Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Quando Verona volava alto con le magie di Henry Williams

Fontana racconta i successi della Scaligera negli anni Novanta attraverso ricordi e testimonia­nze di una squadra che ha fatto epoca

- Matteo Sorio

AVerona dici «Henry Williams» ed è subito il dolce ricordo di una Scaligera che andava a canestro insieme alla città. Appena tornata in serie A dopo vent’anni d’assenza, per la Verona del basket l’indimentic­ato «High Fly» è ancora un segno fortissimo nella memoria di chi c’era, tra gennaio ’93 ed estate ’95. Furono, quelli, i primi due anni di Williams in gialloblù: la Scaligera griffata Glaxo e il palazzetto quasi sempre esaurito, spesso per vedere le acrobazie di quella guardia americana baciata da una mano mancina come poche. Nel libro del giornalist­a del Corriere del Veneto e del Corriere di Verona Matteo

Fontana, Vola Alto – Henry Williams e il grande basket a Verona (Eclettica, disponibil­e anche online) c’è la storia di quel momento scolpito nell’album di famiglia. C’è l’arrivo di Williams al posto dell’infortunat­o Corey Crowder. C’è l’immediato impatto delle sue movenze nell’immaginari­o dei tifosi. C’è insomma il suo talento grandinato all’improvviso e quel che creò intorno alla Scaligera, da lui peraltro riabbracci­ata nel 2000/01 per un ultimo passo di danza sul parquet. «Williams è stato un nostro eroe per com’è arrivato, per com’è emerso, per il suo modo di porsi aperto e coinvolgen­te. Quella Glaxo ha trainato un’intera città, sembrava la squadra di una comunità, come nei college Usa. Una tempesta perfetta sul piano delle emozioni». Così Fontana a proposito dei tempi del mitico folletto gialloblù, poi tricolore con Treviso nel ’97, morto il 13 marzo 2018 a soli 47 anni per un’insufficie­nza renale che da tempo lo costringev­a alla dialisi. Nel libro scorrono le testimonia­nze dei protagonis­ti di allora, dall’allenatore Franco Marcellett­i ai giocatori. Il play dell’epoca, Davide Bonora, racconta come dopo il ko di Crowder la squadra fosse disperata e nessuno sapesse nulla di Williams. L’ex gm Andrea Fadini rimarca invece come «forse non fu la Verona più forte sul piano tecnico, ma di sicuro si accese un fuoco tra squadra e pubblico». Per la Scaligera, Williams è tuttora il bomber di sempre, 2.569 punti, davanti a Roberto Dalla Vecchia e a Mike Iuzzolino.

E tra il pubblico del vecchio PalaOlimpi­a, probabilme­nte, c’è chi quei punti li rammenta tutti. Parliamo di canestri che valsero il secondo salto di Verona in A nonché la prima semifinale scudetto, avversaria la Buckler Bologna, così come di voli d’area e piogge di tiri da tre punti, vedi le famose nove «triple» contro Roma. «C’era un amore sconfinato nei confronti di Williams — ricorda Fontana — Si parlava di pallacanes­tro nei bar e fu un grande momento dello sport veronese». Un momento la cui eco, a quasi trent’anni di distanza, risuona ancora forte.

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In azione Henry Williams chiamato dai tifosi «High Fly»
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Il nuovo libro di Matteo Fontana
La copertina Il nuovo libro di Matteo Fontana

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