Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Simone, la voce della sinistra radicale «Parliamo a lavoratori e pensionati»
Lista «La Comune» sfida i big. «Più autobus emeno auto in strada»
È l’unica donna candidata al ruolo di sindaco. Annarita Simone, 46 anni, con il sindaco uscente Francesco Rucco ha in comune le origini pugliesi, con il candidato della coalizione di centrosinistra Giacomo Possamai condivide sparute tonalità di «rosso». Di sé stessa Simone dice che è «mamma, operaia, sindacalista».È candidata sindaco de La Comune, una sorta di joint venture tra Unione popolare, Rifondazione comunista, Partito del Sud. Per la Cenerentola delle liste in corsa il voto 2023 è l’equivalente del ballo delle debuttanti.
Simone, quali sono le sue aspettative?
«Siamo una novità quindi il risultato dipenderà da quanto il nostro messaggio è riuscito ad attecchire. Contiamo sul sostegno del popolo di chi lavora, di chi percepisce le pensioni, sulle persone che vivono difficoltà quotidiane. Purtroppo questi sono proprio coloro che non vanno nemmeno più a votare per sfiducia, non a torto, nei confronti della politica. Ma il tempo per farci conoscere è poco. L’auspicio è entrare almeno in consiglio».
Se quindi non sarà sindaco come pensa di fare la differenza?
«Metterò al servizio la mia esperienza di mamma, operaia, sindacalista».
È disposta a dialogare con la maggioranza che uscirà dal voto, sia essa di centrodestra o di centrosinistra?
«Sì. Non siamo prevenuti nei confronti degli altri. Credo che per fare qualcosa di buono per i cittadini sia un dovere dialogare: ben vengano i punti d’incontro. L’importante
è che il lavoro della prossima amministrazione riparti dal sociale. Se vogliamo una città più competitiva, più avanzata dobbiamo ricominciare dalla società e dalle famiglie».
Denunci un problema urgente della città e offra la soluzione
«Il trasporto pubblico che va incrementato e reso più accessibile anche nei costi. È una criticità che a cascata aiuterebbe a risolvere altri problemi: gli studenti sarebbero serviti in modo capillare, socializzando e apprezzando un bene pubblico; i genitori non sarebbero costretti a chiedere permessi dal lavoro per portare a scuola e andare a riprendere i figli; l’ambiente, perché meno mezzi sulle strade significa meno emissioni inquinanti nell’atmosfera; la mobilità, perché meno auto vuol dire meno incidenti, meno costi sociali».
Quale genere di campagna elettorale è la sua?
«Propositiva in settimane in cui spesso il dialogo tra i due poli è stato uno scambio di accuse. Noi vogliamo trasmettere l’idea che ci può essere qualcosa di diverso e noi siamo il diverso, noi siamo parte della società, non viviamo in castelli o palazzi o non siamo alieni dalla realtà».
Qual è il budget e quali sono i suoi maggiori finanziatori? (Simone ride, ndr). «Il nostro budget sono la testa, le gambe, le nostre braccia, la nostra parola. È tutto a livello volontaristico, credo 2.500 euro se ci arriviamo. Ciò che vedo intorno a noi, tra alcuni altri candidati, è solo pubblicità che spinge la visibilità ma non al fulcro delle cose.
Cos’è la politica per Annarita Simone?
«E’ un servizio da offrire dai cittadini».
Ripartire dal Sociale
È la parola d’ordine per i candidati della sinistra L’obiettivo è ripartire dalla famiglie