Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Possamai: unacittà ingrigita, lasquadra mia farà la differenza
«Èun testa a testa. Cela giochiamo per vincere»
È lo sfidante di Rucco. Giovane all’anagrafe non alla politica, Giacomo Possamai è la scommessa del centrosinistra di tornare al governo, archiviando l’esperienza di centrodestra come una parentesi tra un centrosinistra e l’altro. Ammesso di guardare oltre le sigle e considerare Achille Variati un uomo di centrosinistra, naturalmente. Una scommessa, dunque. Per il centrosinistra, che lo spinge. Per lui, che a fare il sindaco della sua città ci tiene. E anche per l’amico e spin doctor Giovanni Diamanti, che ha elaborato la strategia delle sei liste di appoggio e che arriva dal successo di Verona con l’elezione di Damiano Tommasi.
Possamai, quali sono le sue aspettative? «Ce la giochiamo per vincere. Già avere trasformato un testa a testa questa prova contro un sindaco uscente significa due cose: la città sta seguendo la nostra proposta e che è molto forte il malcontento su Rucco».
In caso di vittoria farà i conti con i desiderata delle sei liste che la sostengono. Come riuscirà ad accontentarle?
«Sono tranquillo sul fatto che sarà una coalizione coesa. Abbiamo costruito la nostra proposta partendo dalla città con uno spirito autenticamente civico senza prendere ordini. E d’altra parte nessuno ha avuto promesse di posti in giunta».
Da sindaco come farà la differenza?
«Grazie alla squadra. In questi cinque anni la città è andata male non solo per responsabilità del sindaco ma anche perché lo stesso è stato schiacciato dal peso dei partiti e certe scelte non sono state fatte nell’ottica della competenza. Noi abbiamo impostato le cose in maniera diversa. Eppoi se mi sono messo in gioco è perché voglio dedicare in modo totale questi anni della mia vita a Vicenza».
Senta, ha un posto in consiglio regionale, ha rinunciato alla Camera. C’è chi avrebbe aspettato cinque anni: non rischia di «farsi del male» e quindi ridurre il suo credito politico e le sue ambizioni?
«Non sempre si deve fare ciò che è più comodo. La città ha davanti anni importanti. E considerato che negli ultimi cinque l’ho vista decadere ho pensato che al di là della mia comodità aspettare sarebbe stato un atto di egoismo».
Un po’ presuntuoso, le pare?
«La metto meglio: l’alternativa a Rucco andava costruita perché altri cinque anni così significa altri anni di grigiore. Ho sempre detto che mi sarei candidato solo nell’ottica di una soluzione che potesse tenere insieme tutti, la più solida per affrontare Rucco».
Denunci un problema della città e offra la soluzione.
«C’è una criticità diffusa ed è l’abbandono dei quartieri che vuol dire tante cose. La solitudine delle persone, per esempio, che passa anche per le piccole-grandi disattenzioni: la cura dei parchi, le attività. Quindi da un lato la risposta è una maggiore investimento sui quartieri, dall’altra aumentare la partecipazione».
"
C’è una criticità diffusa ed è l’abbandono dei quartieri che vuol dire tante cose
Che campagna elettorale è la sua?
«Una bellissima esperienza, incontrando la gente laddove la gente interagisce. L’unica nota triste è che questa è la prima campagna in cui vedo un sindaco uscente che invece di raccontare cosa ha fatto e cosa farà passa il tempo ad attaccare gli altri».
Qual è il budget e quali sono i suoi maggiori finanziatori?
«A oggi non so rispondere. Abbiamo tantissimi piccoli donatori attraverso iniziative di raccolta fondi. Poi naturalmente c’è chi ha donato più e chi meno ma non ci sono “grandi” donatori».