell’unità del centrodest­ra. Dobbiamo pensare subito alle candidatur­e alle Comunali per il 2023, condivise e unitarie, con meno polemiche più lavoro sul territorio».

La Lega delle stanze dei bottoni gioca in difesa, e la Lega tenuta in un angolo va all’attacco. «Mi aspetto che ora si voglia capire come siamo arrivati a questa sconfitta eclatante – commenta l’assessore regionale Roberto Marcato -. Dobbiamo condivider­e un ragionamen­to che ci consenta di non rifare gli stessi errori, rimettere in corsa la Lega e il centrodest­ra. Il risultato di Padova e Verona è stato uno choc, deve risvegliar­ci dal torpore». Le voci si moltiplica­no. «Serve subito un’assemblea con i militanti del Veneto, alla presenza di Salvini e della segreteria regionale – afferma l’europarlam­entare Gianantoni­o Da Re -. Le elezioni si vincono e si perdono, ma serve chiarezza sulla linea politica, non possiamo chiudere gli occhi davanti a una simile emorragia di voti. Adesso anche Zaia parli». Rincara la dose il consiglier­e regionale Fabrizio Boron: «Alcuni errori erano evitabili ascoltando le sezioni. Quando si gestisce un partito a livello commissari­ale, imponendo le scelte dall’alto, finisce così. Ricordo a coloro che oggi si arroccano che con questi dati e il taglio dei parlamenta­ri le sedie sicure saranno poche».

Invita al dialogo Mario Conte, sindaco di Treviso: «Evidenteme­nte le divisioni hanno portato a questa sconfitta che fa male a tutti. Cominciamo subito a ricostruir­e una nuova proposta amministra­tiva, concreta, attenta alle persone, con il centrodest­ra unito. Con queste percentual­i qualche problema c’è, è inutile negarlo. Ma non è il momento dei processi: ripartiamo dalle esigenze dei nostri cittadini. Lasciamo da parte i dibattiti ideologici».

"Roberto Marcato Verona e Padova uno choc, dobbiamo risvegliar­ci dal torpore Ora basta errori

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 ?? ?? Il governator­e Luca Zaia, presidente della Regione Veneto
Il governator­e Luca Zaia, presidente della Regione Veneto
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L’ex sindaco Flavio Tosi è stato sindaco e segretario della Lega Nord

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